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Calcio | 10 gennaio 2019, 19:37

PROTAGONISTI - Matteo Scala, dallo Struppa alla Serie A. Il racconto di un sogno diventato realtà

Figlio d'arte, portiere dilettante, giornalista di Settimana Sport, Matteo è arrivato fino alla massima serie con il Carpi, oggi è il DG di un Bari che cerca l'immediato ritorno nei professionisti: "Devo tutto a Canepa e Giuntoli, che ringazierò sempre. Ma grazie anche ai miei genitori che mi hanno permesso di coronare un sogno e alla mia compagna Katia"

Matteo Scala con suo padre Alfio

Matteo Scala con suo padre Alfio

Matteo Scala oggi è il Direttore Generale del Bari, la nobile decaduta entrata nell'orbita della famiglia De Laurentiis che sta cercando di bruciare le tappe per tornare presto nel calcio che conta.

Genovese, classe 1981, figlio d'arte (suo padre è Alfio Scala, allenatore del Molassana), Matteo ha un passato da giocatore e dirigente nel calcio dilettantistico ligure e a cavallo fra fine anni 90 e i primi anni 2000 è stato anche validissimo collaboratore del nostro giornale. Nel 2012 ha spiccato il volo verso Carpi, portato da Roberto Canepa che gli presentò Cristiano Giuntoli. Da lì è iniziata la sua scalata fino alla Serie A.

LA CARRIERA DA CALCIATORE NEI DILETTANTI: Baiardo, Molassana, San Fruttuoso e Sammargheritese come settori giovanili. Poi San Fruttuoso, Concordia, Anpi, Struppa, Prandium, Avosso. "Oggi gioco ancora qualche partita nella Sud Ovest del mio grande amico Beppe Borrone, ma gioco in attacco. Nella mia carriera ho fatto il portiere soltanto perchè non mi piaceva correre, avevo buoni piedi, diciamo che sono un portiere pentito...."

LA CARRIERA DA ALLENATORE/DIRIGENTE:

"Iniziai all'Avosso con mio padre, facevo il preparatore dei portieri (il numero uno allora era Francini), e davo una mano nella dirigenza. Nei tre anni di Avosso vincemmo un campionato e un titolo regionale di Prima, l'anno successivo in Promozione raggiungemmo uno storico quinto posto. Poi mio padre passò alla San Fruttuoso e io iniziai a fare l'allenatore coi bambini nell'Athletic. Lo raggiunsi l'anno seguente alla San Fruttuoso, dove feci il preparatore dei portieri (in porta c'era Ferrari). Quando andò via Comparini, iniziai a fare il ds (era il 2007). Poi passai all'Anpi con Ballauri, facevo sempre il ds e preparatore portieri, salimmo in Prima ai playoff. Poi tornai alla San Fruttuoso, retrocessa in Prima, con Frulla presidente e allenatore Unia, ci siamo salvati con una grande rimonta. Nel novembre 2010 iniziò la mia avventura alla CulmvPolis, dove vincemmo la Promozione il primo anno, e, nel 2011, in Eccellenza, ricordo ancora la grande impresa in cui, nelle ultime gare della stagione, assunsi in coabitazione con Di Somma il ruolo di allenatore e ci salvammo miracolosamente ai playout col Ventimiglia".

LA GRANDE OCCASIONE DI CARPI

Nel 2012, improvvisamente, arrivò la svolta della mia vita: ringrazierò per sempre Roberto Canepa, che conobbi nel mio passato da giornalista e di cui ancora oggi sono grande amico. Roberto, proprio nell'anno in cui era appena diventato responsabile dell'area tecnica nella società biancorossa, mi presentò Cristiano Giuntoli, allora ds del Carpi.

Iniziai con un anno di prova in C1 come team manager e segretario, abbiamo vinto la C1, salimmo in serie B, e mi fecero tre anni di contratto. Per altri due anni lavorai a stretto contatto con Giuntoli ed imparai tantissimo, nel 2015 vincemmo il campionato approdando in Serie A, al termine di una cavalcata trionfale. Giuntoli nel frattempo passò al Napoli, e la proprietà mi diede la possibilità di crescere ancora: prima Club Manager, con Romairone come DS, poi Direttore Generale". 

LA PAUSA DI RIFLESSIONE E IL TRASFERIMENTO A BARI

Quest'estate, ho pensato fosse giusto fermarmi un attimo. Ero stanco, dovevo ricaricare le pile, sapevo che sarei andato incontro a qualche rischio che avrebbe potuto ostacolare la mia crescita, ma a metà giugno ho deciso si staccare la spina, ne sentivo la necessità. Ringrazierò per sempre il Carpi, sono stati 6 anni meravigliosi e ricchi di successi.

Ad inizio agosto, poi, dopo il dovuto riposo, stavo iniziando a guardarmi nuovamente intorno, quando è arrivata la telefonata del Bari. Ancora una volta grazie a Giuntoli e al suo management, che hanno deciso di puntare ancora su di me; ho accettato a occhi chiusi senza pensarci un secondo, ho preso il primo aereo alle 6 del mattino e sono partito. E oggi sono qui, in una grande città, una grandissima piazza, a continuare il mio percorso di crescita. Tutto quello che ho ottenuto, me lo sogno guadagnato con il lavoro e i sacrifici, giorno dopo giorno, ma non finirò mai di ringraziare Cristiano Giuntoli per tutto quello che mi ha insegnato e Roberto Canepa per avermelo presentato".

IL FUTURO

"Non mi sento arrivato, anzi. Ho avuto la fortuna di lavorare a fianco del miglior Direttore Sportivo d'Italia per distacco, grazie a lui ho acquisito competenze, mi ha fatto crescere sia come uomo che come professionista. A Bari sono responsabile della parte sportiva, sono il referente della proprietà, spero e mi auguro di rimanere qua a lungo e di essere all'altezza di un progetto che sicuramente sarà vincente e di una proprietà di altissimo livello. Sono contentissimo, felice, lavoro ogni giorno con l'entusiasmo di un bambino.

In tutto questo devo ringraziare la mia compagna, Katia, che da due anni ormai è entrata nella mia vita. Non è facile stare a fianco di uno che fa il mio lavoro, ci vogliono tanti sacrifici. È una persona speciale, mi sta sempre vicino, soprattutto nei momenti di difficoltà. Sono stato molto fortunato anche sotto questo aspetto".

IL RAPPORTO CON MIO PADRE 

La passione per il calcio l'ho ereditata da lui, non lo giudico come allenatore, questo è compito vostro, ma posso dire che come uomo è di un'altra categoria, è una persona fuori dal coro, apprezzato da tanti per la sua serietà e la sua bontà, per me è un modello oltre che un padre. Non avessi avuto mio padre e mia madre Milena, a cui devo praticamente tutto quello che sono oggi, non avrei avuto la possibilità di realizzare il mio sogno. Finito di studiare, volevo lavorare nell'ufficio di mio padre, sarebbe stata la soluzione più comoda. E invece papà e mamma mi hanno spinto ad inseguire il mio sogno. Oggi posso dire che avevano ragione loro. Auguro a mio padre la salvezza con il Molassana e ancora tanti anni sui campi dilettantistici, quella è la sua casa e lo sarà per sempre.

L'ESPERIENZA CON SETTIMANA SPORT

Ricordo i miei primi passi da giornalista, vivevo allora col mercato dei dilettanti la stessa enfasi in che vivo ora con i professionisti, forse anche di più. Ricordo il mio primo articolo per voi, fu un Pontecarrega-Cep 3-2, girone del sabato di Seconda, al 25 Aprile. Posso dire di essere stato molto fortunato. Il calcio è sempre stato la mia vita, quando i miei compagni andavano in discoteca, io andavo a vedere le partite con mio padre, mi piaceva stare in questo mondo. Quando ero bambino il mio sogno è sempre stato quello di fare il giornalista, perchè pensavo che non avrei mai potuto diventare un dirigente sportivo affermato. Ero contento del lavoro che facevo, mi divertivo sui campi dei dilettanti ed ero contento cosi. Poi è arrivato il miracolo, di più non posso chiedere alla mia vita."

I RICORDI PIU BELLI DA CALCIATORE

"Quando giocavo nella San Fruttuoso, in una partita contro il Molassana (mia ex squadra) parai un rigore all'ultimo minuto al mio ex compagno Miguel Casarza e vincemmo 2-1. Ma ricordo anche quando parai un rigore sotto la Nord, a Marassi, nel Top 11 di Settimana Sport. Per il resto come portiere non ero un granché....."

IL MIGLIOR PRESIDENTE: Giorgio Frulla

IL MIGLIOR DS: Andrea Comparini 

IL MIGLIOR ALLENATORE: Beppe Maisano e Luca Monteforte quelli con maggiori conoscenze, Andrea Dagnino quello che meriterebbe un miglior avvenire.

IL MIGLIOR PORTIERE: Mario Imbesi e Alessandro Giovinazzo, poi Marco Balbi che è mio amico da 25 anni.

IL MIGLIOR GIOCATORE: Marco Bracco quello mi faceva godere di più, il mio amico Matteo Rossi il più forte tra quelli che ho avuto, ma quello che mi porterei ovunque é Fabrizio Barsacchi, anche lui un mio grande amico da anni. Oggi fa il ds e ogni tanto mi chiede qualche consiglio, sta facendo miracoli, a volte dovrebbe solo avere un po' più di diplomazia. Al suo mercato dò un 7.5, in fondo ha speso la metà  di una squadra di Prima categoria. Il più geniale è Marco Franceschini, con cui siamo fratelli dalla nascita, Di Somma va citato altrimenti mi toglie il saluto....

IL TUO IDOLO: Roberto Baggio.

FILM PREFERITO: Il Padrino

CANTANTE: Ligabue

CANZONE PREFERITA: Questa è la mia vita

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