Eccellenza - 05 novembre 2019, 13:26

IL PERSONAGGIO Beppe Maisano: "Ho quasi 65 anni ma sono ancora più innovativo di tanti altri"

Il tecnico della Cairese ci parla di Eccellenza ("Ci sono tre squadre che possono vincerla"), dei suoi giovani colleghi ("Meno chiacchiere e più passione") e di Sampdoria ("Ho ammirato tanto Mancini ma è stato la prima causa della nostra retrocessione")

Foto ricordo: nel 2007 il nostro direttore Paolo Dellepiane premia Beppe Maisano come miglior allenatore

Foto ricordo: nel 2007 il nostro direttore Paolo Dellepiane premia Beppe Maisano come miglior allenatore

Beppe Maisano, domenica con il Sestri una grande prestazione:

“Si, confermo, una grande prestazione, una grande partita, una bella giornata di calcio. Ho sentito che il Sestri ha parlato di campo pesante, hanno detto che erano stanchi perchè mercoledi hanno giocato in Coppa, ma la nostra vittoria è stata indiscutibile, non ci sono state situazioni esterne che hanno condizionato il risultato, abbiamo segnato tre bellissimi gol”.

Dove può arrivare la tua Cairese?

“A salvarsi più velocemente possibile. Abbiamo una Juniores prima e imbattuta, c'è tanta voglia di far giocare tantissimi giovani. La società non ambisce a fare il salto, primo obiettivo il divertimento e il bel gioco. Sono arrivato in una piazza con grande organizzazione e grande storia, con un presidente che ha fatto tutte le categorie dalla Prima alla C, un ds che è stato giocatore con questa maglia... Quando mi hanno chiamato sapevo dove andavo, sapevo che si erano persi pezzi importanti, dentro al campo e nello spogliatoio, ma ho trovato un gruppo con grandi valori, tanta voglia, ci si diverte. La Cairese non promette quello che non può dare, e non chiede quello che non può chiedere”.

Sei arrivato un po' in ritardo, dopo l'addio improvviso di Solari, è stato difficile entrare subito in sintonia con giocatori e società?

“A Vado ho fatto tempo fa un buon campionato da subentrato, quindi ho imparato a entrare in corsa. Ho accettato la rosa e lo staff che già esistevano, ho portato solo Max Bruzzone con me, per il resto ci sono i bravissimi preparatori che già c'erano, io non ho toccato niente. A dicembre forse potremmo cambiare qualcosina, ma la squadra è stata programmata per un campionato tranquillo, ho dovuto solo rimotivarli un po' dopo l'addio di Solari che è andato via in un modo un po' strano, per loro era uno di famiglia”.

Eccellenza, chi la vince?

“La distanza non è enorme, per me le favorite rimangono quelle 3 della vigilia, Imperia, Albenga e Sestri. Noi abbiamo già incontrato Albenga e Sestri Levante, due squadre impostate diversamente. A dicembre tutte e tre potranno cambiare qualcosa, la differenza fra loro tre e le altre è che loro hanno società alle spalle che vogliono vincere il campionato, quindi al di là dei punteggi odierni, potranno correggere, reinvestire, come ha fatto il Vado anno scorso, che era settimo a dicembre poi ha cambiato 5 giocatori e ha vinto. Non credo che oggi ci siano in Eccellenza altre società che possano ragionare in questo modo”.

Hai recentemente affrontato la Genova Calcio, emozioni?

“In campo faccio sempre la mia partita, senza guardare a niente e a nessuno. Alla Genova Calcio sono cambiate tante cose, non li ho incontrati appena me ne sono andato, è passato del tempo... Con alcuni di loro sono rimasto in ottimi rapporti, e me ne sono andato via senza nessuna frattura o polemiche, mi faceva solo piacere fare una buona figura. Anzi ringrazio ancora la Cairese che mi ha dato la possiblità di tornare sul campo dopo un anno di stop. Avevo avuto richieste importanti anche di categorie superiori fuori regione ma dopo il crollo del ponte per motivi lavorativi ho dovuto rifiutare”.

Oggi è il compleanno del tuo secondo, Max Bruzzone, che messaggio gli mandiamo?

“Dietro la sua tuta c'ha scritto mister, sta cercando di farmi saltare e devo stare attento... Scherzi a parte oggi è una giornata triste perchè è morto Banchero, uno dei miei presidenti del Cffs Sampierdarena. Mio figlio mi dice che sto invecchiando perchè nella mia vita ho sempre meno addii al celibato e più ricorrenze tristi... Tornando a Max, condivido il suo pensiero: nella carriera calcistica non è tanto importante vincere, ma contano i rapporti positivi che si lasciano e che si trovano....”

65 anni il prossimo 14 novembre, sei il più esperto, per non dire vecchio, dell'Eccellenza, che effetto ti fa?

“Sono molto contento perchè, a parte il Sestri Levante che avrei tanto voluto allenare, sono riuscito a guidare tre squadre che hanno compiuto 100 anni, Vado, Sestrese e Cairese. Sono contento di essere ancora qui, e di essere ancora considerato un innovativo, e soprattutto di non pensare alla carta identità, anche perchè ci sono tanti colleghi più giovani di me che sono calcisticamente vecchi. Magari lontano dalla Liguria avrei potuto fare un'altra carriera, basti pensare a Fabrizio Piccareta che qui è stato ostacolato e ora allena gli Allievi della Roma”.

Fra i giovani chi ti piace? E che consiglio daresti ai giovani allenatori? Ti faccio una serie di nomi: Berogno, Valmati, Amirante, Pisano, Calcagno...

“Guarda, io giro tanto sui campi, e vedo tante cose... Oggi mi ritrovo più in Amirante che in altri, ma non tanto perchè l'ho allenato io, quanto perchè quando uno che ha giocato ai suoi livelli accetta di scendere e ripartire dal basso merita massima stima. Io credo che per spiccare il volo anche nel nostro “mestiere” di tecnici bisogna fare dei percorsi. A Savio nel calcio è stato dato tanto ma anche tolto tanto, era un professionista nato, poteva fare ben altra carriera se gli infortuni non lo avessero frenato. Ai giovani colleghi dico di stare più sul campo e fare meno chiacchiere, di rimanere coi piedi per terra, di continuare a metterci la passione che hanno, ma alzare l'asticella dei contenuti e dei rapporti, oggi è tutto troppo facile subito, ma attenzione si fa presto a crollare”.

Da uomo di calcio e grande sampdoriano quale sei, un giudizio sul momento tecnico e societario della Samp?

“Del cambio in panchina sono contentissimo perchè basta leggere le dichiarazioni che fa Ranieri, è uomo di calcio, ha fatto tanta esperienza, è una persona matura, che ragiona con la testa... La Samp di ieri non correva perchè non aveva la testa, perchè è stata costruita male con un allenatore come Di Francesco che si portava dietro troppe cicatrici dagli anni precedenti. Ranieri è atteso da un lavoro lunghissimo, oggi la Samp non deve giocare un bel calcio ma deve rosicchiare punti. La colpa è di una società che ci ha portato lì...”

Ecco appunto, la società. Anche tu ti eri illuso che Vialli potesse salvare la patria?

“No mai, a colleghi e amici ho sempre detto che Vialli non sarebbe arrivato. Ho ammirato tantissimo Mancini e Vialli, da giocatori, ma se volevano restare alla Samp potevano farlo subito in tempi non sospetti.... Uno (Mancini) ha spaccato la tifoseria creando grossi danni, credo che la retrocessione sia stata anche colpa sua, l'altro (Vialli) è servito più a fare qualche titolo di giornale che altro. La domanda ricorrente è “Chi ci sarà dietro Ferrero?” Io dico solo che siamo l'unica società in Europa di cui non si sa completamente niente: neanche il Sole 24 Ore con la sua inchiesta è riuscito a vederci chiaro. Questo ci deve fare pensare. Io vedo Cagliari e Atalanta che stanno investendo sulle loro città e sulle rispettive società, la nostra città invece è in uno stato di abbandono, siamo terra di nessuno, dove si danno le allerte per creare uno stato di tensione e terrorismo e giustificare cosi la poca voglia di costruire”.

PAOLO DELLEPIANE

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