Calcio giovanile - 16 novembre 2017, 11:55

Campomorone Sant'Olcese: l'esperienza di Andrea Stabile per gli Esordienti 2005

Un'icona del calcio ligure per i giovani della società biancoblù

Campomorone Sant'Olcese: l'esperienza di Andrea Stabile per gli Esordienti 2005

Andrea Stabile non ha certo bisogno di presentazioni. E’ un’icona del calcio ligure, dove ha giocato per anni anche a livelli professionistici, con il culmine dell’esperienza spezzina.

Oggi allena gli Esordienti 2005 secondo anno del Campomorone Sant’Olcese.

“Sono da 7 anni al Campomorone – racconta – dove ho sempre allenato fra Giovanissimi ed Esordienti. Una mia scelta, quella di allenare i ragazzini, in passato ho avuto opportunità di fare i più grandi o addirittura gli adulti, ma ho sempre rifiutato. E ho preferito rimanere con questa fascia di età”.

Non hai mai allenato i “grandi”?

“Ho avuto una esperienza da allenatore/giocatore nella Rivarolese in Prima Categoria, fu una casualità, avevano esonerato l’allenatore, e la società optò per una soluzione interna, ma fu una cosa sporadica. Per il resto non ho mai pensato realmente di allenare i grandi, sia per motivi di lavoro, sia per interesse personale. Nel Settore giovanile ci sto bene, avevo fatto in passato Fulgor e Pontedecimo, e oggi eccomi qui”.

Come ti trovi al Campomorone?

“Mi trovo bene, la società è organizzata, molto cresciuta negli ultimi anni, in quantità e qualità, sta facendo un percorso importante su tutte le leve fino alla prima squadra”.

Cosa insegni ai tuoi ragazzi, visto anche il tuo passato da professionista?

“Ho a che fare con ragazzini di 12/13 anni, la cosa principale oltre la tecnica e la tattica, la cosa fondamentale è creare un gruppo, una squadra coesa, non ci deve essere il leader, quello che fa la differenza, ma devono essere tutti sullo stesso piano. Quello che conta è il divertimento, non pensare alle classifiche, la mentalità dei tre punti è sbagliata. I ragazzi vengono da scuola, dai compiti, necessitano di un momento di relax, anche se ci vogliono anche impegno e concentrazione, ma misti a serenità e allegria”.

Troppo presto per parlare di moduli o cose simili?

“Per ora giochiamo a 9, poi giocheremo a 11, dal prossimo anno ci saranno regole e impostazioni diverse, ma ho ragazzini molto intelligenti, molto ricettivi anche se uso terminologie più avanzate, mi seguono molto”.

In prima squadra hai tuo figlio Alessio, ha preso spunto da te?

“Alessio, mio figlio, gioca in prima squadra, gli ho trasmesso la gioia e la passione, per il resto non mi sono mai permesso di dirgli nulla, sono contento che abbia la stessa passione che avevo io, mi ci rivedo tanto”.

Cosa ti ha lasciato la tua avventura nel grande calcio?

“Ho avuto la mia esperienza professionistica, ho avuto la fortuna di coronare il sogno di tanti, e mi ha insegnato tanto, a capire le persone, di chi fidarmi o no, certo è un ambiente particolare. Sono stato in una piazza invidiabile come La Spezia dove mi sono sentito un giocatore vero, ancora oggi ho un rapporto bellissimo con la città di Spezia”.

PDP

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