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Promozione | 16 marzo 2020, 13:10

10 DOMANDE AL GIORNO Bellissima intervista al Principe, Andrea Dagnino

Il mister della Goliardica applaude il lavoro degli operatori sanitari, rivaluta il senso della noia e sul tema calcio lancia una proposta: "Finiamo comunque la stagione, a costo di finirla a dicembre"

10 DOMANDE AL GIORNO Bellissima intervista al Principe, Andrea Dagnino

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1- Andrea Dagnino, la prima domanda è obbligata. Coronavirus: che sta succedendo, che percezione hai dal tuo osservatorio personale?

“Personalmente non ho mai sottovalutato il problema, sull'aspetto tecnico della malattia non posso giudicare, ma credo di potermi rendere utile restando a casa, solo così possiamo salvare delle vite, certo mi farebbe piacere ci fosse più rigidità nel controllare quelli che escono e con la loro ignoranza mettono a repentaglio la vita degli altri”.

2- Mai come in questo momento va sottolineato il grande lavoro degli ospedali e di chi opera al loro interno:

“Sta uscendo fuori la figura e la caratteristica dell'italiano medio: stiamo dimostrando che la vita delle persone conta più di qualsiasi cosa. Io sono orgoglioso di quello che fanno alcuni miei amici che lavorano in ospedale, mettendo a rischio la propria vita. Spero che presto autorizzino tutti noi a dare una mano anche fuori di casa, perchè al momento possiamo fare poco”.

3- La Serie A e in genere i professionisti si dovevano fermare prima?

 “Siamo stati sfortunati rispetto a tutta Europa, perchè all'inizio c'era poca informazione sul tema, e noi siamo stati tra i primi dopo la Cina. Subito non c'era la sensazione che il disastro fosse di queste dimensioni, quando abbiamo capito che era grave si è fermato tutto. Anziani, sportivi, chi lavora in fabbrica, siamo tutti uguali. Io oggi sono per fermare tutto, dal calcio al lavoro.

4- E i dilettanti invece, si sono fermati al momento giusto?

“A oggi, ti dico che appena è arrivato il primo infettato dalla Cina si dovevano chiudere gli aeroporti... Ma non avrei voluto essere nei panni di chi doveva decidere. Tutto è possibile, oggi dove c'è pericolo interveniamo, ma devo dire che mi sento protetto dal Governo centrale e dal Governo sportivo”.

5- Qualche settimana fa ci perdevamo dietro a polemiche su chi si poteva allenare e chi no, oggi quei discorsi sembrano lontani anni luce...

“Guardo, siamo abituati così tanto alla socialità fuori dalle proprie case, che questa abitudine ci ha portato a sottovalutare un problema che io non ho mai vissuto nei miei 50 anni di vita. Tutti noi tendevamo ad aggirarlo, nel momento in cui è stato imposto di fermarci, nessuno si allena più, tutto il paese ha risposto fermandosi, oggi non è il momento delle polemiche”.

6- Si riprenderà a giocare, secondo te?

“Io ti direi chissenefrega, sperando che il mio presidente non mi senta. Oggi il mio pensiero va ai miei amici che lavorano in ospedale, il calcio dilettanti è l'ultimo problema. Io non credo si potrà andare avanti a breve, ma è anche vero che ci sono in ballo un sacco di soldi, a partire dai prof, e si cercherà di uscire da questa situazione. Oggi non si possono fare previsioni, non lo trovo corretto verso chi sta lavorando a livello sanitario. Dal punto di vista sportivo, ti dico che sarei disposto a giocare tutti i giorni e allenarmi di notte gratis, vorrebbe dire che è tutto finito. Se si riprenderà, vorrei ci fosse regolarità nei campionati e che ci fosse un riconoscimento a chi aveva condotto in testa questa stagione nei rispettivi tornei”.

7- Se si riprenderà, tu come agiresti nei vari campionati?

“La cosa più corretta sarebbe riprendere da dove si era lasciato, dopo aver dato tempo alle squadre per allenarsi io ricomincerei da dove ci siamo fermati, e giocherei tutte le giornate che mancano, per pareggiare i tempi. Si giocherà magari d'estate, ma meglio una partita sotto il sole che un letto di ospedale”.

8- Se non si potesse riprendere, invece?

“Sono tutti temi da valutare, ma io in questo caso andrei controcorrente. Io finirei la stagione comunque, a costo di finirla a novembre e riprendere quella nuova a dicembre. I giocatori rimarrebbero vincolati fino alla fine di questa stagione. Onestamente io non prenderei in considerazione la cancellazione della stagione, perchè qualsiasi altra soluzione sarebbe difficile da accettare per troppi motivi”.

9- Come sono cambiate le domeniche della famiglia Dagnino?

“Io credo che questa situazione ci abbia regalato qualcosa di positivo, ovvero la noia, una cosa che la gente non riusciva più a concepire coi ritmi indiavolati dei nostri tempi. Nella noia la gente tira fuori la fantasia, i bambini tornano a colorare e a leggere, si rispolverano cose abbandonate, non tutto è negativo insomma in questo periodo. Vengono fuori tante cose belle, la noia non è sempre negativa. Stiamo riscoprendo tante cose, certo mi piacerebbe farle all'aperto con mia moglie e le mie figlie”.

10- Senza calcio, Andrea Dagnino cosa farebbe, o cosa fa?

“Adoro pescare, ho la mia piccola barca con cui appena posso mi butto in mezzo al mare, gioco a beach volley con gli amici, ho tantissimi interessi, certo il calcio è la mia malattia, ma sono sincero oggi faccio fatica a parlarne...”

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