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Prima categoria | 19 marzo 2018, 20:05

Anura Cimieri: "Quella volta in cui i miei compagni si volevano colorare la faccia di nero..."

Il fantasista della Burlando parla del razzismo: "E' ignoranza e provocazione. Ormai ci sono abituato ma non sono mai stato espulso per reazione. Quest'anno sono felicissimo: il presidente Canepa è un passionale e mister Bonaldi merita ben altre categorie..."

Anura Cimieri: "Quella volta in cui i miei compagni si volevano colorare la faccia di nero..."

Anura Cimieri, classe 1990, 28 anni appena compiuti, originario dello Sri Lanka, è stato adottato, e a 2 mesi era già Italia, oggi è italiano a tutti gli effetti. Classe sopraffina, è uno dei punti di forza della Burlando di Silvio Canepa e Joscka Bonaldi.

Con lui parliamo di calcio e, naturalmente, anche del tema del razzismo.

“Ho cominciato a 6 anni nell'Albaro – racconta- poi a 10 anni ho vinto il Ravano con le Immacolatine. Li mi hanno visto Genoa e Sampdoria, che mi volevano, e da sampdoriano ho scelto la Samp anche se avrei accettato anche il Genoa. Ho fatto 5 anni di Sampdoria fino agli Allievi, poi sono tornato all'Albaro, dove ho fatto gli Allievi”.

Poi il grande salto verso una prima squadra, saltando la Juniores:

“Si, ho debuttato nella Sammargheritese in Eccellenza come fuoriquota, giocando con gente del calibro di Alberti, Florio, Dell'Amico, come allenatore c'era Plicanti. Ho segnato alla prima di campionato, giocavo trequartista dietro Alberti e Florio, ero il pupillo di Alberti”.

Anura è cosi bravo che spuntano addirittura due procuratori:

“Gedda e Bonini erano i procuratori di Criscito, e mi hanno portato a fare un provino ad Alessandria contro il Pavia, il provino andò bene e ho fatto un anno coi grigi nella Berretti e aggregato alla prima squadra in C2. L'anno dopo sono andato in prova in Serie D a Savona, ma poi al mio posto hanno preso un argentino, e io volevo smettere dopo aver assaporato il mondo dei professionisti”.

Passato il periodo di grande delusione, Cimieri torna ad Albaro.

“All'Athletic ho fatto due anni in Promozione con Oliva, un grande allenatore, quando sono arrivato mi ha accolto benissimo. Quindi un'esperienza in Eccellenza alla Culmvpolis, con Cipani, e poi il Castelletto dove nel frattempo era arrivato ancora Oliva”.

Anura a quel punto non pensa più in grande ma va a giocare in Seconda:

“Alla Levante ho vinto la Seconda C, con mister Galleni, che poi ho avuto tre anni a Bogliasco. Andavo d'accordissimo con il presidente Odoardo Rebecchi, ma dopo tre anni mi sono accorto che non c'era pià spazio per me, e cosi ho scelto la Burlando”.

Cimieri è davvero contento di quest'anno con le “tigri”:

“Sono felice di questa scelta, il presidente Silvio Canepa ha una passione incredibile, ci trasmette una grande voglia, mentre mister Joscka Bonaldi merita molto di più di una prima categoria. Abbiamo tanti giovani, facciamo tre allenamenti alla settimana, siamo ambiziosi, purtroppo abbiamo perso male con la Superba, il nostro gioco palla a terra è stato penalizzato su un campo impossibile, anche se il primo tempo abbiamo fatto meglio noi. Io ci credo, possiamo farcela, il primo posto non è perso ma almeno nei playoff ci dobbiamo entrare. Dobbiamo battere il Bargagli San Siro, sarà fondamentale vincere sabato e sperare che il Mignanego perda, poi abbiamo l'ultima partita conrtro di loro...”

Anura, quali sono i mister a cui devi di più?

“L'allenatore più bravo l'ho avuto ad Alessandria, Luigi Manueli, poi Guido Poggi alla Sampdoria”.

I giocatori più forti con cui hai giocato:

“Marilungo e Fiorillo, che poi hanno esordito nei professionisti, Luca Alberti, devastante, Florio, un goleador implacabile”.

Nel calcio ti sei fatto tanti amici?

“Due su tutti: Alessandro Pugliese che oggi gioca nel Pieve, un grande amico, e Luca Guglielmoni, oggi all'Atletico Quarto, ho iniziato a giocare con lui a 6 anni”.

Argomento tabù, il razzismo. Tu hai la pelle scura, cosa ti senti di dire in merito? Hai mai vissuto episodi spiacevoli?

“Ne trovati mille avversari scorretti e maleducati, ti brucia un po' quando se la prendono col colore della tua pelle, ma non sono mai stato espulso per reazione. Nel 2018 ormai parlerei di ignoranza, provocazione, più che razzismo. E' un po' come dire “ciccione”, indubbiamente il “negro di merda” mi colpisce, ma credo che la cosa migliore sia ignorare chi te lo dice. In Serie A si ferma il gioco, ma secondo me bisogna prendere quei pochi scemi che urlano e non farli andare più allo stadio. Ricordo un episodio della mia carriera: quando sono tornato all'Albaro dopo l'esperienza di Alessandria, in Promozione un avversario di una squadra di cui non faccio il nome mi ha insultato. I miei compagni nella partita di ritorno volevano colorarsi di nero la faccia in mio favore, ma io non ho voluto. Anche se la cosa mi ha fatto molto piacere...”

In chiusura due doverosi ringraziamenti:

"Alla mia fidanzata Nicole che è la mia prima tifosa. E a mia mamma e a mio papà che adottandomi hanno reso la mia vita speciale".


PDP

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