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Attualità | 31 maggio 2018, 14:09

Sport per tutti a Multedo: lo splendido pomeriggio organizzato dalla Levante C raccontato da una blogger

Leggete le parole di Tiziana Graziano che racconta l'evento andato in scena martedi scorso sul campo e sulla spiaggia di Multedo

Sport per tutti a Multedo: lo splendido pomeriggio organizzato dalla Levante C raccontato da una blogger

#unacosabellaalgiorno blog di Tiziana Graziano

....Ci sono articoli che devo scrivere a caldo, così, appena finita la giornata per avere ancora addosso le belle sensazioni e provare quindi a trasmetterle con la stessa intensità con cui le ho vissute.

L’associazione sportiva Levante C Pegliese ha organizzato nella giornata del 29 maggio, in concomitanza della presenza della Nazionale Calcio Amputati che si allenerà fino al 2 giugno presso i loro campi, una giornata di sport libero per tutti e senza barriere.

Cosa significa senza barriere? Che chiunque, anche con disabilità, poteva provare i diversi sport presenti e poter anche verificare che lo sport è possibile sempre e anzi è un buon pretesto per rimettersi in gioco.

L’iniziativa è stata promossa dalla Levante C Pegliese del presidente Marco Doragrossa, nel più ampio progetto di riqualificazione socio/sportiva dell’area ex Multedo 1930 a beneficio di tutta la cittadinanza e con lo scopo preciso di creare spazi accessibili a tutti e di promuovere iniziative legate all’integrazione sociale e sportiva con metodologie uniche in Italia.

Ovviamente tantissime sono le collaborazioni e gli sponsor e vi rimando al loro sito per scoprirle tutte.

Sono appena tornata da questa bellissima giornata con delle certezze. Primo che ho trovato su quel campo ben tre soggetti dei miei articoli. Ero a conoscenza della presenza della Nazionale ma non di quella di Alessia Doragrossa, che assieme al Branco e al gruppo cinofilo ha fatto dimostrazioni di salvataggio in acqua con i cani e ha aiutato nella attività con la moto d’acqua.e di Marco Rinaldi, in qualità di presentatore, che è sempre in prima fila quando c’è da presenziare in iniziative benefiche e a scopi sociali. Ciò mi conferma che sono sulla strada giusta. Tutto torna.

La seconda certezza è che lo sport è già di per sé un’ottima medicina. Parlo da pigra, purtroppo. Ma oggi vedere così tanti bambini sui tatami delle arti marziali, sul campo a giocare a pallone o a pallavolo, divertirsi e correre nonostante il gran caldo mi ha fatto capire che i bambini hanno bisogno di praticare sport, di essere liberi di muoversi e di imparare una disciplina. Sapere che qui, alla Levante C Pegliese qualunque bambino è ben accetto e che la sua voglia di fare sport sarà soddisfatta è una gran conquista. Sì, perché l’inclusione purtroppo non è sempre una cosa scontata ed è anche giusto sapere che bambini abituati a condividere anche lo spazio sportivo con chi magari ha una diversa abilità renderà un domani questi bambini degli adulti rispettosi.

La Levante C Pegliese a novembre 2017 ha aperto la sezione sport paralimpici denominata Levante C FD (for disabled) ad oggi frequentata da circa 15 atleti con proiezione di raggiungere 30 iscritti entro febbraio 2018 e di formare una squadra per ogni macro – area di disabilità Fisica – Mentale – Sensoriale con l’obbiettivo di aggiungere i 60 iscritti entro la fine del 2018.

Aggiungo peraltro che gli atleti non sono solo bambini e anzi si è creata una vera squadra Amputati Levante C. Il progetto prevede assieme alla riqualificazione dell’area anche l’introduzione di altri attività sportive quali sport da spiaggia, nautici, ciclismo, ed e-Sports (sport digitale da poco riconosciuto come attività sportiva olimpica e Paralimpica) che oggi si poteva provare in apposito stand.

In questo contesto ho potuto anche osservare e far provare a mio figlio Marco la moto d’acqua guidata da Fabio Incorvaia, sette volte campione del mondo in questa disciplina che coniuga equilibrio e velocità. Questa è la moto terapia, inventata da Vanni Oddera, campione di Freestyle Motocross per far provare a bambini con diversa abilità un brivido di emozione, sulla sua moto. Oddera ha avuto questa intuizione per ‘regalare’ un po’ della sua fortuna. Ha seguito la sua passione, ne ha fatto un lavoro, ha capito di essere una persona fortunata e a un certo punto della sua vita ha voluto condividere questa sua gioia con chi magari ha avuto un po’ meno fortuna. Alla fine il donare ha sempre un maggior ritorno del ricevere. Fabio Incorvaia ha seguito le orme di Vanni e sicuramente umanamente ogni volta che svolgono la loro attività con i bambini si sentiranno più ricchi.

Ve lo immaginate un bambino che sale sulla moto d’acqua e corre sulle onde a 90 km/h? Io l’ho visto e aveva le stelline negli occhi! “Mamma, che figata!”, mi ha detto appena sceso. Due minuti di pura libertà e follia.

Sul tardo pomeriggio si sono svolte esibizioni di danza e delle Cheerleader, della Boxe Pilone, la premiazione dei ragazzi del Judo, per finire con la partita di calcio tra la Nazionale Amputati e il Team Psv Endhovena, squadra di calcio formata da ragazzi che hanno vinto il tumore infantile. Insomma grandi emozioni. Mentre scrivo mi rendo conto però che non posso descrivervi tutto. Alcune sensazioni, la pelle d’oca sull’Inno d’Italia all’ingresso delle squadre in campo, i visi felici, i sorrisi, la fatica anche, il sudore, lo stupore non posso descrivervele. Allora vi posso solo dire una cosa: fatevi incuriosire. Anche se non avete figli, anche se lo sport non è il vostro mondo, anche se la parola tumore infantile vi fa paura e se la disabilità vi pare una cosa più grossa di voi, fatevi incuriosire e avvicinatevi ad eventi come questo. Vi troverete a fare il tifo senza rendervi conto che l’atleta corre sulle stampelle e se anche ve ne rendeste conto vedreste sul suo volto la concentrazione sulla palla, la gioia di un goal o lo sconforto di un palo. Nulla più.

Vedrete la forza dei pugni di chi fa boxe sulla sedia a rotelle o la cintura nera e la presa di chi fa Judo senza una mano.

Siamo tutti diversi. Ognuno dall’altro e per diversi motivi, l’unico mondo possibile è quello dove nessuno si debba sentire diverso e ognuno di noi può fare la sua parte.

Una sola parola: RESPECT.

 

PDP

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