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Eccellenza | 15 ottobre 2018, 10:04

Una chiacchierata con Mirco Moretti: "Complimenti a Cannistrà, è coraggioso non solo a parole"

L'ex mister del Busalla ieri ha visto suo figlio Tommaso segnare il suo primo gol in Eccellenza. Ne abbiamo approfittato per affrontare alcuni temi: "Oggi i giovani hanno più spazio perchè c'è un gioco più fisico... Purtroppo nel calcio di oggi c'è poco buon senso... Penso all'Entella che ancora non sa in che campionato giocare"

Una chiacchierata con Mirco Moretti: "Complimenti a Cannistrà, è coraggioso non solo a parole"

Mirco Moretti oggi fa il papà e guarda i campionati liguri con piacevole distacco. Uno dei più grandi mister del calcio ligure oggi segue soprattutto il Busalla, dove sta facendo molto bene il terzo e ultimo dei suoi figli, Tommaso, classe 2001, che ieri ha segnato il suo primo gol in Eccellenza:

“Si, ieri Tommaso ha segnato un bel gol con un tiro di controbalzo, è arrivato in corsa e l'ha messa dentro. Ultimamente sta giocando sempre, gli stanno dando fiducia in un centrocampo molto tecnico con giocatori come Cotellessa e Compagnone che lo possono aiutare. Gianni Cannistrà si sta rivelando un ottimo allenatore, ha tanti giovani bravi, che sono un valore aggiunto, fa sempre giocare più giovani dei necesssari, è un motivo di orgoglio per la società...”

Cannistrà era stato tuo giocatore, come lo vedi oggi da allenatore?

“Come tutti i giocatori, è diverso come allenatore rispetto a quando giocava, ha la grande qualità di sapere cosa vuol dire “essere giocatore”, gioca un calcio organizzato e sa gestire con serietà gli allenamenti, ha un rapporto sereno col gruppo, e poi ha una grande abilità, riesce a tenere il morale sempre alto, se mancano giocatori non si intristisce, è coraggioso coi fatti e non solo a parole, gioca spavaldo”.

Stai seguendo l'Eccellenza. Anche nei dilettanti secondo te si gioca ormai più sul fisico che sulla tecnica?

“E' vero che anche nel calcio dilettantistico ci sono meno giocatori di fantasia, il gioco è più muscolare, più veloce, la velocità va a discapito della tecnica, e quindi i giocatori tecnici si notano di più, anche se per esprimersi vanno messi in un contesto giusto... Ad esempio il Busalla ha un centrocampo molto tecnico. Nel complesso, vedo alcuni giocatori di livello, ma il campionato ha perso qualcosa rispetto ai miei tempi. In compenso vedo una crescita dei giovani, quando allenavo io era impensabile fare giocare più giovani rispetto all'obbligo, oggi coi campionati più fisici i giovani riescono ad avere il loro spazio, una volta li individuavi subito, oggi a parte l'aspetto fisico non li identifichi immediatamente, se non per l'aspetto fisico. I giocatori si assomigliano un po' tutti purtroppo...”

Hai già visto qualche squadra, che idea ti sei fatto sui valori?

“L'impressione che mi ha fatto la Rivarolese è quella di una notevole forza d'urto, una miscela di forza e tecnica, una solidità che ne fanno sicuramente una delle favorite. Non ho ancora visto il Finale ma dicono che sia una delle pretendenti”.

A proposito, che ne pensi dell'episodio del sesto cambio?

“Sono cose che capitano raramente, proprio nelle partite più importanti dove la tensione o l'euforia giocano brutti scherzi. Ricordavo l'episodio di Pirovano in quel Sampierdarenese-Bolzanetese del 1998. Secondo me considerato il 3-0 del campo si dovrebbe dare una sanzione alla società ma non la sconfitta a tavolino. Per carità, le regole vanno rispettate, non interpretate, ma il buon senso deve prevalere sempre... Purtroppo di buon senso in questo mondo del calcio ce n'è poco, se penso che a metà ottobre l'Entella non sa ancora in che campionato giocare, c'è qualcosa che non va. Proprio per questi motivi me ne sto bene a guardare tutto dal di fuori. Ci sono parecchie storture in questo ambiente, penso alle imposizioni di certe società, penso che un allenatore deve aver la forza di dire “con me si fa cosi”, ci sono troppe regole morali non rispettate, io non ho mai avuto problemi a non far giocare qualcuno, ho fatto sempre tutto nell'interesse della squadra, guardando dritti negli occhi i miei giocatori con buona fede assoluta. Sento poi le famose storie dell'allenatore con lo sponsor, cose che non conosco e di cui ho solo sentito parlare...”

PDP

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