Attualità - 21 settembre 2018, 11:37

CASA DELLA SALUTE - Zoom sul dottor Costantino Cipolloni

Responsabile di Medicina dello Sport dei centri di Genova e Busalla, oggi è anche responsabile sanitario dello Spezia Calcio. In questa interessante intervista ci parla del suo doppio ruolo e analizza temi importanti quali alimentazione, doping, prevenzione infortuni e patologie degli atleti.

CASA DELLA SALUTE - Zoom sul dottor Costantino Cipolloni

Il dottor Costantino Cipolloni, responsabile della Specialità di Medicina dello Sport dei centri della Casa della Salute di Genova e Busalla, ci racconta il suo ruolo all'interno della struttura.

“Il mio è un ruolo storico, l'avventura è iniziata con Marco Fertonani una decina di anni fa, abbiamo sviluppato questo progetto, capendo fin dall'inizio che era opportuno affiancare al medico certificatore altre figure professionali di assistenza per ottimizzare le visite e le tempistiche. In questo modd noi riusciamo ad oggi con un medico e due/tre tecnici a garantire sempre la qualità massima della visita e nello stesso tempo un certo numero di visite all'ora. Il medico deve fare la visita, la sintesi degli esami, l'esame spirometrico, l 'elettrocardiogramma prima e dopo lo sforzo, l'esame delle urine. Ottimizzando questo schema con il supporto tecnico il medico può dedicare più tempo al colloquio col paziente per escludere qualsiasi patologia. La Medicina dello sport ha un approccio un po' diverso rispetto al classico rapporto medico/paziente. Il medico sportivo deve essere in grado di indagare sulle patologie, a differenza del medico di famiglia che conosce già i suoi pazienti. La certificazione presuppone una serie di informazioni fondamentali, tenendo conto che l'atleta che vuole giocare a tutti i costi potrebbe avere delle reticenze. Il rapporto medico/paziente con certificazione è un tipo di rapporto molto particolare”.

Recentemente è diventato responsabile sanitario dello Spezia Calcio. Ci parli di questa sua nuova avventura.

“Sono responsabile sanitario dello Spezia dalla primavera scorsa. Nelle partite in casa sono presente, nelle trasferte ho qualche difficoltà avendo anche un altro centro a La Spezia di Medicina dello Sport, dietologia e riabilitazione. Lavoro a stretto contatto con il mister, i preparatori, l'osteopata, i fisioterapisti, una squadra moderna ha a disposizione un team che si muove sinergicamente. Per me è un'esperienza un po' nuova dato che ho sempre lavorato con gli sport individuali. Nel calcio c'è uno spogliatoio, bisogna coordinare uno staff, riferire quotidianamente all'allenatore le condizioni dell'atleta. Il mio ruolo ha la responsabilità sull'igiene, sulla medicina, sul doping, si prende carico e risponde delle eventuali discordanze rispetto alle normative vigenti, riguarda anche la parte certificativa e gli esami che vanno fatti periodicamente. Nello specifico ho i miei collaboratori, ad esempio la dietista, che si occupano della valutazione della composizione corporea, di ottimizzare il peso dei singoli, di limare situazioni che sono comunque già buone. Curiamo molto l'alimentazione, legata ai carichi e alle strutture fisiche di ognuno, pensiamo a cosa dare nel pasto pre-gara, a definire gli orari dei pasti in relazione agli allenamenti e alla partita”.

In passato si è occupato soprattutto di arrampicata sportiva e ciclismo:

“Dell'arrampicata sportiva sono stato medico federale fino al mese scorso, fino a quando non ci sono state le dimissioni del presidente federale. E' diventata specialità olimpica, gli italiani hanno espresso sempre valori elevati a livello mondiale in questo campo. Nel ciclismo negli anni 90 avevamo aperto un centro studi ciclismo allo stadio Carlini di Genova, eravamo un bel gruppo con Fulvio Rapetti, Giorgio Piastra e Riccardo Capanna".

Come si pone, dottore, rispetto al problema doping?

“Bisogna innanzitutto sensibilizzare i giocatori sull'uso di certi farmaci, il problema non si pone tanto nel calcio, dove i calciatori sono gestiti quotidianamente, ma su chi va all'estero e utilizza sostanze non etichettate, o integratori di provenienza estera acquisiti su internet che possono essere illeciti, avendo dentro alle proteine piccole percentuali di anabolizzanti. Al di là di chi vuole fare doping volontariamente, magari convinto da colleghi, bisogna sapersi difendere all'interno di una normativa molto complessa. Poi c'è il problema delle patologie, per cui ad esempio un soggetto asmatico che ha bisogno di assumere certe sostanze deve fare una procedura informativa presso la Federazione per consentire l'utilizzo di dette sostanze”.

Il calcio moderno richiede sempre più ritmo, agonismo, corsa. Com'è cambiata la figura del medico in proposito?

“L'atleta è seguito da un team, i preparatori oggi sono molto informati, sanno sviluppare caratteristiche e qualità del giocatore, certo più estremizziamo la prestazione più c'è il rischio di una patologia da sovraccarico al di là del trauma legato all'azione di gioco. I calciatori devono stare attenti e capire di fermarsi per tempo quando inizia a presentarsi una determinata patologia. Innanzitutto è necessario prevenire, con esercizi specifici di stabilizzazione, a livello strutturale, di postura, per evirate tutte le situazioni che mettono a rischio una lesione. Il giocatore è un patrimonio che va gestito al meglio, occorre instaurare un canale diretto con gli atleti affinchè comunichino immediatamente qualsiasi problematica allo staff medico prima che sia troppo tardi per intervenire preventivamente”.

Paolo Dellepiane

Ti potrebbero interessare anche:

SU