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Musica | 30 gennaio 2019, 10:23

Un disco a settimana

Oggi vi presentiamo From Wasties Orchard dei Magna Carta

Un disco a settimana

Questa settimana vi prendo per mano, andiamo a fare un tuffo nel 1971, in un’atmosfera magica che solo il folk inglese, incontrando il rock progressivo ci può regalare. Se decidete di restare a casa accendete il camino, sprofondate nei vostri enormi cuscini sorseggiando qualcosa di eccellente come un Oban invecchiato 16 anni, chiudete gli occhi e lasciatevi cullare dalla gentilezza dei suoni di questo disco dei Magna Carta che vi trascinerà in un’atmosfera medioevale ed al contempo moderna, un disco realizzato in studio grazie all’ausilio di strumenti anche desueti: le chitarre acustiche ed elettriche, il mandolino, il sitar, il clavicembalo, le percussioni, la lira e un bicchiere di vino sono stati utilizzati per la realizzazione di questo album, poco noto al grande pubblico mondiale, ma di valore assoluto. Il sound è quello della ballata inglese, con inflessioni celtiche, le voci sempre gentili non disturbano il senso di quiete che si raggiunge ascoltando “ From Wasties Orchard”. E’ un album facile anche a orecchie poco allenate musicalmente, i vari brani sono brevi a differenza di ciò che stava esplodendo in quel periodo a livello musicale, dove sembrava che i vari gruppi si sfidassero nella creazione di pezzi musicali lunghissimi, quasi delle vere e proprie suites. E’ un’opera gentile, adatta anche al pubblico femminile, i suoni portano ad un’estasi garbata, lontana da quelle provocate dalla psichedelia del tempo, se dovessi definirlo con due parole quello dei Magna Carta è un disco “Old- Fashion”, alcuni pezzi più veloci hanno l’odore dell’erba di Irlanda calpestata dai ballerini di “Giga”, altri richiamano atmosfere bucoliche con spazi aperti, sensazioni positive salgono ai nostri sensi durante l’ascolto. – From Wasties Orchard è un piccolo capolavoro creato per tenervi compagnia qualsiasi sia il vostro umore. Dodici brani, per un totale di 35 minuti, ascoltatelo dedicandolo a voi stessi, al vostro benessere psico-fisico. Il vostro giudizio non sarà esternato con le parole, ma con la smorfia di un sorriso accennato che segnerà il vostro viso.

MM

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