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Terza categoria | 06 novembre 2019, 15:31

FRAMURA Il ritorno in panchina di "Nitto" Bacigalupo

Il mister, classe 1959, ha sposato il progetto del presidente Carfagno: "Per andare ad allenare prendo il treno, l'ambiente è buono e la società è seria, siamo partiti col piede giusto"

FRAMURA Il ritorno in panchina di "Nitto" Bacigalupo

Il calcio del Levante accoglie con piacere il ritorno in panchina di Claudio “Nitto” Bacigalupo, classe 1959, lavagnino doc, centrocampista o libero nella sua carriera di calciatore, una lunga carriera da allenatore e papà di Andrea, classe 97, oggi al Chieti in Serie D con mister Grandoni.

A parte l'anno scorso quando è rimasto fermo, nelle ultime stagioni ha allenato nei settori giovanili di Entella, Lavagnese, Rivasamba, Rapallo, con una parentesi come tecnico della Federazione.

A livello di prime squadre, ha esordito con la Cogornese nel 91 (“Lo ricordo, era il mio primo anno di patentino), poi San Salvatore, Sestieri in due volte diverse, Riese poi diventata Entella 1914, Ciavai, Boca Gastaldi e Santa Maria del Taro.

Da giocatore, è stato fedelissimo alla Lavagnese fino ai 27 anni, con 8 anni di Promozione e 191 partite (“Ma non lo sapevo, se l'avessi saputo avrei cercato di farne ancora 9), poi un anno a Rapallo, quindi Ex Allievi Cap e Cavese.

“Nitto”, dove nasce il soprannome?

“Nitto era mio papà, il nomignolo deriva da Antonio, e cosi sia io che mio fratello Roberto siamo stati soprannominati come lui...”

Di padre in figlio... due parole su Andrea?

“Ha fatto tutta la trafila nella Sampdoria fino alla Primavera, poi ha girato un po' fra Viareggio, Lavagnese, Savona, e oggi è a Chieti. Si trova bene, in Serie D, anche se hanno solo 11 punti. In passato ha sfiorato la Serie C, lui è un esterno/centrocampista col vizio del gol, che ha nel colpo di testa la sua più grande dote”.

Ma parliamo del tuo ritorno in panchina. Come mai hai accettato Framura, una società che ha rischiato di non iscriversi e che solo pochi giorni fa è riuscita a costruire la squadra?

“Avevo già avuto un contatto con loro a giugno, quando erano ancora in Seconda, poi hanno optato per Dicuonzo, ma il mio collega ha rinunciato e loro hanno rinunciato alla Seconda. Quando hanno deciso di iscriversi alla Terza mi hanno chiesto una mano, ho conosciuto il presidente Paolo Carfagno che è una grande persona, e ho subito sposato il progetto. Per andare da loro prendo il treno, cosa che non ho mai fatto, ci alleniamo a Levanto, e sono contento. Sono una bella società, i ragazzi si sono messi a disposizione, siamo ancora un cantiere, non siamo tantissimi ma c'è un bell'ambiente”.

E sabato avete iniziato benissimo con un 5-1 sul Deiva:

“Il campo era brutto, molto pesante, la partita non è molto attendibile, ma per carità è andata bene, siamo partiti col piede giusto. Devo dire che questa squadra l'anno scorso è arrivata terza e in finale di Coppa, è vero abbiamo perso Delucchi, però l'ossatura è per una buona Seconda, e io la sto completando con ragazzi giovani e inesperti, quindi rimaniamo una squadra da decifrare”.

Solo 12 squadre in Terza Categoria quest'anno: si gioca per vincere?

“Diciamo che parto per non perdere, non dico per vincere perchè non vorrei sembrare presuntuoso, ma se dovessi recuperare quei tre giocatori che mancano all'appello e che potrebbero tornare a Framura allora il discorso cambia...”


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