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Terza categoria | 01 dicembre 2019, 22:28

RAZZISMO Il commento di Roberto Carosio

Il dirigente del Ceis, squadra di profughi di colore, interviene così: "Noi italiani abbiamo una concezione sbagliata dell'insulto tipico citato come esempio..."

RAZZISMO Il commento di Roberto Carosio

ED ECCO IL COMMENTO DI ROBERTO CAROSIO, DIRIGENTE DEL CEIS

Fondamentalmente sono giusti tutti gli interventi precedenti, ognuno tocca un tasto evidente del mondo del calcio.

Chi è in difficoltà prova la carta dell'insulto, e sono d'accordo con chi mi ha preceduto nell'affermare che non è razzismo in senso stretto offendere con certi termini calciatori di colore, ma solo un tentativo ( certamente poco sportivo e poco educativo) di ottenere un vantaggio, innervosendo un atleta dove si sente più toccato.

Idem vale se viene presa di mira l'altezza, o il fisico, o la provenienza geografica. Se si parla di etica sportiva in ogni caso credo che si possano citare molteplici esempi negativi, di cui l'insulto " razziale" è uno tra i tanti.

Il mio intervento vuole solo sottolineare una cosa che, o non si sa, oppure viene messa in secondo piano.

Noi italiani abbiamo una concezione sbagliata dell'insulto tipico citato come esempio ( e che non replico.)

Ovvero si dà più risalto al termine negro piuttosto che al seguito. Da qui gli esempi dei colleghi, chi è nano di m..., chi ciccione di m..., ecc.

Ebbene, chi ha amici o amiche sudamericani lo sa ,o può eventualmente chiedere loro: nessuno si offende per il termine negro, che in spagnolo significa nero. Se mai l'offesa è il termine dopo. 

Invece qui da noi passa per lecito il seguito, mentre l'offesa è negro.

Completamente sbagliato.

Questo modo di vedere la cosa condiziona poi gli atleti africani, che non parlano lo spagnolo ovviamente.

Perciò l'errore di noi italiani nel considerare negro l'insulto condiziona poi loro a ritenersi insultati se vengono chiamati negri. 

Se si devono sentire insultati perciò è sul resto della frase.

Tutto questo ragionamento vale ovviamente nel caso non si pensi che essere negro, o nero, sia una pecca.

In tal caso possiamo dire senza dubbio che si tratterebbe di razzismo.

Per ciò che riguarda la nostra esperienza come Ceis, che ci vede in prima linea con una squadra composta quasi totalmente da ragazzi africani, posso affermare che in assoluto la nostra partecipazione particolare nel mondo calcistico è molto positiva.Troviamo  in generale molta simpatia e ottime accoglienze da parte di tutti. Razzismo in modo diretto non ne abbiamo mai riscontrato, ne tra colleghi giocatori ne tra il pubblico che segue le partite. Anzi, e lo ripeto, molte volte anche solidarietà e collaborazione.

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