Il gol di Stefano Sturaro (ancora lui) aveva messo i brividi alla Juventus di Pirlo nel secondo tempo e aveva neutralizzato (momentaneamente) il guizzo di un redivivo Dybala. Ma alla fine il gap tecnico tra Genoa e Juventus è uscito fuori. Troppa differenza di valori fra le due squadre, fin eccessiva la qualità in panchina di Madama, che fondamentalmente dispone di due squadre e di così tanti giocatori da far ruotare alla bisogna. Insomma, alla vigilia era chiaro a tutti che il Genoa avrebbe dovuto fare la partita perfetta per strappare almeno un punto ai torinesi e diciamo che - per certi versi - c'è andato vicino, perché per lunghi tratti la squadra di Pirlo è rimasta imbrigliata nella tela di mister Maran e soltanto dal 60' in poi - quando i padroni di casa hanno accusato un evidente calo fisico - gli ospiti hanno potuto accelerare e portare in Piemonte tre punti importantissimi sulla via dello scudetto, a maggior ragione in una giornata in cui la capolista Milan (nel match serale) è scivolata sul Parma lasciando due punti per strada e consentendo alla formazione di Liverani di prendere un'ulteriore boccata di ossigeno in chiave salvezza. Quell'ossigeno che al Genoa servirebbe oggi più che mai e che finora è latito per un mix cause, tra le quali va segnalata anche la sfortuna, perché sì, il Grifone anche contro la Juve ha commesso qualche errore di troppo (vedi i due rigori che hanno sancito la sconfitta), ma oggettivamente la squadra di Maran finora non è stata fortunata neppure nei classici episodi e questo inizia a sentirsi sul morale di una truppa che in termini di impegno ha quasi sempre assolto il compito dimostrandosi all'altezza della situazione. Per la salvezza bisognerà soffrire - e questo era chiaro a tutti già a settembre - ma la squadra è viva e la classifica è bugiarda.
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