/ Terza categoria
Lavoro in Italia

Cerca sul sito

Vai all'archivio ›

Terza categoria | 19 marzo 2018, 11:24

Il personaggio. Franco Bobba: "Sono troppo "buono" per questo mondo..."

Grandissimo talento, grandissimo allenatore, ha avuto qualche problema personale ma oggi rientra in scena allenando i profughi del Ceis: "Con loro posso fare il maestro di calcio. Ho sfiorato i professionisti col Modica in Serie C poi ho fatto il dilettante conoscendo persone speciali come Sarti Magi, Tumminello e Sgrò e allenatori che mi hanno dato tanto come Stoppino, Brogi, Parodi e Bodi"

Il personaggio. Franco Bobba: "Sono troppo "buono" per questo mondo..."

Franco Bobba, classe 1958, è uno dei personaggi più puri, veri e sinceri che ci è capitato di incontrare in tanti anni di calcio. Un buono, a cui la vita non ha dato tutto quello che meritava, anzi forse ha tolto, proprio per la sua grande bontà d'animo.

Tecnicamente sopraffino, da giocatore, un passo avanti agli altri, da allenatore, ma “troppo buono” in un mondo di squali. Oggi allena il Ceis Genova Sport, squadra di profughi africani che ha tentato l'avventura in Terza Categoria.

“Ho avuto un po' di problemi personali – racconta Franco – ma qui al Ceis ho conosciuto tante belle persone, loro hanno dato una mano a me e io sto dando una mano a loro. Stiamo tentando la strada dell'integrazione attraverso il mondo del calcio, purtroppo incontrando qualche problematica, perchè il tabù del razzismo è ancora pesante. Ho una bella squadretta, abbiamo incontrato squadre correttissime ed altre meno, fortunatamente i miei non cadono nelle provocazioni....”

Parlaci dei tuoi giocatori e del campionato:

“Il più bravo di tutti è Ismail Dosso che potrebbe giocare in Serie D ma che per problemi alla schiena non ha ancora giocato. Per il resto ti dico Cherifo, Anderson, Landing, Bassirou sono i più bravi, dei veri talenti... Quanto al campionato, lo vincerà il Rensen, loro sono primi dall'inzio, hanno un buon organico, allenati dal mio amico Luca Rolandone, uno che sa di calcio, una persona vincente, intelligente, che sa stare al suo posto... Per i playoff dico Campo Ligure, Virtus Granarolo, Cep e Montoggio”.

Parlaci della tua società:

“Bisogna vedere il prossimo anno cosa hanno intenzione di fare i dirigenti, forse era meglio partire con un anno di calcio amatoriale e poi fare la Terza, per fare le cose più graduali. Io vorrei portarla avanti, questa squadra, ma la vedo da allenatore, certo avrei bisogno di qualche dirigente che mi affianchi, ho due ragazzi bravissimi come Mirko e Celestino che mi danno una mano ma sono operatori del Ceis e non possono prendersi incombenze ulteriori”.

Franco, eri fuori dal calcio da un bel po'...

“Dieci anni giusti, fuori dal calcio, per una mia scelta, e così nessuno mi ha più chiamato. L'anno scorso sono rientrato col Ceis e con la leva 2010 del Campomorone. Il mio obiettivo ora è rimanere con questi ragazzi a lungo”.

Come mai avevi abbandonato il calcio?

“Non mi ci trovo più in questo tipo di calcio, non ci sono più i valori di una volta, e io non ho il carattere per fare l'allenatore. Mi piace fare il maestro di calcio, e devo dire che questi ragazzi mi stanno a sentire...”

Da allenatore quali sono i tuoi ricordi più belli?

“L'ultimo anno che ho fatto, ho vinto il campionato di Seconda col Pegli. Ma il periodo più bello è stato quello della Crevarese, 5 anni meravigliosi che ricordo con grande affetto, con il grande Riccardo Costa, Laviosa, Crispoldi, dirigenti vecchio stampo. Ci siamo divertiti tanto, con giocatori del calibro di Salomone, Mencaraglia, Roversi, Calabretta, i fratelli Cappai, Didi Di Marco, Spissu, Bevilacqua, Lipani, Musio....”

Da giocatore invece hai calcato campi prestigiosi:

“Ho giocato a Modica, in Serie C, poi mi sono rotto tibia e perone, avrei potuto entrare nei professionisti, invece sono rimasto dilettante ma ciò mi ha permesso di conoscere persone speciali come Sarti Magi, Compagnone, Masi, Tumminello, lui era un talento che poteva fare carriera ed è molto bravo oggi come allenatore. Poi ho fatto il Rapallo in D, con Pini, Pellini, Giribaldi e Bovio, e il Pontedecimo, la squadra più gloriosa a Genova, che oggi non esiste più ma ai miei tempi era la terza squadra di Genova, con gente come Cappanera, Fotia, Sarti Magi, Salvatici, Armienti”.

I compagni a cui sei rimasto più legato?

Marco Piana e Butera, gran portiere e grande amico, ma ho un grande legame con Tonino Sgrò. Aldo Rizzuto invece è uno dei più forti con cui ho giocato”.

Gli allenatori che ti hanno insegnato di più?

“La buonanima di Gianfranco Stoppino, un allenatore moderno, giocava col fuorigioco negli anni 70, con lui ho esordito a 16 anni nella Pra Folgore, poi Victor Brogi, Basilio Parodi e Gigi Bodi che mi ha permesso di giocare nei professionisti, la serie C l'ho assaporata grazie a lui”.

I giocatori più forti che hai allenato?

“Cesare Bellebuono e Angelo Tubico, due teste matte ma con me molto rispettosi”.

Cosa cambieresti del calcio di oggi?

“Non mi piace il tatticismo, oggi già un bambino viene instradato verso la tattica, se dribbla lo fermano, non ci sono più i difensori che sanno marcare, io giocherei ancora vecchia maniera col libero. Mi entusiasmava il gioco del calcio di una volta, c'erano giocatori molto piu forti ora si punta solo sul fisico, e poi i procuratori hanno rovinato il calcio....”


Paolo Dellepiane

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore