Un album la settimana, il binomio musica & sport è stato ed è vivo in ogni sportivo. Oggi vi presento un disco dei Cream, band che ebbe vita relativamente breve dal 1966 al ’68 pubblicando tre albums, vendendone 15 milioni di copie, formata dal chitarrista Eric Clapton, dal bassista Jack Bruce, e dal batterista Ginger Baker. L’album in questione è Disraeli Gears, seconda opera del gruppo,la svolta filosofica della band che nonostante avesse ancora un’anima blues incominciò a defluire verso la psichedelia, condizionati dai tempi, dove droghe e ribellione, assumevano, soprattutto nella musica, un’impronta sociale profonda e segnante. Il pezzo forte, e forse più conosciuto è “Sunshine of your love”.
Il testo ripete un ritornello:
I've been waiting so long
To be where I'm going
In the sunshine of your love
che tradotto suona così:
Aspetto da tanto tempo
Per arrivare dove sto andando
Nello splendere del tuo amore.
Tipico messaggio “Peace and Love” di quegli anni a cui faceva da contraltare il suono della chitarra di Clapton che conquista la scena con accordi ammalianti e trascendenti, la psichedelia è veramente ad un passo.
All’interno del disco da segnalare l’oscura “Blue Condition” quasi rappresentante la fase down del viaggio nel mondo della droga effettuato da Clapton. Tutto l’album è permeato di un’alternanza di stati umorali come la felicità, il dolore, l’autodistruzione, la speranza,e l’irriverenza dell’ultimo pezzo “ Mother’s lament”. L’ascolto viene vissuto come un “viaggio”, quello della vita, degli stupefacenti, dei colori, di un mondo in cambiamento, di una rivoluzione importante, determinante per tutta la musica futura.