Prima categoria - 28 giugno 2018, 16:29

Davide Di Donato: il Modric della Valbisagno è sul mercato

L'ex centrocampista del Marassi è in pausa di riflessione: "Ma fermo non ci sto, altrimenti senza calcio divento matto e la mia ragazza non mi sopporta più..."

Davide Di Donato: il Modric della Valbisagno è sul mercato

Davide Di Donato, classe 1987, centrocampista centrale alla Lukas Modric, ha giocato tutta la sua carriera in Valbisagno (se si esclude una parentesi a Sori) fra Molassana, San Gottardo, Anpi e Marassi.

Da ieri non è più un giocatore rosanero, e dalle sue parole traspare un po' di amarezza.

“C'erano diversità di vedute con la società, e abbiamo preso questa decisione insieme. Saluto il gruppo, tutti i ragazzi con cui sono stato 3 anni, e mister Repetti che mi sarebbe piaciuto conoscere ma purtroppo non ne ho avuto la possibilità”.

Un'annata chiusa con molti rimpianti...

“Una annata deludente, abbiamo chiuso l'andata primi a +5 e poi siamo colati giù a picco. Le responsabilità sono da dividere fra società, mister e giocatori, anche se poi sono i giocatori che vincono o perdono le partite, il nostro è stato soprattutto un problema mentale, non abbiamo saputo reggere la pressione della favorita...”

E ora che farà Davide Di Donato?

“Ora voltiamo pagina, cerco una società seria, che mi dia stimoli, cerco un bel gruppo, vorrei trovare una squadra che si può giocare qualcosa, in fondo mi sono reso conto di poterci stare bene in questa categoria...”

Davide ha 31 anni, è il classico centrocampista centrale bravo sia a difendere che attaccare. La sua carriera si snoda fra Molassana, Sori, San Gottardo, Anpi e Marassi.

LA CARRIERA DI DAVIDE DI DONATO (clicca qui per tutte le carriere dei dilettanti liguri.

“Ho esordito nel Molassana in Promozione con Mazzocchi e poi in Prima con Stefano Porcu, poi sono passato al Sori dove sono rimasto un anno solo ma ho conosciuto persone eccezionali. Feci 10 gol nel girone di Seconda chiavarese, con Schiazza e Zamana come mister”.

Poi 5 anni al San Gottardo:

“Un bel ciclo, iniziato con mister Vigna. C'era una grande famiglia, li ho conosciuto Danilo Tornatola, il ragazzo mancato l'anno scorso in un incidente stradale. Facemmo i playoff in Seconda, poi abbiamo vinto la Seconda con Dodo Veroni, in Prima arrivammo a un soffio dai playoff classificandoci quarti quando ai playoff andavano solo le prime tre. Con Lamuedra poi un anno ci siamo salvati, e l'anno dopo abbiamo fatto un campionato dignitoso”.

All'Anpi Davide ritrova Vigna, facendo due onesti campionati a metà classifica.

Infine, tre anni a Marassi:

“Prima con Girau, poi con Boschi. Con Ernesto all'inizio ero un po' titubante, poi mi sono trovato molto bene con lui, che ha dimostrato stima nei miei confronti. Il primo anno finale playoff persa con la Ronchese, il secondo con Carretta e Albrieux abbiamo perso a Cogoleto e sono sfumati playoff e poi quest'anno col crollo finale. L'esperienza mi ha insegnato che prima di un giocatore forte va presa la persona che c'è dietro, serve più il gruppo che una persona da copertina...”

Un passo indietro, l'allenatore più importante della tua carriera?

“Ho sempre ammirato Paolo Mazzocchi, ma vorrei ricordare Schiazza & Zamana che hanno fatto tanta gavetta e ora sono due big del nostro calcio”.

Il compagno più forte?

“Quando ero ragazzino ero innamorato di Daniele Barile, che però non ha fatto la carriera che meritava, aveva dei mezzi per arrivare molto in alto. Nei tempi recenti dico Albrieux e Carretta...”

L'avversario più forte mai incontrato?

“Giorgio Guerrieri del Cogoleto”.

Il tuo idolo?

“Da bambino Roberto Mancini, oggi mi piacciono i centrocampisti che fanno due fasi, che difendono e attaccano, e ti dico Lukas Modric, biondo e piccolino come me”.

Il compagno a cui sei più legato?

“A tutta la famiglia San Gottardo, rimasto in contatto con tutti, facciamo ogni anno una partitella e una pizza insieme, e ti dico Matteo Conte, Riccardo Lodi, Matteo Francia, Davide Gelmi, Emiliano Pagano e naturalmente Danilo Tornatola”.

Infine una riflessione sul suo momento attuale:

“In queste situazioni dove lasci una squadra, subentra sempre un po' di nervosismo. Ringrazio la mia fidanzata Elisabetta che mi capisce e mi dà una mano, anche se il calcio proprio non le appartiene. Ringrazio le società che mi hanno contattato, specie il Caderissi, anche se per ora mi sono preso un momento di riflessione, non penso proprio che resterò fermo, sennò senza calcio divento matto e la mia ragazza non potrebbe più sopportarmi...”

PDP

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