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Calcio | 21 giugno 2018, 15:32

COSA FANNO ORA - Mirco Moretti: "Pirovano mi diceva sempre che io e lui insieme avremmo fatto un allenatore da Serie A"

L'ex mister di Bogliasco, Busalla, Pieve e Rapallo oggi ha 60 anni, fa lo spedizioniere e segue i tre figli Federico (professionista ad Avellino), Lorenzo (Bogliasco) e Tommaso (Goliardica): "Non alleno dal 2004, ma ancora oggi qualcuno mi cerca. Il calcio dilettanti è cambiato, e il suo fallimento è una questione politica..."

Mirco Moretti e le formazioni del Top 11 del 1998

Mirco Moretti e le formazioni del Top 11 del 1998

Mirco Moretti, 60 anni, oggi continua a fare lo spedizioniere, nella vita di tutti i giorni, e dal 2004 (tranne una breve parentesi a Busalla nel 2009) ha smesso di allenare. “Il lavoro e la famiglia mi hanno assorbito completamente”, spiega.

A cavallo fra gli anni '90 e i 2000 è stato, con Pascale e Pirovano, uno degli allenatori più in voga. Oggi calcisticamente fa il “papà”, seguendo i suoi tre figli.

Federico, classe 1988, fa il professionista ad Avellino, Lorenzo, 1991, è una colonna del Bogliasco, Tommaso, 2001, gioca negli Allievi della Goliardica.

Mirco, chi è il più forte dei 3?

“Diciamo il piccolo, così non facciamo torti a nessuno...”

L'intervista per la nostra rubrica “Cosa fanno ora?” parte proprio dai 3 talenti di casa Moretti:

“Federico è cresciuto nella Sampdoria dove ha giocato fino agli Allievi, poi non si sa perchè non hanno creduto in lui. E' stato a Parma, dove ha debuttato in A e in Coppa Uefa, a Varese, a Catania (dove decideva tutto Pietro Lomonaco che lo ha mandato un po' in giro per l'Italia), poi Ascoli, Grosseto, Modena, La Spezia, Padova, Vicenza, Latina, Avellino. In tutto 230 partite in B, lui fa 30 anni a ottobre, il treno della serie A ormai è passato, purtroppo a Catania la società è saltata per aria sul più bello, e a Vicenza con Marino ha perso i playoff per salire in A per un soffio. La Florio è il suo procuratore. Ora lui è Sposato e vive a Genova, avrà presto una bambina, cerca di avvicinarsi a casa. Lo seguo da sempre, ed è anche per lui che ho smesso di allenare...”

Parliamo di Lorenzo:

“Da anni ormai è a Bogliasco, dove ha trovato la sua dimensione, è molto richiesto, ma preferisce giocare con gli amici, rinunciando a categorie superiori che meriterebbe”.

Infine Tommaso:

“Anche lui è cresciuto nella Samp, ma si rotto a 9 anni i crociati, a 14 è stato operato, ora gioca nella Goliardica, negli Allievi, vediamo dove andrà...”

Ritorniamo a te, la tua carriera si è snodata soprattuto fra Pieve, Bogliasco, Rapallo e Busalla:

“Si, con 4 campionati vinti. Due col Pieve (seconda e prima), uno col Bogliasco (promozione), uno a Rapallo (prima). A Busalla sono stato 5 anni e ricordo un sesto e un terzo posto in Eccellenza. Mi sono fermato nel 2004 quando Federico è andato a Parma, ho ripreso nel 2009 con una piccola parentesi Busalla quando esonerarono Alessandro Balbi e io accettai la sfida. Riuscimmo ad agganciare il Vado di Canepa e ci salvammo allo spareggio per non retrocedere...”

Il 2009 è l'anno del tuo addio definitivo al calcio:

“Il Busalla festeggiava il centenario, volevano che rimanessi, ma nel weekend volevo seguire mio figlio. Dopo tanti anni sui campi non potevo più rinunciare a lavoro, famiglia e figli. Fermandomi, ho perso il ritmo, mi sono goduto la mia casa in montagna, vado a sciare e ho riscoperto il piacere delle domeniche in famiglia”.

Se domani ti chiamasse qualcuno...?

“Sono passati 14 anni dal mio ultimo anno “intero” su una panchina e nonostante tutto ogni anno ho qualche società che mi chiede di rientrare ma io declino l'offerta. Oggi declinerei perchè credo che il mio momento sia passato, non ho più la convinzione, la forza e le energie...”

Oggi per te cos'è il calcio dilettanti?

“E' mio figlio Lorenzo col Bogliasco, col mio gruppetto di amici ogni domenica mattina seguo il Bogliasco da tifoso...”

Com'è cambiato il calcio rispetto ai tuoi tempi?

“Tutti i campi sono in erba sintetica, gli impianti sono migliorati, continua a migliorare la condizione atletica, ma decresce il livello tecnico. Aumenta la velocità della giocata ed è sempre più difficile privilegiare il gesto tecnico. Oggi quello che manca è il calcio giocato per strada che era la più grande Scuola Calcio di una volta. Tanto è vero che i grandi giocatori tecnici oggi vengono dai paese dove si può ancora fare calcio per strada...”

La questione economica non è da meno...

“Spesso sento parlare di progetti che nascono a Natale e tramontano a Capodanno, ma credo si tratti più di una questione politica. Le leggi vanno rispettate, una volta si chiudeva un occhio ma poi la Finanza ha fatto il suo dovere. La questione però è un'altra: dato che il mondo dilettanti sopperisce per il 95% a quello che dovrebbe fare la scuola, ci vorrebbero leggi ad hoc che consentissero determinate operazioni economiche, ma secondo le regole e non all'italiana. Ci sono stati governi che hanno chiuso un occhio e governi che hanno usato maniere forti. Ci hanno rimesso in tanti, ci sono sempre più fallimenti e fusioni, continueranno a ridursi le società, si riduranno i settori giovanili e questo è un problema. Oggi va di moda andare in America, a studiare e giocare nei college, negli Usa ci sono situazioni scolastiche e sportive eccezionali, da noi a scuola non solo non si fa sport ma cadono i calcinacci”.

Moretti, che ha conosciuto anche tramite suo figlio il mondo dei prof, sottolinea una cosa:

“Ho conosciuto tanti professionisti nei dilettanti, e tanti dilettanti nei professionisti...”

Un po' di amarcord.

Il tuo presidente ideale?

“Niccolò Aloi, a Busalla”

Il tuo ds preferito?

“Il compianto Alfio Zani a Bogliasco”.

Il tuo collega più bravo?

“Marco Pirovano, che a differenza mia è ancora sulla breccia, lui era un grande organizzatore di difese e io di attacchi, mi diceva sempre che io e lui insieme avremmi fatto un allenatore da serie A”.

I giocatori più forti che hai allenato?

“A livello potenziale Mauro Glioti era in assoluto il più forte, Gianni Cannistrà il suo piede non ce l'ha mai più avuto nessuno, Roberto Ottoboni che ho allenato da 33 a 40 anni nella sua maturità se lo avessi avuto a 25 avrebbe fatto ancora di più, a Pieve e Bogliasco ricordo il talento di Giuseppe Biancato, e giocatori che con me si sono espressi oltre ogni limite come mio fratello Andrea Moretti, Marco Salomone, Alessio Lipani, Danilo Mereu, Andrea "Ciccio" Romaniello”.

Le persone a cui sei rimasto più legato?

“Cosimo Nano a Busalla, Alessandro Genta nel gruppo Pieve, ma ho un grande affetto per tutti, vedi Giuseppe Repetto e Fabrizio Bertero, oggi all'Isolese, con cui ancora adesso c'è stima reciproca e piacere nel vedersi a prescindere dai trascorsi calcistici. Nei prof invece è tutto molto più freddo, invece negli sport di squadra i rapporti personali dovrebbero essere alla base delle vittorie e dei successi”.

Infine un ricordo che ci coinvolge personalmente. Nell'anno 1997/1998 organizzammo uno dei nostri Top 11.

Mirco Moretti fu chiamato ad allenare la rappresentativa della Promozione B (vedi foto sopra e sotto, l'attestato di partecipazione).

Alle sue dipendenze furono convocati: Riolfi, Skavo, Armanino, Cappanera, Cipani, Cubattoli, Porcile, Biancato, Cotugno, Milano, Moretti, Pasini, Pastine, Bracco, Ferrando, Mereu.

Quella squadra sfidò il girone A allenato da Marco Pirovano...


Paolo Dellepiane

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