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AMARCORD | 28 gennaio 2020, 11:54

AMARCORD Roberto Sorrentino, il capitano del Catania di Massimino

Protagonista al Cibali negli anni '80, oggi allena il Cervo in Seconda A. Da febbraio avrà in squadra come attaccante suo figlio Stefano, ex numero 1 del Chievo

AMARCORD Roberto Sorrentino, il capitano del Catania di Massimino

Roberto Sorrentino, classe 1955, napoletano, è stato il mitico portiere del Catania di Massimino che nel 1983 approdò in Serie A.

In questi giorni si è parlato molto di lui e di suo figlio Stefano, ex portiere di Chievo e Palermo, che ha dato l'addio al calcio professionistico ma si rimette in gioco andando a fare l'attaccante nel Cervo, squadra di Seconda Categoria ligure allenata proprio dal padre Roberto.

Roberto, cominciamo dall'attualità. Raccontaci la tua esperienza al Cervo di Denis Muca e l'arrivo di tuo figlio come attaccante:

“Noi siamo molto amici di Denis Muca, il presidente del Cervo che già aveva coinvolto me a livello di divertimento nella sua squadra. Noi siamo stati più fortunati di altri avendo giocato a certi livelli, ma passano gli anni ed è giusto provare ancora a divertirsi, portando un pizzico di esperienza da mettere a disposizione di questi giovani e meno giovani delle categorie inferiori. Se ci sono ancora voglia e stimoli non contano la categoria e la città, conta solo trasmettere cose positive”.

Stefano verrà davvero a fare l'attaccante o lo metterai in porta?

“Non scherziamo, ho grande rispetto per i nostri tre portieri. Stefano prima di Natale a Torino organizza sempre un torneo con l'ex compagno Loria, Gasperini, Comi e tanti ex calciatori. Lui gioca sempre di punta, ha vinto il titolo di capocannoniere, insomma si diletta a fare l'attaccante. Certo una cosa è farei i tornei, una cosa è un campionato di Seconda. Ma il presidente Muca ci permette di divertirci, ci tratta come professionisti, e allora adesso continuiamo con questa avventura io e mio figlio Stefano, nell'ottica del divertimento”.

Non solo una mossa mediatica allora, ma anche un rinforzo concreto per la tua squadra!?

“Me lo auguro, siamo lassù contro tutte le previsioni, al Cervo ho dovuto modificare un po' la mia mentalità adattandola ai dilettanti, gente che lavora, e si allena la sera. Chiaro che pretendo serietà, ma devo dire che i ragazzi stanno rispondendo, si allenano con impegno e per me è una gratificazione indiretta che fa piacere. In questi campionati non possiamo avere grosse pretese, ma devo dire che ho 24 ragazzi in rosa e sono sempre tutti presenti all'allenamento”.

Scherzando, abbiamo detto che Stefano Sorrentino lancia la sfida a Daddi....

“Per carità, Pietro Daddi è tanta roba in queste categorie, lo conosco bene. Stefano Sorrentino viene da noi solo per divertirsi, a darci una mano. Non mi piacciono gli eccessi del calcio dilettantistico, vorremmo dare invece solo un messaggio di simpatia, di divertimento, di confronto leale. Siamo nemici e avversario per 90 minuti, ma prima e dopo la partita dobbiamo essere amici e andare a bere qualcosa insieme”.


Un passo indietro, alla tua carriera, che ti ha visto portiere in Serie A con Catania e Bologna e in Serie B col Cagliari:

“Ho grandi ricordi. Posso dire con orgoglio che a Catania il mio volto è fra i 50 giocatori raffigurati nel murales dello stadio. Nella storia io sono subito dietro Vavassori, il portiere per eccellenza, e questo mi inorgoglisce. Sono stato l'unico capitano che ha vinto due campionati dalla C alla A, ancora oggi i ragazzini mi rincorrono per gli autografi quando vado a Catania. Ma devo dire che anche a Cagliari sono considerato a dovere pur non avendo fatto la Serie A...”

Sei stato un grande portiere, come tuo figlio Stefano. Entrambi però non avete vestito le maglie di grandi squadre, come mai?

“Diciamo che Stefano ha ripercorso la mia carriera, io ho dovuto sudarmi tutto, vincere sul campo per arrivare in A. Mi hanno adocchiato Juventus, Milan, Lazio, Udinese, ma non ho mai difeso la porta di grande squadre, cosi come Stefano. Il motivo? Perchè i nostri presidenti non ci hanno voluto vendere...”

Qualche rimpianto?

“Guarda, i giornali dell'epoca scrivevano che la Juve aveva rinunciato a Sorrentino, per prendere un certo Stefano Tacconi dall'Avellino... Ma a me è bastato essere un idolo a Catania, in una piazza che da 17 anni non andava in A, che ha portato 40 mila tifosi a Roma per gli spareggi con Como e Cremonese. Dopo 35 anni nei grandi magazzini a Catania c'è ancora la mia foto che campeggia... Queste sono soddisfazioni impagabili”.

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