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Prima categoria | 23 ottobre 2018, 10:24

LA BANDIERA - A tu per tu con Andrea Piazze, 100 gol e simbolo della Calvarese

Il capitano biancorosso, fisioterapista nella vita di tutti i giorni, ci racconta la sua vita e la sua carriera, dalla Lavagnese dei fenomeni al periodo di lavoro alla Sampdoria, dalle partite con Chiesa e Bellucci all'appuntamento con Masterchef del mercoledi sera...

LA BANDIERA - A tu per tu con Andrea Piazze, 100 gol e simbolo della Calvarese

Andrea Piazze (6 maggio 1981) è una delle ultime bandiere rimaste nel nostro calcio. Dopo 18 con la maglia della Calvarese, domenica ha toccato quota 100 gol con i due gol su rigore, quelli dell'1/0 e del 2/0 tirati dalla stessa parte.

“Negli ultimi anni li ho sempre tirati io e, ora me la gufo, ne ho segnati 2 su 2 quest'anno, 4 su 4 l'anno scorso, l'ultimo che ho sbagliato risale a 4 anni fa...”

18 anni a Calvari, dal 2000, mica pizza e fichi:

“Già, mi sento una bandiera, e penso che per arrivare a questi traguardi tanti ne devono mangiare di pastasciutta... Purtroppo c'è un adeguamento del calcio anche in questi termini, di attaccamento alla maglia, il calcio è cambiato, i campi sportivi, le strutture, la mentalità...”

Gli esordi, con la maglia bianconera...

“Si, ho iniziato alla Lavagnese, al mio primo anno in prima categoria allenava Mariani, era la prima Lavagnese di Compagnoni, una squadra che oggi si mangerebbe il campionato a colazione, con Renon, Venuti, Dagnino, Celeri, Scalzi, Conte, Camezzana, Hanif, Casaleggi, Scotto, Toscani, facemmo 81 punti, ora ne faremmo di più con quella squadra... Poi passai in prestito alla Calvarese, un anno alla Lames e poi i 18 anni di Calvari interrotti solo per due anni per il mio lavoro in Sampdoria”.

Com'è cambiato il calcio?

“C'è molta differenza, anche la prima categoria si è adeguata, vedere ancora Mimmo Ruocco giocare vuol dire che non ci sono giovani interessanti, c'è un lento appiattimento del livello tecnico, anche io mi metto nei vecchi che giocano ancora “grazie” a un livello più basso...”

Andrea Piazze nella vita di tutti i giorni fa il fisioterapista, è consulente per la Lavagnese e ha due studi privato a Lavagna e Sestri Levante. Libero professionista, da pochi giorni è stato eletto presidente del gruppo italiano fisioterapisti sportivi.

“Faccio questo lavoro dal 2002, mi sono laureato in Fisioterapia e nel mio curriculum ci sono anche due anni come responsabile del recupero infortuni del settore giovanile della Sampdoria. Sono tifoso blucerchiato, è stato dunque un grande piacere vestire quei colori, per me un impegno, ma anche una crescita professionale, ho conosciuto giocatori come Gabriele Rolando, Mattia Lombardo, David Ivan. Io vado sempre allo stadio in gradinata ed è un piacere vedere gente con cui ho lavorato, come Alessio Vanin che oggi è nello staff della prima squadra”.

Andrea ha giocato anche nella squadra della Spiga, con la maglia della Samp:

“Ho condiviso quella maglia con Chiesa, Bellucci, Pedone, Sakic, Paco Soares, Giuliani, Casaretto, Pastorino, insieme a Mauro Sutto, davvero un bel gruppo”.


Torniamo alla Calvarese:

“Abbiamo cambiato tanto quest'anno, domenica in campo c'erano 8/11 nuovi, un mister nuovo come Tassano, siamo rimasti pochi della vecchia guardia, sono arrivati Monteverde, Jack Massa, Giorgio, Pelosin, Ghirlanda, giocatori di esperienza e categoria superiore, e tanti giovani dalla Lavagnese. C'è stato tanto rinnovamento, ci alleniamo in 24, sempre presenti, non mancano stimoli e sana competizione, il mister ti dà il piacere di imparare anche a 37 anni, legge bene la partita... Vedo molto positiva la stagione, domenica col San Cipriano sarà un match di alta classifica, speriamo di poter fare di più rispetto alla solita lotta per la salvezza...”

La Calvarese vuol dire anche Masterchef:

“Un'idea nata con Giacomo Nassano, dopo ogni allenamento di metà settimana facciamo gruppo, e andiamo a mangiare a casa di un compagno, non ci sono mogli e figli che tengano, noi facciamo la spesa, facciamo irruzione in casa di un compagno e si cucina a turno. Siamo un gruppo sano, un calcio pane e salame che di questi tempi significa grande valore”.

Il tuo ricordo più bello in biancorosso?

“Ne ho due. Uno è Calvarese-Avegno, 1-0 all'ultima di campionato, contro Marrale e Scalzi ottenemmo una grande salvezza. E poi come dimenticare la incredibile remuntada di due anni fa ai playout col San Bernardino: perdemmo 2-0 in casa e vincemmo fuori 1-5, lo stesso risultato di domenica scorsa, sullo stesso campo, Sant'Eusebio, era scritto finisse ancora 1-5”.

Fino a quando giocherai?

“Il mio calcio è passione e piacere, e la passione non me la vedo ancora scendere... Le mie ginocchia fanno crac, ma se uno si allena tre volte a settimana ce la può fare anche alla mia età...”

L'allenatore che ti ha dato di più?

“Ringrazio una persona. Roberto Sannino che mi ha fatto esordire in un Pitelli-Lavagnese, perdemmo 2-1, ma a 16 anni per me fu esordio con gol. Roby era allora il vice di Wildon Torrini, in quell'occasione squalificato. Ebbe il coraggio di buttarmi dentro e io lo ripagai con il gol”.

Il compagno più forte con cui hai giocato?

“Andrea Dagnino, era un giocatore eccezionale, un mister in campo. Non so come mai noi stia allenando, bisognerebbe chiedere a lui perchè non trova panchina, forse perchè ha ancora ideali che nel calcio di oggi si stanno perdendo. Ha fatto benissimo per 7 anni a Lavagna, se ne avrà voglia non credo avrà difficoltà a ritrovare una panchina...”



PDP

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