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Pallanuoto | 15 febbraio 2019, 12:51

IL PERSONAGGIO - Gianni Fossati, una vita spesa fra calcio e pallanuoto

Figlio dell'ex presidente del Genoa, per 20 anni è stato al timone della Sammargheritese portandola in Serie D. Oggi è team manager e ds al Bogliasco, il suo primo amore: "In vasca ho vinto uno scudetto e ho giocato la Coppa Campioni. Nel calcio non mi sono arricchito ma ho solo buttato via dei soldi. Ieri avrei dovuto ascoltare i consigli di Camisa, cosi come oggi Prandini avrebbe dovuto ascoltare i miei..."

IL PERSONAGGIO - Gianni Fossati, una vita spesa fra calcio e pallanuoto

Gianni Fossati, 63 anni, imprenditore e figlio dell'ex presidente del Genoa, Renzo Fossati, oggi è team manager e direttore sportivo del Bogliasco Pallanuoto, ma tutti gli addetti ai lavori lo ricordano per i suoi 20 anni alla presidenza della Sammargheritese.

La pallanuoto è stato il suo primo amore:

“Ho iniziato a giocare nel Bogliasco nel 1978, nell'81 ho vinto lo scudetto, ho giocato fino al 90 giocando anche la Coppa Campioni, questo sport ce l'ho nel cuore”.


Dal 1990 poi l'avventura, finita un po' burrascosamente, nel mondo del calcio dilettanti con la Sammargheritese:

“Alla Sammargheritese ho passato 20 anni, se escludiamo i due anni di Rapallo. Guardandomi indietro, forse era meglio che non facessi quella scelta. A Santa Margherita ho sempre avuto un rapporto franco e onesto con l'amministazione comunale, a Rapallo ho ricevuto solo tante promesse. Ho portato là un titolo sportivo, ho investito denari veri, ma alla fine ci hanno lasciato soli, volevano farci pagare addirittura l'affitto del campo. Me ne sono andato a gli ho lasciato tutto. Tornando indietro, me ne sarei rimasto a Santa Margherita, anche da “foresto”. Strano che a Santa non ci sia mai stato un presidente del posto, pur essendoci persone che ne hanno la possibilità”.


Ora sei tornato al tuo primo amore, la pallanuoto:

“E' una cosa che ho dentro, ho fatto la Coppa Campioni, ho vinto uno scudetto, conosco tutti, sono cresciuto in quell'ambiente, era fisiologico che tornassi”.


Oggi, torneresti a fare calcio?

“Io sono nato e cresciuto col calcio seguendo mio padre, ma per come è finita, con quello che ho vissuto, subendo ispezioni, grane su grane, diciamo che mi è passata la voglia. Qualcuno si è convinto mi fossi arricchito, invece ho solo speso senza nessun ritorno, ho solo buttato via dei soldi, forse tornando indietro non commetterei qualche errore. Oggi il mondo del calcio si è ridimensionato parecchio. Se mi chiedete se tornerei rispondo in genovese: “Emmu sa detu...”... Mi farebbe piacere semmai tornare in un'altra veste, ecco a Santa Margherita tornerei volentieri a dare una mano. L'attuale presidente Lenzo è una persona competente, capace e appassionata”.


Segui ancora i dilettanti?

“Si, seguo soprattutto i risultati di Rapallo e Sammargheritese, sono un po' in difficoltà ma nei momenti che contano le due squadre sanno venire fuori”.


I tuoi ricordi migliori alla Samm?

“Beh, ricordo i tempi di Righetti capocannoniere, siamo andati a giocare a Sassuolo, in Serie D. Pensate che il Sassuolo mi aveva offerto 60 milioni per Righetti, io rifiutati e l'anno dopo Righetti fece 1 gol e fummo retrocessi. Tornando indietro lo venderei e ci farei la squadra”.


Quali allenatori e giocatori ricordi con maggiore affetto?

“Ho avuto grandi giocatori e ragazzi d'oro come Ruocco, Bertorello, Lenzi, un esempio di professionaltà. E fenomeni come D'Agostino e Florio. Come mister, a Roberto Di Marco mi lega un grande affetto, poi ricordo Del Nero e Monteforte, e non dimentico Marco Camisa: avrei dovuto ascoltare qualche consiglio in più da parte sua...”


Il presente si chiama Bogliasco: un commento sulla stagione sportiva e sulle vicende societarie?

“Al Bogliasco Pallanuoto sto dando la vita e il mio cuore. A inizio stagione ero convinto di arrivare nelle prime 4-5 e ne sono convinto tuttora, purtroppo per un calendario sfavorevole e infortuni di giocatori importanti ci siamo ritrovati con soli 4 punti a fine girone d'andata, ma ora stiamo recuperando, i giocatori sono in fiducia, ne verremo fuori. La squadra è forte. Non ci voglio neanche pensare, ma se dovessimo retrocedere non sarebbe una tragedia, perchè abbiamo un settore giovanile formidabile dove siamo leader in tutte le categorie. La società? Prandini non ha più voglia di fare il presidente, ma rimarrebbe solo come sponsor. Ha sbagliato a non ascoltare i miei consigli, ora stiamo cercando una figura che possa prendere il suo posto”.

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