Promozione - 20 marzo 2018, 20:34

L'ingegner Paolo Bianchino, il "tappabuchi" del Baiardo

Nato a Imperia, ha giocato nella sua città e poi per motivi di studio è passato all'estremo opposto, militando nel Canaletto e nel Valdivara. Oggi è un punto di forza della squadra di Poggi ma lui non ama la ribalta: "Siamo un gruppo, e io gioco un po' ovunque, da terzino a centrocampista a esterno d'attacco: i miei compagni mi prendono in giro e dicono che tappo i buchi..."

Paolo Bianchino (a sinistra) qui con Alarcon del Molassana

Paolo Bianchino (a sinistra) qui con Alarcon del Molassana

Paolo Bianchino, classe 94, oggi al Baiardo, è un autentico giramondo del calcio ligure. Ha spaziato in tutta la nostra regione dall'estremo Ponente all'estremo Levante e oggi si è stabilizzato a Genova con la maglia del Baiardo.

Cresciuto nell'Imperia, città dove è nato, fino a sfiorare la D, passa poi al Golfodianese (10 presenze e 1 gol), qui cambia completamente riviera e va al Canaletto (3 gol il primo anno, 30 presenze e 7 reti il secondo), poi Valdivara (29 presenze e 1 gol), quindi Baiardo (28/5 e 17/5 nella attuale stagione).

Paolo, raccontaci qualcosa della tua carriera, hai girato molto, da una parte all'altra della Liguria, Imperia, Golfodianese, Canaletto, Valdivara...

Si è vero ho girato molto, sono nato ad Imperia dove ho fatto tutta la trafila delle giovanili, poi quando si è trattato di giocare con i grandi mi sono ritrovato in una realtà probabilmente troppo grande per me in cui ho giocato poco. Poi l'anno successivo mi sono iscritto all'Università e mi sono trasferito a La Spezia e tramite dei contatti sono giunto al Canaletto che mi ha accolto alla grande per cui ringrazio la società. Li ho trascorso 2 anni fantastici il primo di ambientamento e nel secondo abbiamo rischiato l'impresa di vincere il campionato, fallendo a 2 giornate dalla fine lo scontro diretto con la mia attuale squadra, il Baiardo. Successivamente a quella bella stagione tutto il gruppo si è sciolto e per me, assieme ad alcuni miei compagni, è arrivata la chiamata del Real Valdivara nel quale dopo una stagione molto difficile con tanti sacrifici ed umiltà abbiamo raggiunto una salvezza quasi impossibile. Al termine di quell'anno mi sono laureato e ho deciso di continuare i miei studi a Genova, dove però non ero molto conosciuto. Solo il Baiardo di mister Poggi mi ha dato una possibilità. L'anno scorso non è stato facile ma quest'anno sta andando molto bene per il momento. Al termine di quest'anno conto di prendere la Laurea specialistica in Ingegneria e con il tempo si vedrà dove e cosa mi riserverà il futuro.

Adesso sei da due anni un punto di forza del Baiardo, con una discreta confidenza con il gol, 5 anno scorso 5 quest'anno... Descrivici il tuo ruolo e il tuo modo di giocare.

Non mi sento un punto di forza del Baiardo, siamo un gruppo, siamo tutti importanti e con punti di forza in egual misura. Io cerco solo di dare il massimo, come tutti. Mi capita di fare gol, a volte mi trovo nel posto giusto al momento giusto e con qualche rigore, non posso lamentarmi, sono contento così. Il mio ruolo è un po' strano mi capita di giocare terzino, centrocampista o esterno d'attacco, i miei compagni prendendomi in giro dicono che tappo i buchi, ma forse hanno ragione...

Quest'anno una lotta a 4 per il titolo, secondo te chi la spunta ....

Non mi va di fare previsioni, ma noi ci siamo e daremo tutto quello che abbiamo per riuscirci. Vedremo il 6 maggio chi sarà stato più bravo degli altri.

Domenica prossima Baiardo-Golfo sarà decisiva?

Può darsi, ma il campionato non finisce li nè per noi nè per loro. Ci sono 3 punti in palio come per le altre 6 partite che mancheranno.

Qualche nome, gli allenatori migliori che hai avuto e i compagni di squadra più forti della tua carriera?

Ho girato molte squadre quindi è normale abbia giocato assieme a tanti giocatori forti e ne dimenticherò tanti. Cito con piacere Giacomo Maggiore, Alessio Poli e Niccolò Cutugno che erano i punti fermi del Canaletto, Giuseppe Giglio con il quale sono cresciuto, Davide Crosetti, tutti i miei compagni attuali tra cui il mio vicino di posto Riccardo Scalamera, e tutti i giocatori che erano nella Pro Imperia che arrivavano da varie parti d'Italia. Ad allenatori sono stato fortunatissimo. Riolfo, Corrado e Rolla mi hanno insegnato tanto, come Poggi in questi due anni, e poi mio nonno che è stato il primo a mettermi un pallone tra i piedi.



PDP

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