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Calcio | 01 dicembre 2020, 17:49

LA MIA AVVENTURA A SETTIMANA SPORT Il commento di Gilberto Volpara

"La redazione di via La Spezia resta un mondo tramontato e impossibile da rispolverare - come ogni esperienza unica - per le nuove generazioni"

Gilberto Volpara è il terzo in alto da sinistra

Gilberto Volpara è il terzo in alto da sinistra

C'era già qualcuno che il giornalista voleva farlo a ogni costo e, poi, c'è riuscito per davvero o quanto meno, oggi, barcamenandosi, sopravvive grazie a quel mestiere. 

C'era chi, ancora, ricercava una propria identità e l'avrebbe poi trovata addirittura come dirigente del calcio professionistico o esponente politico delle più prestigiose istituzioni cittadine o magari in qualità di fotografo d'assalto. 

C'era chi, a bordo campo, andava in cerca soltanto di conquiste sentimentali e divertimento. 

Era l'universo Settimana Sport dei primi anni Duemila. Era la redazione di via La Spezia, un mondo tramontato e impossibile da rispolverare - come ogni esperienza unica - per le nuove generazioni. 

Quando l'avvento di internet non rappresentava un qualcosa di così spiccato e i social restavano lontani dall'attuale esplosione popolare, per chi voleva esplorare dall'interno il settore dell'informazione, le strade rimanevano segnate dalla cronaca di quartiere o dal calcio cosiddetto minore. 

Al pari delle discipline extra pallonare, poi, pure quelle categorie che giocavano, ancora, in larga misura, su terra, di minore avranno avuto, probabilmente, il monte ingaggi non certo l'umanità. 

Grazie a un'intuizione vincente che sfruttava un'epoca di dilettantismo ricco e ambito, grazie pure al contributo della Rosea ligure, la visione di Luca (Ghiglione) e Paolo (Dellepiane) che, esattamente come l'omonima coppia comica genovese sapevano compensarsi a meraviglia, ha regalato un trampolino a tanti cronisti della Lanterna: gli ha consentito una scuola, oggi inesistente in qualsiasi testata, conoscenze spesso proseguite per l'intera carriera, amicizie mai sopite e la capacità di sognare iniziando da una firma settimanale sotto un pezzo al martedì in edicola e, addirittura, il lunedì mattina sulle pagine del Secolo XIX. 

A proposito di modernità giornalistica, c'è qualcuno che nel 2020 può garantire cose analoghe ai millennials? 

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