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Serie D | 10 aprile 2018, 14:51

Andrea Dagnino: "Quest'anno ho vissuto il calcio da un'altra angolazione. E non è stato un anno buttato..."

L'ex mister di Lavagnese e Sestri a ruota libera sulla Serie D e sui suoi colleghi: "Fossati merita la C, faccio il tifo per lui, non capisco l'esonero di Venuti, massimo sostegno per Buttu che cerca la salvezza, Monteforte rimane uno dei migliori in assoluto"

Andrea Dagnino: "Quest'anno ho vissuto il calcio da un'altra angolazione. E non è stato un anno buttato..."

Un'annata calcistica senza il “Principe” Andrea Dagnino non è normale. E allora siamo andati a disturbarlo in questo suo anno sabbatico, facendo due chiacchiere in libertà soprattuto su quel campionato che con Lavagnese e Sestri Levante è stato il suo habitat naturale per tanti anni.

“Mi sono dedicato alla famiglia, finalmente – racconta Andrea- e ho studiato tanto, seguendo da spettatore interessato la Serie D...”

E allora cominciamo dal miracolo Albissola:

“Fabio Fossati lo conosciamo. È un signor allenatore. Ci sono stagioni che quando nascono nel modo giusto puoi andare anche oltre le tue possibilità, con l'entusiasmo sconfiggi anche i draghi... L'Albissola ha avuto il coraggio di prendere un allenatore che sembrava non volesse più nessuno, rimasto fermo non so se per scelta o necessità. Fabio lo merita, questo successo, è un ottimo allenatore, che si sa modificare e sa stare coi ragazzi. Merita la Lega Pro, faccio il tifo per lui”.

Rimpianti per non esserti mai trovato cosi in alto con la tua Lavagnese, che forse in passato è stata anche più forte di questo Albissola?

“Ci sono state circostante diverse, il girone A è estremamente più difficile, è uno dei più difficili d'Italia a livello tecnico/tattico e come qualità degli allenatori. Ho il rimpianto di non aver avuto la stessa squadra in un girone più abbordabile”.

Il girone E è quello con il punteggio più basso nelle prime posizioni, come lo spieghi?

“La Toscana era stata per anni il centro più competitivo per la crescita di giocatori importanti, ora sono Lombardia e Piemonte le regioni leader, anche a livello professionistico, e le squadre di Serie D ne beneficiano. In Liguria per servire 8 squadre di Serie D servirebbero 80/100 ragazzi di valore all'anno, ma non ci sono, e ne subisce danni tutto il girone”.

Chi vincerà?

“Credo che la Sanremese abbia ancora qualche carta da giocarsi, ma ha buttato via molti punti, non so quanto ancora ci credano. L'impressione dall'esterno è che nessuno ci voglia andare in C, il Savona che ci vorrebbe andare invece ormai ha perso il treno...”

Un giudizio sul ricorso del Savona?

“Che senso ha? Un ricorso che non ha ragione di essere, non esiste nel regolamento, se ogni società dovesse far ricorso perchè pensa o è sicura di aver subito un torto, che fine farebbe il calcio?”

Un commento sul recente esonero di Venuti nella “tua” Lavagna:

“L'esonero di Venuti faccio fatica a commentarlo. Una società che ha fatto 5-6 volte i playoff, dopo di me e Tabbiani, non può pretendere la luna da un allenatore che non ha mai allenato in D. Venuti era una scommessa, non lo puoi cacciare a 4 giornate alla fine, se punti su un allenatore o gli dai la possibilità di arrivare fino in fondo o non lo devi neanche far partire...”

Un giudizio sul Sestri Levante?

“Alla luce della classifica, la salvezza è a portata di mano, ma coi valori che ha poteva fare molto di più. L'anno prossimo con il centenario di Lavagnese e Sestri mi aspetto dei botti, credo che le due società vorranno fare le cose in grande”

Il Ligorna si sta confermando come terza squadra di Genova:

Monteforte è uno degli allenatori più bravi in gro, ha fatto molto bene nonostante tanti episodi sfortunati, ha un campo che genera molte difficoltà, diciamo che loro sono quelli più “dilettanti” di tutti visto le strutture, quindi i loro risultati assumono ancora maggiore spessore”.

Il Finale si salverà?

“Mi aspettavo che dopo grandissime cose avrebbe potuto avere dei problemi, magari per un rilassamento inconscio. Mister Buttu ha tutto il mio sostegno. È un grande allenatore”.

Infine l'Argentina:

“Il passaggio di consegne in società ha generato qualche scompenso, ma è una realtà che conosco poco...”

Come hai vissuto quest'anno ai margini? Sei pronto a rientrare?

“Per la prima volta ho visto il calcio da un'altra angolazione, quando non lavori ma sei spettatore vedi meglio l'aspetto tattico con maggiore lucidità. L'ho vissuto con serenità, non è stato un anno buttato via. Fortunatamente un lavoro che mi dà da mangiare ce l'ho, il mio raggio d'azione nel calcio ormai è limitato qui nel Levante. Il mio obiettivo di vita era mettere al mondo due figli e stargli dietro, oggi hanno 14 e 9 anni, ho avuto opportunità di fare calcio anche quest'anno ma ho rinunciato per stare vicino alla famiglia. Il calcio per me è una grande passione, se posso fare calcio qui vicino a casa, in una prima squadra o in un settore giovanile importante, sono felice, altrimenti non è la mia ragione di vita principale”.


PDP

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