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Calcio giovanile | 09 settembre 2020, 19:24

LUCA GALIMBERTI "Il mio sogno? Un settore giovanile professionistico"

L'ex mister delle giovanili di Lavagnese e Sestri racconta anche la sua esperienza al Nevezis in Lituania: "Ho trovato ragazzi bravi tecnicamente e fisicamente dotati, ma indietro tatticamente"

LUCA GALIMBERTI "Il mio sogno? Un settore giovanile professionistico"

Luca Galimberti, classe 66, milanese di origine ma ligure adottivo, mister per passione, ha iniziato allenare nel 1996. Dopo le esperienze con Real Fieschi, Lavagnese e Sestri Levante in Liguria e al Nevezis in Lituania ora si è un preso un periodo sabbatico in attesa di nuove opportunità.

“Ho iniziato prendendo il patentino Uefa C con un corso in Liguria durato 6 mesi e affiancato al Genoa. Quel periodo ha cambiato la mia storia perchè ho conosciuto Davide Brunello, oggi responsabile del settore giovanile del Bari, con cui sono sempre stato in sintonia. Sono rimasto in contatto con tanti esponenti del settore giovani del Genoa come Sbravati, Gervasi, Oneto, Murgita, credo che il loro modo di lavorare sia all'avanguardia in tutta Europa. Successivamente ho preso il patentino Uefa B e dopo l'esperienza lituana ho fatto richiesta per lo Uefa A. Oggi posso allenare fino a tutta la Lega Pro e agli Allievi Nazionali”.

Fra Real Fieschi, Lavagnese allievi e juniores e Sestri Levante juniores quale esperienza ti ha lasciato di più?

“A Sestri ho fatto anche il secondo di Costanzo Celestini in D, una persona che ammiro tantissimo. Devo tanto a lui e alla città di Sestri, una piazza incredibile”.

Raccontaci della tua avventura in Lituania:

“Al Nevezis ero partito per allenare la squadra B, poi sono passato ufficialmente a fare il secondo della prima squadra, che militava in serie B. In Lituania sono arrivato tramite la Bsm di Stuto e Marraffa, che ringrazio ancora, per portare la mia metodologia nei settori giovanili. Lassù ci sono giocatori tecnicamente validissimi, fisicamente eccezionali, ma che tatticamente devono migliorare, mancano ancora troppe basi. Fra i giocatori che ho avuto vorrei citare Evaldas Kugys, attaccante di grandi prospettive, e Aretas Gegzna, che ha un futuro da allenatore assicurato”.

Come allenatore come ti definiresti?

“In Italia ho sempre allenato i ragazzi, e non ho mai guardato alle vittorie o alle sconfitte ma alla crescita del giocatore. Al Nevezis ho cambiato atteggiamento, dovendo allenare una prima squadra, ma preferisco assolutamente lavorare coi giovani, gli allievi o una juniores sono l'ideale. Purtroppo si pensa troppo al risultato, a me piace lavorare per far crescere i ragazzi e prepararli al salto nei professionisti”.

Chi sono i ragazzi a cui sei più legato?

“Alla Lavagnese ho avuto Marco Ventura, ora al Pro Favara in Eccellenza siciliana, e Cristiano Bancalari, ora al Pontedera. Venivano da Sampdoria ed Entella e li ho aiutati nel loro passaggio da una squadra professionistica a una semiprof, per evitare che si sentissero declassati. In Lituania ho allenato Titas Krapikas oggi portiere dello Spezia”.

Dove e come ti piacerebbe tornare ad allenare?

“Il mio sogno è un settore giovanile professionistico, perchè a me piace allenare, non cercare giocatori, non parlare coi genitori, mi piace lavorare sul campo e non pensare a niente altro. Ma non mi dispiacerebbe neanche una prima squadra composta da giovani da far crescere, con un progetto interessante e serio”.

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