Eccellenza - 16 marzo 2018, 09:52

Ecco il Barsacchi/pensiero: 10 temi di attualità sul nostro calcio con il ds del Molassana

Da un toscano non potevate aspettarvi la sintesi: ecco l'analisi di Fabrizio su 10 questioni che gli abbiamo posto. "Fuori dal campo si soffre molto di più. Non dimentichiamoci però che il calcio è un gioco, molto serio ma pur sempre un gioco. I ragazzi di oggi sono abituati ad ottenere tutto subito senza il minimo sacrificio"

Ecco il Barsacchi/pensiero: 10 temi di attualità sul nostro calcio con il ds del Molassana

Undici domande a Fabrizio Barsacchi, ds del Molassana, sui temi di attualità del nostro calcio. Da un toscano non ci si può aspettare la sintesi. Quindi armatevi di pazienza e cominciate a leggere. Se arrivate in fondo fateci un fischio...

1) Partiamo dal Molassana, un bilancio del vostro campionato a questo punto della stagione?

Ad oggi il bilancio è positivo perché abbiamo la salvezza alla portata completamente dipendente dai nostri risultati, cosa che considero un vantaggio, spero di poterti dare la stessa risposta anche a maggio.

2) La Fezzanese ha vinto meritatamente?

Ai nastri di partenza c’erano, oltre alla Fezzanese altre società competitive, ma quando una squadra a 7 giornate dalla fine si trova a +11 dalla seconda avendo perso solo 2 partite, direi che i numeri parlano da soli. Non resta loro che gestire il margine da qua alla fine.

3) La lotta per il secondo posto: chi vedi favorito?

5 squadre in 4 punti a sette dalla fine, bella lotta! Chi è davanti è sempre favorito perché deve guardare solo il proprio risultato senza dipendere dagli altri. Non conosco il calendario di ognuna, ma dopo la sosta ci saranno 2 scontri diretti Sammargheritese – Rivarolese e Genova Calcio – Imperia, da li in avanti di certo la situazione sarà più definita.

4) Un giudizio sulla lotta salvezza?

Moconesi a parte già retrocesso, dal Serra Ricco’ (18p) all’Albenga (30p) compresa, tutte le squadre sono coinvolte nella volata per la salvezza. Faranno la differenza i risultati negli scontri diretti, fermo restando che chi è avanti in classifica dovrebbe essere avvantaggiato a raggiungere la quota salvezza.

5) Com’è il tuo primo anno fuori dal campo, come lo stai vivendo?

Intanto colgo l’occasione per ringraziare il presidente Franini per l’opportunità che mi ha dato. Il campo mi manca e fuori si soffre di più in modo impotente! Il ruolo è molto più impegnativo di come mi aspettavo, nelle società ci sono dinamiche che da giocatore spesso non riesci a capire anche perché non ti è richiesto. Inoltre giocando è sicuramente più facile trasmettere esperienza e serenità alla squadra.

6) Le polemiche per i rinvii o i mancati rinvii per l’allerta meteo, secondo te in questi casi bisogna rinviare il campionato in blocco per evitare di falsarlo? Le partite sospese andrebbero recuperate dal minuto di sospensione come nei professionisti?

Le alluvioni di questi anni e le drammatiche conseguenze derivate hanno alzato il livello di sicurezza e di paura e le “allerte” hanno reso più frequenti i rinvii. Il rinvio di una partita fa parte del gioco e deve essere accettato, condivido meno la sospensione di una partita in corso, specialmente se le condizioni erano già compromesse prima di iniziare. Riguardo al ripartire dal minuto della sospensione, credo che i professionisti debbano fare i professionisti ed i dilettanti i dilettanti. Nei dilettanti non saremmo in grado di gestire certe dinamiche.

7) La morte di Astori ci ha toccato tutti: secondo te è stato giusto sospendere la serie A? Qualcuno dice che andavano sospesi anche i dilettanti altri invece che è una morte come tanti altri lavoratori...

La morte è una tragedia per tutti, che sia un lavoratore o un calciatore di serie A fa poca differenza. Premesso questo credo che sia stato giusto fermarsi in serie A. Chi stava guardando il pre-partita di Genoa – Cagliari ad esempio ha visto l’impatto emotivo della notizia su giocatori e dirigenti. Trai calciatori di serie A esiste amicizia che va oltre i colori, ed essendo un numero ristretto si conoscono tutti. Forse poteva essere giusto fermare tutti i campionati, però deontologia a parte, sarebbe stato un problema gestire tutto, sia nell’immediato visto che la notizia è uscita all’ora di pranzo, sia dopo nel gestire i recuperi. Nei dilettanti la lega ha optato per un minuto di raccoglimento che comunque va apprezzato come gesto in segno di rispetto.

8) Sempre più episodi violenti, aggressioni agli arbitri, aggressioni trai tesserati, non pensi che bisogna darsi una regolata, troppo nervosismo..

Direi di si!.. Credo che certi comportamenti non riguardino le Società, il calcio o lo Sport, in modo specifico, ma la sfera personale. Oggi i ritmi che la vita ti impone sono alti e questo genera stress e nervosismo, basta stare nel traffico un quarto d’ora per capirlo. Tornando al calcio, io stesso non ero sicuramente un santo, sono stato protagonista di molti episodi diciamo “al limite” in carriera, quando sei giovane pensi di essere un super uomo, pensi di spaccare il mondo.. poi crescendo certe visioni si modificano in meglio e capisci tante cose.. E’ chiaro che bisogna capire che il calcio è pure sempre un gioco, MOLTO serio, ma pur sempre un gioco.

9) Grandi vecchi che non smettono, Bracco e Ruocco, sono un esempio.. c’è un età per smettere?

Il divertimento non ha età, finchè uno si diverte deve giocare. Poi sulla scelta di giocare o smettere incidono alcune variabili, quali la condizione fisica, e gli infortuni patiti in carriera. La stanchezza a 40 anni arriva, se uno ha sempre lavorato e giocato facendo 3/4 allenamenti a settimana arriva ai 40 più logorato rispetto a chi magari non lavorava e giocava facendo 2 allenamenti.  Anche gli infortuni patiti hanno la loro importanza.. se hai subito infortuni seri il fisico a 40 anni ti presenta l conto e non puoi andare avanti prendendo antidolorifici.

10) Giovinazzo e Grosso dicono che i portieri hanno un ruolo sottovalutato, e che tante Società preferiscono spender poco e mettere fuoriquota vin porta, tu che ne pensi?

Sul portiere io ho un idea precisa, comprovata dalla scelta che ho fatto a Molassana, 2 portieri esperti. Il portiere è un ruolo delicato, se sbaglia prendi goal e magari perdi e buttare questa responsabilità su un ragazzo giovane mi pare rischioso sia per lui che per la squadra. Nell’immaginario di tutti c’è la regola che l’errore del portiere è uguale a quello dell’attaccante che sbaglia un goal, ma poi nella realtà non è così, in un caso cambia il risultato nell’altro no. Il problema reale però secondo me è spesso le Società che fanno la scelta di giocare con il portiere giovane poi non riescono a sostenere tale scelta per tutto il campionato e dopo qualche errore che costa punti lo cambiano. E’ in questi casi che penalizziamo realmente il ragazzo.

11) E sulle regole dei giovani in generale cosa ne pensi?

Intanto i giovani bravi giocano. In Promozione ed Eccellenza l’età media si è abbassata e molti allenatori giocano anche con più fuori quota rispetto alla regola. Per questioni di budget le Società attualmente stanno lavorando in questo senso. E’ diversa solo la “scala delle presenze” prima iniziavi con 3-4 a salire fino a diventare titolare, oggi fai il percorso inverso parti con 30 presenze per arrivare a 10, ma poi se resisti e meriti torni titolare. Il problema reale secondo me è un altro.. Anche i ragazzi nati nei primi anni 80 hanno beneficiato della regola sui fuori quota, ma con effetti diversi sul seguito della loro carriera. I ragazzi di oggi sono abituati ad ottenere tutto subito e senza il minimo sacrificio, nel calcio come nella vita. Alla prima difficoltà alzano bandiera bianca e abbandonano. Questo “scoglio” nel calcio può essere un allenatore che non li vede piuttosto che un compagno di ruolo in concorrenza, non fa differenza.. meglio smettere che combattere..  

 

PDP

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