Dodò 67 minuti, Bereszynski zero, Cigarini 237, Djuricic 77 e Budimir 280. Facendo la media sono 132 minuti giocati a testa, ovvero meno di una partita e mezza, nel corso della stagione. Questo per vedere di quale fiducia godano quattro giocatori ("il polacco", come lo chiama il mister che probabilmente non sa pronunciarne neppure il cognome, è appena arrivato) della rosa blucerchiata.
Salvezza a portata di mano, zona europea irraggiungibile, Cesena ai quarti: era l'occasione per presentare la miglior Sampdoria, quella con Ricky Alvarez (se l'allenatore è convinto che sia il miglior trequartista a disposizione, lo schieri anche a Roma...), quella con Torreira e Skriniar (son stanchi i due ventenni? bene, riposino contro l'Empoli o contro l'Atalanta, chissenefrega), quella con le due punte titolari.
Chi l'ha scelto il turn-over? L'allenatore? Sia mandato via all'istante. La società? Sia contestata duramente. I tifosi blucerchiati meritano di sognare, ogni qualche anno, e chi spegne i loro sogni va condannato senza se e senza ma, come l'orribile maglia mostrata in diretta tv, quella che sostituisce indegnamente la maglia più bella del mondo e che come terza maglia non può venire utilizzata nelle tre occasioni in cui verrebbe utile, ovvero Lazio, Napoli e Pescara.
E i giocatori? Vanno sostenuti per tutti i 90 minuti. Poi, se non piace lo spettacolo, fischi. Fischi ai giocatori, contestazione alla società e all'allenatore: è sempre stato fatto, anche alla Sampdoria.