Terza categoria - 24 dicembre 2018, 11:55

Ceis Genova Sport: la lettera di Natale di Roberto Carosio PARTE 1

La prima parte della riflessione natalizia del braccio destro di Frank Bobba: "Se Frank giocasse oggi, nel calcio di oggi, con i modi di oggi, sarebbe un professionista".

Ceis Genova Sport: la lettera di Natale di Roberto Carosio PARTE 1

Roberto Carosio, braccio destro di Frank Bobba al Ceis, ci lascia la sua letterina di Natale, divisa in due parti... Ecco la prima, leggetela bene perchè ci parla di un'altra epoca, di un calcio che fu e di un'amicizia che resiste nel tempo.

Sabato sera dopo la partita ero con Franco, Bobba.

Tanti, tutti, lo conoscono bene. Nel mondo del calcio ligure è un personaggio a pieno merito. Ma nessuno lo conosce come lo conosco io. Oggi abusiamo tutti del termine fratello, dopo un po' uno diventa un fratello. 

Io ho un fratello vero, ma in realtà sono due, l'altro è Frank.

Ci siamo conosciuti in prima elementare, circa 55 anni fa. Da allora e per circa 20 anni siamo stati inseparabili. E per tutti gli altri, dopo avere fatto famiglie, lavori, vite, siamo sempre rimasti in contatto.  Se non ci vedevamo per mesi appena succedeva era come essersi lasciati il giorno prima. Fino a quest'estate, dove la vita ci ha di nuovo proposto l'occasione di fare una cosa insieme.

Cosa eravamo?

Amici, studenti, la stessa  compagnia di persone, le prime esperienze, le ragazze, i problemi. Ed il calcio, insieme abbiamo avuto la squadra a 5 nel campo di Pegli, con altri amici/poi calciatori famosi. Avremo fatto 5000 partite insieme.

E sempre insieme abbiamo esordito con i grandi, nella Pra' Folgore, a 16 anni, in seconda categoria.

Lui era più bravo di me, ma questo non conta. Anche perché lui era il più bravo di tutti, sempre, con chiunque e dovunque.

Se esiste la sfiga Frank l'ha provata. 

Nato troppo tardi, un numero 10 come lui che 10 non ha mai giocato. Sempre imbrigliato in ruoli "moderni", seconda punta, centravanti di manovra, ala tattica. I ruoli di una volta.

Assurdo. Gli davi la palla ed era in banca. Invece no. Il calcio era cambiato.

Nato troppo presto.

Oggi a 16 anni e senza una partita firmi contratti, o magari giochi pure in Nazionale.

Prima era pure difficile giocare in prima squadra nei dilettanti a 16 anni, le eccezioni erano Pelé e Rivera, non gente qualunque.

Se Frank giocasse oggi, nel calcio di oggi, con i modi di oggi, sarebbe un professionista. 

Nonostante tutto ha fatto la sua ottima carriera, frenata comunque sul più bello e a livello di serie C2 da un grave infortunio.

Roba che oggi si guarisce in mesi, per lui ha significato lo stop a quei livelli.

Stasera era triste, per la sconfitta.

Io che lo conosco da sempre, nemmeno ci dobbiamo parlare per capirci, gli ho detto che noi, lui, non possiamo fare di più. Del tanto che facciamo. 

Frank fa l'allenatore, d'accordo.

Ma fa anche l'autista, il dirigente, il magazziniere, il motivatore, ci manca giusto che lavi le maglie.

Uno come lui, che in ogni campo ligure raccoglie solo applausi e consensi per ciò che è stato ed è.

Uno con un decimo della sua classe, ma con più capacità di fare il fenomeno a voce, ha raccolto sicuramente più di Franco, all'atto pratico.

Un suo difetto, che però per me è il suo pregio, è non essersi mai saputo vendere. Se ha fatto 10 per lui era 7, mentre chi faceva 6 si proponeva per 10. In ogni ambiente, pure nello sport, conta molto l'apparenza, oltre che la sostanza. E Franco di apparenza non ne ha mai proposta. Solo sostanza.

È Natale. Si scrivono lettere. La mia è questa.

Nella nostra generazione c'è stato un fenomeno, Mainetto.

Lo conoscono tutti, in Liguria è stato una leggenda, più di tanti professionisti di Genoa o Samp.

Ebbene, nonostante il suo curriculum non fosse quello di un giocatore professionista affermato, finita la carriera,il Genoa lo ha inserito ad insegnare calcio ai ragazzi. E sono sicuro che un uomo della sua classe avrà insegnato a tanti giovani ottime basi per il loro futuro.

Oggi Franco Bobba dovrebbe essere il nuovo Mainetto.

Genoa, Samp, Entella, squadre di questo livello dovrebbero pensare a lui.

Non esiste che un simile bagaglio di capacità e di esperienza finisca con l'essere il tuttofare del Ceis, per quanto amore lui ci metta e quanta passione ed orgoglio.

Quest'uomo deve esportare ciò che è stato e ciò che ancora è oggi.

Se succederà che qualche dirigente oculato legga e ci pensi farà una cosa utile a lui, ai bambini che lo sfrutteranno, e al calcio in generale.

Vorrebbe dire insomma che babbo natale esiste.

Un abbraccio speciale a mio fratello Frank. 

Buon Natale a tutti.

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