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Prima categoria | 13 novembre 2018, 19:58

GLI ARBITRI - Il parere di Luca Pinasco della Cogornese

"... In fondo noi abbiamo bisogno degli arbitri e gli arbitri hanno bisogno di noi".

GLI ARBITRI - Il parere di Luca Pinasco della Cogornese

Personalmente credo che esista un problema di educazione e cultura nella società civile in generale e, quindi, anche nello sport. Siamo maleducati, arrabbiati con il mondo e violenti nelle varie forme che ha la violenza. E inevitabilmente sfoghiamo la nostra indole anche all'interno di una manifestazione sportiva. Andiamo al campo o allo stadio per sfogare la nostra rabbia. Le nostre frustrazioni.

Ma come dicevo prima, credo vi sia anche un problema culturale: non accettiamo la sconfitta e tutto ciò che potrebbe causarla, ergo non accettiamo, quindi, che gli avversari possano avere la meglio e che un arbitro prenda decisioni avverse.

Per rendersi conto basterebbe leggere i vari comunicati regionali e provinciali dilettantistici di tutta Italia, leggere i vari provvedimenti del giudice sportivo. Provate a farlo, vi sembrerà un bollettino di guerra e non un semplice resoconto disciplinare delle varie partite disputate : tutto questo racconta ciò che succede regolarmente in ogni campo, nelle varie tribune e, da qualche anno, pure sui vari social. Spesso si dice che i referti arbitrali siano a volte esageratamente distanti dai fatti realmente accaduti. E per esperienza posso dire che probabilmente tale affermazione ha giustificazione, ma se anche solo un quinto di quanto trascritto corrisponde a verità basta e avanza per constatare che vi è un problema di fondo. Ormai non ci stupisce più nulla, che siano aggressioni verbali o fisiche, che siano minacce o intimidazioni, pensiamo sia la normalità e che tutto non sia poi così condannabile. 

Detto questo, la classe arbitrale non è una specie aliena alla società ma si tratta di esseri umani come noi. E nello specifico troviamo anche fra loro persone impreparate, arroganti e maleducate, che durante o dopo la partita non riescono ad avere autocontrollo così come non lo hanno dirigenti, calciatori e tifosi. Sono umani e reagiscono umanamente, anche loro, a loro modo, si sfogano sui campi.

Propongo un'utopia ma bisognerebbe fare un salto di qualità comportamentale e culturale, dal dirigente, dall'atleta, dal tifoso, dal papà che segue il figlio e anche dall'arbitro.  A volte basterebbe poco. Basterebbe accettare la sconfitta e la decisione arbitrale da parte nostra, allo stesso tempo un atteggiamento più collaborativo da parte di quelle che un tempo erano chiamate le giacchette nere non farebbe male : sono tremendamente pessimista che tutto ciò possa mai accadere, ma in fondo noi abbiamo bisogno degli arbitri e gli arbitri hanno bisogno di noi.

Luca Pinasco, Cogornese

PDP

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