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Calcio | 16 settembre 2019, 22:48

REPORTAGE La favola del Kfum dal nostro "inviato" in Norvegia

Il nostro storico collaboratore Samuele Nanni in Scandinavia non ha dimenticato la sua passione per il calcio

REPORTAGE La favola del Kfum dal nostro "inviato" in Norvegia

Oslo. Chi viene a visitare Oslo non può perdersi lo spettacolo della collina di Ekeberg. Situata lungo il fiordo di Oslo, nella parte est della città a poche fermate di autobus o tram dal centro, è un vero e proprio balcone sulla capitale norvegese. Il luogo perfetto per godersi la natura, rilassarsi, ammirare spettacolari tramonti e fare sport. Lassù Edward Munch trovò l'ispirazione per il suo capolavoro universale, L'urlo, mentre in tempi più moderni le salite che portano alla collina laurearono, nel 1993, campione del mondo di ciclismo un certo Lance Armstrong.

Ad Ekeberg ha anche sede una società calcistica, il KFUM. A livello calcistico la Norvegia non sta passando il suo periodo migliore. I fasti di fine anni novanta sono ben lontani. La nazionale, la cui formazione tipo annovera tutti giocatori tesserati per squadre straniere, difficilmente centrerà la qualificazione ad Euro 2020 ed a livello di club la situazione è ancora peggiore. Il Rosenborg dopo aver sfiorato la qualificazione alla fase a gironi della Champions League farà una parte da comprimario nei gironi di Europa League, mentre le altre tre squadre che si sono qualificate per la seconda competizione continentale, Haugesund, Brann e Molde, hanno dovuto mestamente uscire dai giochi nelle fasi preliminari in estate.

Ma a livello locale c'è spazio per le piccole grandi favole come quella del KFUM poco sopra citato, o, per i propri tifosi, il Kåffa (pronunciato koffa). Fondato nel 1939 la formazione bianco-rossa è arrivata allo storico traguardo della serie B norvegese, chiamata Obos Ligaen per via del main sponsor Obos, la più grande ditta di costruzioni di palazzi norvegese. Nella giornata di ieri, la ventiduesima su trenta del campionato, andava in scena un importante derby cittadino contro la nobile decaduta Skeid, formazione vincitrice di un campionato e di numerose coppe nazionali a cavallo degli anni cinquanta e sessanta. Se per lo Skeid in palio c'erano punti salvezza, ben altro discorso vale per il KFUM. Se le prime tre della classifica, Ålesund, Start e Sandefjord, sono inarrivabili, i kåffa-boys quarti in classifica avevano bisogno di punti per consolidare sempre di più un piazzamento che significherebbe play-off.

Ma se fin qui si parla di pura cronaca sportiva, agli occhi di noi italiani la cosa che più salta all'occhio è il contesto dove tutto questo sta avvenendo. Oslo ha nel suo interno due stadi che sono autentiche perle: l'Ullevål Stadion, casa della nazionale, e l'Intility Arena, casa della prima squadra della città, il Vålerenga, e della forte e titolata nazionale femminile. Per tutte le altre (molte) società calcistiche della capitale, gli impianti sportivi sono paragonabili ai nostri campi di periferia. Seppur mantenuti a meraviglia, non è un segreto che in Norvegia, anche nello sport, girino parecchi soldi e vengono sporattutto spesi molto bene, fa un certo effetto vedere giocare un'importante partita di serie B, con tanto di copertura televisiva su Eurosport Norge e terna arbitrale dotata di auricolari, in quello che noi chiameremo campo sportivo. Chiosco del caffè dove si paga rigorosamente tutto con bancomat o Vipps, un diffusissimo sistema di pagamento tramite smartphone che trasferisce somme di denaro da un conto all'altro a commissioni zero, gradinate con quattro serie di gradoni in legno, nessuna copertura ad esse e pallone che ad ogni lancio non azzeccato finisce in mezzo al bosco fitto. E la mente non può andare che alla controversa storia dell'Albissola dell'ultima primavera/estate. Dopo una cavalcata dai dilettanti ai professionisti, come il KFUM, ed una salvezza conquistata sul campo (neutro), il fallimento della società a causa di un impianto non a norma per giocare tra i professionisti e a causa di vari contenziosi che hanno impedito ai ceramisti di giocare nuovamente tra i prof in uno stadio seppur lontano da casa. Se il “Faraggiana” fosse qui in Norvegia farebbe certamente gola anche a numerose squadre della serie A nazionale.

Per la cronaca il KFUM, grazie ad un gol dell'ex Tavakoli nella ripresa, batte lo Skeid per 2-1 e continua a sognare in grande. Ma l'appuntamento con la storia alla Kfum-Arena ci sarà giovedì 26 per i quarti di finale della coppa nazionale. I biancorossi ospiteranno i più quotati avversari dell'Odd ma a Ekeberg c'è ottimismo ed entusiasmo. Nella partita di ieri 866 spettatori paganti, biglietti in gran parte acquistati rigorosamente on-line e scansionati all'ingresso dagli steward, ma i vecchi gradoni in legno circondati da prati e boschi in stile Val Bormida giovedì prossimo saranno ancor più gremiti e ribollenti. Sognare non costa nulla, la coppa nazionale in Norvegia spesso viene vinta da squadre di non primissima fascia e la vittoria del trofeo garantisce l'accesso alle fasi preliminari di Europa League. Il tutto in uno scenario tra il magico, il buffo ed il surreale.

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KFUM 2

5' Sortevik, 75' Tavakoli

SKEID 1

28' Michael

KFUM: Thomas, Gaye, Jarl, Gueye, Collet, Holm (70' Agouda), Sortevik (c), Soras, Moula (64' Vedvik), Tavakoli (94' Stavrum), Larsen. All.: Jørgen Isnes.

SKEID: Fiskvik, Skogsrud T., Skosgrud K.E., Aleesami, El-Amrani, Mahnin, Yousef (78' Ismaheel), Ezeh, Can (46' Godoy), Michael (78' Pettersen), Buduson. All.: Tom Nordlie.

ARBITRO: Marius Hansen Grøtta.

ASSISTENTI: Thomas Skaiaa e Alf Olav Rossland.

QUARTO UOMO: Sebastian Mikalsen.

Samuele Nanni

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