Seconda categoria - 20 marzo 2018, 17:02

Le donne nel calcio. Rita Valle: "Se mollerò, dovrò dare spiegazioni solo a Stefano Castellaro"

La mitica barista di Arenzano è nel calcio dal 1993: "Ho fatto di tutto, dalla lavandaia alla guardarobiera, poi nel 2006 ho preso in gestione il Bar del campo sportivo e nel 2001 ho fondato il Val Lerone in ricordo di un ragazzo che per me era come un figlio. Ma oggi è sempre più dura mantenere in vita una squadra. I miei preferiti? Pino Fossati, Fabio Fossati, Vittorio Coloretti e... Julio Sole Sagna"

Le donne nel calcio. Rita Valle: "Se mollerò, dovrò dare spiegazioni solo a Stefano Castellaro"

Continuiamo l'inchiesta sulla presenza delle donne nel nostro calcio, e lo facciamo con uno dei personaggi più amati dai dilettanti, liguri, la mitica Rita Valle, che da una vita tutti identifichiamo con il bar del campo di Arenzano.

Rita è entrata nel mondo del calcio nel lontano 1993:

“Ho iniziato in quella data a fare tornei al campo di Arenzano -racconta- e da allora ho fatto di tutto, la lavandaia, la guardarobiera, la magazziniera, la segretaria. Alla Polisportiva Arenzano sono rimasta fino al 2005, poi lasciai per dissidi con gli allora dirigenti della società...”

Nel 2006 ritorna al Gambino sotto un'altra veste, che ricopre ancora oggi:

“Ho preso in gestione il bar del campo sportivo, che mi scadrà il prossimo luglio. Vedremo se la prossima stagione sarò ancora qui. Questa è casa mia, e non mi vedo in nessun altro posto, ma la vita non si sa mai cosa ti riserva... L'idea è restarci ancora qualche anno, giusto il tempo di andare in pensione...”

Dal 2011 Rita è presidente della sua creatura, il Val Lerone:

“Sapete tutti perchè è nata questa società, per ricordare Stefano Castellaro. Sono quasi 7 anni che non c'è più, è mancato infatti il 13 agosto 2011, la squadra è nata per lui ed è stata fatta col cuore, è come se mi fosse mancato un figlio, un pezzo del mio cuore. Dal 2001 sono con me tutti gli amici di Stefano, da Sacco a Rachele, da Canepa a Lanteri a Sanna, con loro abbiamo condiviso il ricordo di Stefano”.

Una creatura che quest'anno ha dato un po' di problemi a Rita:

“Una brutta annata, che arriva dopo i successi dell'anno scorso, quando abbiamo vinto la Coppa Liguria. Non so cosa sia successo quest'anno, forse i ragazzi sono troppo amici, forse sono da troppi anni insieme, ma è una annata tribolata, speriamo di salvarci perchè altrimenti sarebbe una delusione troppo grande. E poi comincio a non farcela più, è diventato troppo difficile mantenere una squadra di calcio per piccola che sia. E poi dipende dal mio lavoro: se tengo il bar tengo anche la squadra, altrimenti non so come andrà a finire. Se mollerò, dovrò dare spiegazioni a una persona sola, Stefano Castellaro che da lassù capirà”.

Rita, cos'è il calcio per te?

“E' la mia vita, io vivo qui al campo, lo vivo, lo respiro, lo mangio, mi piace l'ambiente, mi piacciono i ragazzi, i nostri bambini, degli altri ne farei volentieri a meno, in fondo sono un maschiaccio...”

La cosa che ti piace di meno del calcio?

“La politica, quando entrano in scena tante cose che esulano dal calcio, mi piace solo il divertimento, non mi piace la malignità, la voglia di protagonismo, il voler arrivare a tutti i costi, dovrebbe essere un ambiente sano, ma i soldi lo hanno rovinato, tanti anni fa era solo volontariato, bisognerebbe tornare a quei tempi ma nessuno ormai fa niente per niente”.

Cos'è Arenzano e l'Arenzano per te?

“Io sono di Arenzano, ho sempe vissuto qui, la mia è una delle famiglie più vecchie di Arenzano, quindi l'affetto è tanto”.

I tuoi Oscar: cominciamo dal miglior Presidente:

“Pino Fossati su tutti, poi Baroni, Turello, un grande uomo, un grande dentista, e poi il mio “nonno” Garetto, la persona più cara che ho nell'Arenzano, senza portafoglio come dice lui ma un grande presidente...”

Il miglior direttore sportivo?

“Ce ne sono tanti, Puggioni, Seghezza, Castagna ma è grande l'affetto che mi lega a Vittorio Coloretti, come fosse mio fratello...”

Il miglior allenatore?

“Che domande, Fabio Fossati! Sostituito adesso da Beppe Maisano, una gran brava persona”.

I migliori giocatori che hai visto passare?

“Cattardico, Aloe, Bottaro, Mussi, Genocchio, Cadenazzi, Totò Silvestri, Congia, tutti grandi giocatori. Per il resto ho un ottimo ricordo di tutti, si contano sulle dita di una mano quelli che mi sono stati antipatici... Ricordo invece con affetto un ragazzo che passò da qui come una meteora, ai tempi di mister Crovetto, un ragazzo di colore francese, che mi disse che per lui ero come la sua mamma. Stette solo tre o quattro mesi con noi, il suo nome è Sole Julio Sagna”.

Andiamo sul personale, piatto preferito?

“Amo la cucina ligure, quindi la pasta col pesto, ma come cuoca so fare bene il pesce....”

La tua città preferita?

“Genova, dove sono nata e cresciuta”.

La vacanza preferita?

“Ho girato il mondo, ma voto la Sardegna e la Puglia, però presto dovrò amare Toronto, visto che mio figlio vive laggiù...”




Paolo Dellepiane

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