Ecco la lettera di Antonello Muià, giocatore del Lido Square e mister delle giovanili della Superba.
"Parlare di questo argomento non è mai facile, ci sono vite in ballo, tante sono già state perse purtroppo. Non contesto le decisioni, ma contesto il metodo preso per quanto riguarda le regole. Il calcio è amicizia, contatto, insomma è giocare col pallone. Se per svolgere un' allenamento bisogna stare solamente in un quadrato senza mai neanche aver la possibilità di dare un cinque ad un compagno allora è meglio fermare tutto per un certo periodo. Però quando dico tutto mi riferisco a tutte le leve, dai più piccoli ai più grandi. Noi come giocatori di 1-2-3 categoria eccellenza e promozione non ci stiamo allenando, però le leve più piccole si, sicuramente le società se non fanno in questo modo muoiono, i genitori sicuramente richiederanno il rimborso della quota ed ecco lì che la società muore. Però se ci si ferma, bisogna fermarsi al 100%, AIUTANDO VERAMENTE le società".