Calcio - 24 aprile 2018, 13:50

INTERVISTA ESCLUSIVA A FABIO VICINANZA: "Basta cultura del sospetto. Dobbiamo crescere tutti"

Il presidente regionale dell'AIA interviene sulle polemiche per la designazione di Pietro Campazzo per Athletic-Little Club di due domeniche orsono: "Rifarei quella scelta, il ragazzo è uno dei nostri migliori arbitri ed era sereno. Basta dietrologie, le squadre pensino a giocare sul campo"

Fabio Vicinanza

Fabio Vicinanza

I campionati entrano nel vivo, anche nei dilettanti siamo alle fasi finali, i punti contano doppio e non mancano le polemiche. Neanche nel calcio ligure. La scorsa settimana ha fatto discutere in Promozione la designazione di Pietro Campazzo, uno dei migliori arbitri liguri, per Athletic-Little Club. Qualcuno ha osservato che Campazzo, figlio di un allenatore delle giovanili dell'Athletic, non avrebbe dovuto arbitrare quella partita. Lo stesso presidente dell'Athletic, Sergio Imperato, il venerdi precedente la partita, aveva interpellato il presidente AIA Fabio Vicinanza, facendogli presente l'eventuale opportunità di cambiare designazione visto il possibile coinvolgimento emotivo di Campazzo, ma gli è stato risposto dai vertici AIA che non ci sarebbe stato nessun problema da parte del direttore di gara a dirigere quella partita. Non sono mancate le polemiche da parte delle altre squadre coinvolte nella lotta per l'Eccellenza. E noi siamo andati a sentire proprio Fabio Vicinanza, presidente regionale AIA. Ne è nata un'intervista molto interessante.

Andiamo a leggerla.

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Fabio Vicinanza, rifarebbe quella designazione?

“Vorrei innanzitutto fare passare un messaggio: è una polemica che non esiste, i nostri arbitri sono tutti seri, imparziali, indipendenti”.

E' vero che è stato avvertito dal presidente Imperato?

“Confermo, abbiamo filtrato la cosa, ma abbiamo ribadito che non c'era nessun problema da parte nostra né da parte del ragazzo ad arbitrare l'Athletic. Rifarei la stessa scelta”.

Vicinanza si sofferma su un concetto:

“Mi chiedo perchè un giocatore possa passare da una squadra all'altra senza destare nessun clamore, mentre sugli arbitri esiste sempre la cultura del sospetto. Le squadre dovrebbero pensare solo a giocare. Comprendiamo come ci siano classifiche corte in questo finale di campionato, e la tensione sia alta, ma l'arbitro scende sempre in campo per fare del suo meglio senza condizionamenti”.

Il presidente AIA rincara la dose:

“E' una polemica sterile, ci dovrebbe essere da parte di tutti una crescita culturale, le energie andrebbero riservate per il terreno di gioco, nessuno deve pensare a favoritismi da una parte o dall'altra”.

E' vero che gli arbitri a inizio anno segnalano le squadre che preferisco non arbitrare?

“Si, ogni arbitro segnala eventualmente ogni incompatibilità a inizio anno, elencando le squadre che per motivazioni varie preferisce non arbitrare”.

(qui sotto in allegato la scheda che gli arbitri compilano a inizio stagione).

Nello specifico la situazione di Pietro Campazzo era ben delineata:

“Nell'Athletic gli anni scorsi c'erano i fratelli di Campazzo, e lui aveva giustamente segnalato la preclusione per l'Athletic, quest'anno l'arbitro ha tolto la preclusione. Non ha ritenuto condizionante il fatto che il padre alleni i Giovanissimi dell'Athletic, e io concordo con lui. Ritengo esagerata la dietrologia che contraddistingue il nostro mondo. Viviamo in ambiente dilettantistico, trovo inopportuno mutuare il mondo dei professionisti. Auspico da parte di tutti una crescita culturale di un determinato tipo. Non trovo corretto creare ulteriori situazioni di imbarazzo, lo ritengo un modo molto poco sportivo di tirare acqua al proprio mulino”.

Sull'episodio in particolare Vicinanza conferma:

“Imperato mi ha chiamato il venerdi precedente, chiedendomi se fosse opportuno mandare ugualmente Campazzo ad arbitra l'Athletic, timoroso che avrebbe potuto non essere sereno. Un'altra società mi ha chiamato il lunedi successivo facendomi presente l'inopportunità della decisione. Ecco, non avrei voluto ricevere nessuna delle due telefonate. Credo nella bontà e nella professionalità dei nostri arbitri, rifarei mille volte la stessa designazione. In fondo è un po' come Massa di Imperia che va arbitrare Genoa-Sampdoria. Gli unici vincoli che ha arbitro sono lavorativi e di residenza. Campazzo è tra i migliori arbitri che abbiamo, l'unica squadre che non avrebbe dovuto arbitrare sarebbe stata la squadra del padre, ovvero i giovanissimi dell'Athletic. Se Campazzo se la sentiva, non vedo perchè dovevamo privarlo della possibilità di dirigere una partita importante per la sua crescita formativa”.

Il messaggio di chiusura di Vicinanza è chiaro:

“Le squadre devono solo pensare a giocare, dobbiamo crescere tutti, il risultato non può essere sempre e soltanto colpa dell'arbitro...”

Ringraziamo Fabio Vicinanza per la squisita disponibilità e per il messaggio che ha mandato a tutte le società dilettantistiche. Il dibattito resta aperto nel mondo dei dilettanti: Campazzo doveva o no inserire l'Athletic fra le squadre precluse?

(qui sotto in allegato la scheda che gli arbitri compilano a inizio stagione).

Paolo Dellepiane

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