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Serie D | 06 novembre 2018, 12:56

IL PERSONAGGIO - Edoardo Oneto, il bomber scuola Samp vuole fare grande la Lavagnese

Nato proprio a Lavagna nel 1996, cercherà di sfatare il mito che nessuno è profeta in patria: "Studio Lingue per tenermi aperta una stada alternativa, ma non ho perso le speranze di sfondare nel calcio. Qui a Lavagna c'è un ambiente fantastico per lavorare".

IL PERSONAGGIO - Edoardo Oneto, il bomber scuola Samp vuole fare grande la Lavagnese

Edoardo Oneto, nato a Lavagna il 23/2/1996, quest'anno gioca finalmente per la maglia della sua città natale.

“Nemo propheta in patria”, dicevano i latini, un detto da smentire per il bomber bianconero.

“Vero, sono nato a Lavagna, ma ho sempre vissuto a Zoagli, e oggi vivo a Camogli... Sono giorni difficili per i miei posti, a Zoagli purtroppo ci sono stati tanti danni dopo la mareggiata, in Riviera ho tantissimi amici che hanno case e attività sul mare, un disastro, una bruttissima cosa...”

Oggi Edoardo è la punta centrale di una Lavagnese che punta in alto. L'attaccante si divide fra il calcio e lo studio, visto che, dopo l'esperienza alla Sampdoria, per ora il sogno dei professionisti è momentaneamente accantonato.

“Ma ho solo 22 anni, non è ancora detto che non riesca a spiccare il volo, se non in Serie A almeno in B o C... A Lavagna mi trovo veramente bene, un posto bellissimo per lavorare, sono a 10 km da casa in un ambiente fantastico, familiare. Nel frattempo studio Lingue a Genova, mi tengo aperta un'altra strada perchè col calcio non si sa mai...”

Edoardo ha iniziato a giocare a Rapallo, nei pulcini, poi 11 anni di Sampdoria.

“Sono arrivato fino alla Primavera e ho fatto 4 panchine in Serie A, con Mihajlovic in un Catania-Samporia, e con Zenga in un Vojvodina-Sampdoria nei preliminari di Europa League, e nelle prime due di campionato Sampdoria-Carpi e Napoli-Sampdoria. Mihajlovic l'ho vissuto veramente poco, mentre con Zenga mi sono trovato molto bene, ha un bel metodo di lavoro... A un certo punto ci avevo sperato, di sfondare coi colori blucerchiati, ma è difficilissimo mantenere certi livelli, rimpianti comunque nessuno, ringrazio la Sampdoria per l'opportunità che mi ha dato”.

Alla Samp, nei 3 anni di Primavera, 57 presenze e 15 gol:

“La stagione milgiore fu la 13/14 condita da 10 gol. In Primavera ho avuto prima Felice Tufano e poi Enrico Chiesa, un bravissimo allenatore, con la carriera che ha avuto come attaccante mi ha insegnato molto. Con me c'erano i vari Ivan, Mattia Lombardo, Falcone, Rolando che oggi è in prima squadra”.

Nella stagione 15/16 hai fatto un'esperienza al Real Oviedo, in Spagna:

“Grazie a un procuratore spagnolo ho provato questa avventura. Avevo 19 anni, l'Oviedo aveva la squadra B in Tercera Division, la nostra C2, e da gennaio a maggio feci 12 presenze 5 gol. E' stata una esperienza di vita bellissima, per me la prima volta fuori casa senza l'appoggio dei genitori, lo consiglierei a chiunque...”

Poi il ritorno in Italia, a Sestri Levante:

“30 presenze e 8 gol. Siamo partiti male con Salvalaggio, poi abbiamo ripreso a vincere con l'arrivo di Dagnino, eravamo molto giovani e inesperti”.

Dopo Sestri, eccoti al Ligorna:

“34 partite 6 gol, è andata male in fase realizzativa, ma mi sono trovato molto bene con società e compagni. Una bella esperienza anche li...”

E oggi sei a Lavagna:

“Da Lavagna mi cercavano da un po', mi hanno chiamato a maggio subito dopo la fine del campionato e ho accettato al volo. E' l'anno del centenario, stiamo lavorando duro, cercheremo di dare il meglio. Domenica abbiamo ottenuto una bella vittoria a Bra, giocando una grande gara. Io ho segnato 4 gol in 8 partite, una buona media, speriamo di continuare cosi, potevano essere 5 se non me ne avessero annullato uno regolare a Bra”.

Obiettivo stagionale?

“Il Lecco è squadra preparatissima, probabilmente la favorita. Vincere il campionato per noi sarebbe un sogno, ma non vogliamo porci obiettivi, per ora lavoriamo a testa bassa, vedremo poi la classifica al giro di boa...”

In che ruolo giochi esattamente?

“Nel 4-3-3 io sono la prima punta, con Basso e Bonaventura ai lati. Ma davanti ruotiamo molto, ci sono anche Corsini, mio carissimo amico, e Saccà che ora è infortunato ma ci darà una grossa mano con la sua velocità”.

Descriviti tecnicamente:

“Sono un attaccante che predilige attaccare la profondità piuttosto che ricevere palla spalle alla porta. Mi piace aspettare i cross sul primo palo, devo lavorare fisicamente nei duelli coi difensori”.

A chi ti ispiri?

“Ho sempre avuto due modelli. Il primo è stato Luis Nazario Ronaldo, il fenomeno, e poi Fernando Torres al Liverpool, squadra di cui sono tifoso”.

Parlaci un po' degli allenatori che hai avuto...

“Andrea Dagnino è stata una persona fantastica, un allenatore molto preparato, a cui auguro davvero il meglio. Di Luca Monteforte ho il massimo rispetto, pur avendo avuto con lui qualche scontro verbale, mi ha fatto fare 34 partite quindi non posso dire nulla. Con Luca Tabbiani mi trovo benissimo, un mister preparato con uno staff altrettanto preparato, speriamo di fare insieme un grande campionato. Vorrei ricordare però anche Paolo Beruatto, ex giocatore del Torino, con cui ho avuto un rapporto speciale, avevo 14 anni e alla Samp mi ha insegnato molte cose. Gli sono molto grato perchè mi ha fatto crescere molto....”

Il calciatore più bravo con cui hai giocato?

“Il più forte di tutti è Antonio Cassano, l'ho visto da vicino nel periodo della Samp, lui è di un altro pianeta....”

Il miglior compagno d'attacco?

“Mi sono trovato bene con tutti, ma le mie spalle ideali sono stati Addiego Mobilio (oggi alla Carrarese), Necchi (che credo abbia smesso) e Corsini (mio attuale compagno) con cui ho condiviso il settore giovanile della Samp”.


PDP

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