/ Promozione
Lavoro in Italia

Cerca sul sito

Vai all'archivio ›

Promozione | 20 febbraio 2020, 12:35

GOLFO PARADISO A tu per tu con il presidente Bruno Scaroni

Classe 1943, ha giocato sia a calcio che a pallanuoto nel ruolo di portiere con le maglie di Genoa e Pro Recco

GOLFO PARADISO A tu per tu con il presidente Bruno Scaroni

Bruno Scaroni, classe 1943, presidente del Golfo Paradiso, è da trent'anni nel mondo del calcio come dirigente prima del Camogli, poi del Golfo Parodiso. Ma da molti di più è nell'ambito sportivo, come lui stesso ci racconta:

“Giocavo nel Genoa, e sono arrivato fino alla Primavera, anche se allora non si chiamava così. Facevo il portiere, e dopo il Genoa passai alla Pro Recco. Nel frattempo giocavo anche a pallanuoto nella Pro Recco, a quel tempo si potevano praticare entrambi gli sport alla luce del sole. Fra i miei compagni c'era anche l'attuale presidente dello Spezia e patron della Pro Recco, Gabriele Volpi, con lui giocai nella juniores della Pro Recco”.

Scaroni è un ex commercialista e promotore finanziario, oggi in pensione. Presidente a tempo pieno dunque?

“Quasi a tempo pieno... Abbiamo speso un milione e 200 mila euro per il nostro nuovo campo, nel 2022 finiremo di pagare il mutuo, diciamo che l'impegno in società non manca”.

Il Golfo Paradiso punta all'Eccellenza?

“Stiamo lottando da diversi anni per l'Eccellenza. La squadra c'è, ma come si suol dire il pallone rotondo, a volte vinciamo partite che non meritiamo, altre volte perdiamo partite dove meritiamo... Siamo sempre li, in cima, e vincendo il recupero col Canaletto saremmo primi.... Sono tre anni che lottiamo per questo traguardo, l'obiettivo sarebbe arrivare in Eccellenza, sarebbe un traguardo storico per noi e mi piacerebbe essere ricordato come il presidente che ha portato la squadra nella categoria superiore”.

La vostra società è frutto di una fusione:

“Si, noi come matricola portiamo il titolo storico della Pro Recco 1913, che non è mai stata in Eccellenza. La fusione ha riunito Pro Recco, Camogli, Avegno, Golfo Paradiso: tante teste, tanti campanili, tanti orticelli da coltivare, non è stato facile fare andare d'accordo tutti ma ce l'abbiamo fatta. Abbiamo rifatto il campo, il nostro settore giovanile è cresciuto, abbiamo anche una squadra amatoriale”.

Facciamo un passo indietro, come è cambiato il calcio rispetto ai suoi tempi?

“E' cambiato tutto, allora ci allenavamo una volta settimana, oggi è tutto più esasperato. La differenza la fanno i genitori, alcuni danno una mano, altri fanno troppo i tecnici. Credo che i bambini andrebbero lasciati divertire...”

Cosa ricorda della sua esperienza al Genoa?

“Erano gli anni 60, ricordo i vari Leopardi, Campora, Baveni, tutta gente che poi ha esordito in serie A. Io giocavo nel ruolo di portiere, poi ho lasciato perchè ero alto solo 1,72, allora ci voleva almeno 1,80. Adesso fra allenamenti e partite il calcio è quasi un lavoro. Io abitavo a Genova, poi mi sono trasferito a Recco. Facevo le medie al Colombo, a 12 anni prendevo il treno da Recco alle 6.30 del mattino, scendevo a Brignole, andavo all'Albergo dei Poveri, poi andavo a mangiare in Sottoripa, quindi andavo in pulmann a Pegli ad allenarmi e tornavo a Recco la sera. Oggi si parlerebbe di sequestro di minore, nel mentre studiavo anche...”

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore