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Calcio amatoriale | 11 ottobre 2018, 15:54

COSA FANNO ORA - Mirko Armano, oggi è il leader della Valponte Calcio a 5

L'ex centrocampista di Levanto, Audace, Pontedecimo e Mignanego oggi ha 51 anni e gioca a 5. Ci racconta del suo momento attuale ("Alla Valponte ho trovato un gran bel gruppo" e della sua carriera, da Mariani a Brogi, da Tedesco a Pinceti, da Bottari e Bracco a Fabrizio Gorin

COSA FANNO ORA - Mirko Armano, oggi è il leader della Valponte Calcio a 5

Mirko Armano, classe 1967, è sicuramente uno degli uomini più rappresentativi della Valponte Calcio a 5 impegnata nel campionato CSEN.

L'ex giocatore di Audace, Mignanego, Pontedecimo e Sant'Olcese ha avuto una carriera pregna di risultati e successi, e oggi, a 51 anni suonati, ha deciso di mettersi alla prova giocando a 5, rimandando dunque ancora il suo addio ai terreni di gioco.

“Ho iniziato l'anno scorso la mia prima esperienza con il calcio a 5 -racconta- da quando ho smesso con il calcio a 11 avevo solo disputato campionati a 7 con Uisp e Aics. Inizialmente è stato un po' complicato capire il mio vero ruolo, ma nella maggior parte delle partite ho fatto l'ultimo uomo per via delle mie capacità tecniche e fisiche. In questo tipo di calcio non si può entrate in scivolata, però il contatto fisico c'è, e giocando davanti con gli spazi stretti mi trovavo in difficoltà. Ho trovato il calcio a 5 molto divertente, mi ci sono appassionato, ho trovato un bel gruppo di amici, rinforzato quest'anno da tre elementi di sicuro valore”.

Come ti trovi nella Valponte di Luca Tancredi?

“Molto bene, ho ritrovato Alessandro Rimembrana che conosco da una vita, e il resto è un buon mix di ragazzi giovani o meno giovani che hanno smesso di giocare a 11. La società è molto organizzata, Luca è pieno di idee, un vulcano, molto appassionato e trasmette entusiasmo. L'obiettivo è fare bene e arrivare fra le prime, ci sarò la squadra di San Biagio che è molto forte, e la squadra dei poliziotti sempre molto arcigna”.

Con Mirko facciamo poi un passo indietro, verso una carriera ricca di aneddoti e successi (qui sopra tutte le sue foto con le varie maglie):

“Ho esordito con l'Audace nell'83 in Promozione, avevo solo 16 anni, prima con Pinceti e poi con Tedesco. Poi mi sono ritrovato a Levanto: andavo al mare li, sono stati tre anni bellissimi, siamo arrivati fino alla serie D, dopo un appassionante testa a testa col Rapallo in Promozione, con me c'era Alberto Mariani con cui ci siamo ritrovati a Pontedecimo con Brogi allenatore. A Pontedecimo ho fatti 6 anni dove abbiamo raggiunto la D con Mino Armienti. Poi, visto che facevo i turni alla Centrale del Latte, sono ripartito dal Mignanego, dove dalla prima categoria siamo saliti in eccellenza, con uno squadrone coi vari Bracco, Nacci, Ferraris. Vincemmo lo spareggio con la Lavagnese allenata proprio da Mariani. Dopo Mignanego ho giocato nella Culmv, quindi la Castellese dove abbiamo vinto il campionato con il grande presidente Marcello Porcile, poi Valponte dove ho rivinto il campionato, quindi S.Olcese e ho vinto ancora il campionato. Ho finito la carriera nell'Agv con Chicco Puggia mister, smettendo nel 2010 con la mia ultima partita al Lagaccio, era il primo maggio, a 43 anni...”

Un bilancio della tua carriera?

“Sono contento, ma ho un po' di rammarico perchè quando ero giovane ho rinunciato al Genoa di Perotti dove c'erano Eranio, Rotella, Mariano, Ferraris. Poi a 15 anni mi voleva la Sampdoria, a 17 anni ho fatto un provino a Milanello al Milan, conoscendo Nils Liedholm, persona squisita, e Capello che allora allenava la Primavera. Feci anche un provino al Varese di Beppe Marotta. Ma non se ne fece niente perchè il procuratore che a mia insaputa mi seguiva chiese troppi soldi...”

L'allenatore a cui devi di più?

“Tedesco ebbe il coraggio di lanciarmi in prima squadra, Pinceti aveva l'idea di farlo, ma non ebbe lo stesso coraggio. Affidare le chiavi del centrocampo a un ragazzino di 16 anni non era cosa da tutti...”

I giocatori più forti?

“A Levanto c'erano due fenomeni come Arcolini, mezzala mancina, e Carmassi, il centravanti. A Pontedecimo e Mignanego ho giocato con un certo Bruno Bottari e un certo Marco Bracco”.

La persona a cui sei più legato?

“Fabrizio Gorin. Lo ebbi un anno come allenatore a Pontedecimo, me lo avevano descritto come una persona presuntuosa invece con me fu fantastico, si creò un bel rapporto anche fuori dal campo, lo vidi ancora un mese prima che mancasse e la sua scomparsa mi ha toccato tantissimo, nonostante io sia sampdoriano... E poi non posso non citare i miei grandi amici ed ex compagni di squadra Marco Ballestrino, Fabrizio "Bicio" Cavallet e Mirco Memori con cui abbiamo condiviso tantissime gioie insieme”.


PDP

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