Parte oggi per Roberto Balboni una nuova avventura sulla panchina della prima squadra della Genova Calcio. Agli Allievi Fascia B, che il “Principe” ha guidato fino a ieri, va invece Max Bruzzone.
“C'è un secondo posto da conquistare – commenta Balboni- sono molto contento di questa chiamata, ero un po' uscito dal giro delle prime squadre, da un po' di anni ero passato ai settori giovanili, fare l'eccellenza per me è una novità, e non vedo l'ora di iniziare. Stasera condurrò il mio primo allenamento, so di avere a disposizione una buona squadra con tanti ragazzi che conosco”.
Il “Principe” ha una lunghissima esperienza alle spalle, sia da giocatore che da allenatore, ma per lui l'Eccellenza, come mister, è una novità:
“Ho fatto due anni di serie D alla Sestrese e due anni in Prima con Via Acciaio e Rivarolese. L'Eccellenza per me è una novità, è un campionato che conosco, e conosco anche molti dei miei giocatori, specie i nuovi arrivati che ho avuto a Bogliasco nella Juniores. E' una sfida che mi stimola, ringrazio la società per aver puntato su di me. Purtroppo in precedenza avevo problemi col lavoro, e quando mi era stata offerta quest'estate la panchina non riuscivo a conciliarla con gli orari di lavoro, ora mettendo un allenamento al sabato mattina riesco a farcela. Un allenatore parte sempre dai giovani, poi ha l'ambizione di arrivare a una panchina di Eccellenza o Serie D. Il mio sogno è di rimanere qui e poter magari salire in Serie D con loro, la società è molto seria e si sta benissimo”.
Inevitabile chiedere al “Principe” qualche ricordo della sua immensa carriera:
“I miei ricordi più belli da allenatore e da giocatore sono legati alla Sestrese, in particolare l'annata della Coppa Italia vinta nel 90/91, poi i tre campionati vinti con Maisano, e da allenatore quando ci siamo salvati ai playout in serie D battendo il Sestri Levante”.
Roberto, i migliori giovani che hai lanciato?
“Ti dico qualche nome, Bennati, Massara, Vagge, tutti avuti alla Juniores del Bogliasco”.
I mister che ti hanno insegnato di più?
“Su tutti Beppe Maisano, avessi avuto la fortuna di conoscerlo a 18 anni avrei fatto un'altra carriera, e poi Gigi Bodi, Sergio Tanganelli, tutti uomini che coi loro insegnamenti mi hanno consentito di giocare fino a 43 anni”.
Il compagno più forte con cui hai giocato?
“Sebastian Grazzini, era di un'altra categoria, mi sono bastati cinque minuti per capire che giocatore fosse, uno spettacolo vederlo giocare e allenarsi insieme a lui”.