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Calcio giovanile | 13 settembre 2019, 12:12

LIGORNA Alla scoperta di Alessandro Annaloro e della leva 2008

Appena arrivato, il tecnico ha le idee chiare: "Il calcio è una scuola di vita, e mi piace il giocatore pensante, non quello comandato con un joystick"

LIGORNA Alla scoperta di Alessandro Annaloro e della leva 2008

Alessandro Annaloro, classe 82, ex calciatore dilettante con un passato nel Genoa, è al suo primo anno al Ligorna, dove allena la leva 2008.

“Ho finito a dicembre il corso Uefa B e sono stato subito contattato dal direttore Barbieri accettando con entusiasmo la sua proposta. Prima del Ligorna sono stato al Baiardo, tre anni, e alla Ledakos, due anni”.

Penso che allenare in una società che ha la prima squadra in serie D sia uno stimolo sia per gli allenatori che per i bimbi, vero?

“Io ho fatto 10 anni al Genoa, poi ho giocato un po' in giro per l'Italia, quindi so cosa vuol dire il sacrificio e lottare per certi obiettivi, cosa che sto cercando di inculcare ai miei ragazzi. Punto molto sulla loro crescita mentale, mi piace il giocatore pensante, i miei giocatori devono pensare con la loro testa, purtroppo invece vedo troppi allenatori che comandano con il joystick i loro allievi...”

Quali sono le tue priorità?

“Vorrei farli crescere sotto il profilo del gioco e caratterialmente. Io credo che quando si perde si impara, se poi si vince è tutto di guadagnato. Punto sulla crescita tecnica, fisica, sulla coordinazione. Credo che il giocatore debba pensare da solo fin da piccolo, specie se un domani vogliamo portare giocatori alla prima squadra, già da piccoli devono imparare a ragionare sul campo con la loro testa. Io posso dare degli input, poi in campo vanno loro”.

I tuoi bimbi hanno 11 anni, giocate a 9?

“Sono Esordienti primo anno, giochiamo a 9, e la maggior parte ragazzi che mi hanno seguito dalla Ledakos avevano già giocato a 9. Oltre ai campionati, ho organizzato delle belle amichevoli, il prossimo sabato abbiamo una partita a Monaco, credo sia giusto confrontarsi con bambini e realtà diverse”.

Quale obiettivo ti sei dato per quest'anno?

“L'obiettivo è far crescere i ragazzi dal punto di vista calcistico, mentale, comportamentale. Il calcio è una scuola di vita che va presa con impegno, un impegno che va rispettato sia in campo che fuori”.

Per la tua carriera da mister invece che traguardi ti sei posto?

“Sono partito al Baiardo coi Piccoli Amici, e sto crescendo piano piano. L'obiettivo di qualsiasi allenatore è arrivare un domani ad allenare una prima squadra, con i giusti step, passo dopo passo. Anche se lavorare coi giovani mi dà molta soddisfazione. Purtroppo vedo ragazzi di 18 anni che non hanno tanta voglia di allenarsi, io a quell'età non vedevo l'ora di andare al campo. Diciamo che mi piacerebbe un domani lavorare con una prima squadra oppure continuare in un settore giovanile importante”.

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