Promozione - 07 dicembre 2018, 09:02

Mister Pusceddu crede nel Borzoli

«Le gambe vanno se la testa funziona»

Mister Pusceddu crede nel Borzoli

Gianfranco Pusceddu è stato chiamato dal sodalizio gialloblù della presidentessa Cinzia Bardelli a sedersi sulla panchina al posto di mister Bollentini. 

Mister innanzitutto cosa ti ha spinto a dire di sì al progetto gialloblù?

«La presidentessa!.E' una donna con grande carisma che è stata subito chiara con me. Mi ha chiesto alcune cose e quando ha terminato dicendo siamo nel cinquantesimo non voglio retrocedere la voglia di esserci e dire presente è stata tanta. La chiave poi è che dal 1996 al 2000 ero già stato ad allenare a Borzoli ma sponda Sestrese, anche se  poi finito con una retrocessione. Ho allenato dalla scuola calcio sino alla prima squadra passando per la juniores. Ho visto il campo in erba ed è stato come tornare a casa e questo è stato un altro aspetto che mi  è piaciuto». 

Su cosa hai deciso di puntare prima di tutto?

«Devo innanzitutto conoscere e farmi conoscere da e solo lavorando sul campo trovo la credibilità e la fiducia . Con il sacrificio e voglia arrivano anche i punti. E' più difficile allenare la testa. Le gambe vanno se la testa funziona».

Che partita sarà domenica contro il Golfo Paradiso?

«Tosta. Loro sono una squadra dal profilo alto. Troveremo una buna squadra, ben disposta in campo e organizzata che vuole proseguire nel suo percorso. Come detto ai miei però dobbiamo giocare come nei 65' di domenica scorsa. I ragazzi in quei minuti hanno intepretato una buona gara con la giusta intensità e quindi dobbiamo ripartire da lì».   

Dove può arrivare il Borzoli?

«Deve salvarsi a tutti i costi. Per i 50 anni, per la Presidentessa che cura tutto nei minimi particolari, per il DS che si fa in quattro e tutte le persone che ci sono dietro le quinte diciamo. E poi noi tutti abbiamo una faccia che dobbiamo metterci per portare in porto la salvezza».

Cosa ti è mancato di più in questo periodo di assenza?

«Se devo dirti la verità è stata una scelta di tipo famigliare e dopo vent'anni più o meno ho scelto di seguire la mia famiglia. Con mia moglie che insegna tennis e due figli, uno che gioca a calcio e l'altra a tennis, posso assicurarti che dedicare del tempo alla famiglia non è un male. Anche l'anno scorso ho ricevuto diverse proposte anche da categorie superiori a questa ma ho sempre declinato l'invito ma comunque non sono stato fermo perché ho seguito corsi e mi sono aggiornato. Ho vissuto domeniche diverse ma l'adrenalina della partita della domenica quella sì che mi è mancata».

LB

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