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Eccellenza | 01 giugno 2021, 11:55

ECCELLENZA/LE MAGNIFICHE 4 - Alla scoperta dei mister: Mario Benzi

A pochi giorni dalle semifinali, intervistiamo gli allenatori di Cairese, Finale, Genova e Ligorna. Oggi cominciamo con il mister gialloblù che ci racconta la sua carriera, le sue emozioni e cosa cambierebbe nel calcio...

ECCELLENZA/LE MAGNIFICHE 4 - Alla scoperta dei mister: Mario Benzi

Mario Benzi, siete fra le prime 4. Tutto secondo pronostico, te lo aspettavi?

"Coi ragazzi ci eravamo prefissati di arrivare nelle prime 4. Certo, poi ci devi arrivare per meriti, e non per grazia ricevuta, credo che abbiamo ottenuto un gran risultato, e il grande merito è di tutta la squadra, di chiunque abbia partecipato a questo percorso. Stanno giocando tutti e tutti stanno rispondendo alla grande. Dico sempre quello che penso e dico la verità, abbiamo fatto fin qui uno step importante, ora tutto quello che viene è guadagnato, chiaro che l'obiettivo diventa la finale e sarebbe da ipocriti non dirlo. Così come dico che se fossimo stati eliminati ci sarebbe rimasto l'amaro in bocca, e dico altrettanto che ora punteremo a vincere con tutte le nostre forze".

Ligorna favorita assoluta?

"Che dire del Ligorna? Conosco molto bene Luca Monteforte, che è stato mio compagno di squadra a Cuneo, ma la sua squadra non l'ho mai vista giocare, non conosco i loro giocatori, ma da ciò che sento dire è la favorita principale. Poi sai, anche il City lo era e ha vinto il Chelsea. Certo, da quello che sento dire in giro credo che il Ligorna sia la favorita assoluta, mentre le altre tre hanno le stesse possibilità, non vedo grande differenze fra noi, Finale e Genova".

Dove ti riporta il nome di Luca Monteforte?

"A Cuneo, stagione 88/89, vincemmo la serie D e fummo promosso in C2. Ma con Luca siamo stati avversari e compagni in mille occasioni. Il suo ricordo mi riporta ad altri nomi, quelli di Battiston, Bolgiani, Baldi, amici di una vita, compagni o avversari di campionato, e tanti tornei estivi insieme".

Che giocatore era Mario Benzi?

"Giocavo davanti alla difesa, mi piaceva il numero 8, facevo il centromediano metodista. Mi è sempre piaciuto il calcio, quando giocavo osservavo, prendevo appunti, ho sempre voluto fare l'allenatore anche se c'è una bella differenza fra quando giocavo io e il calcio di oggi. Ho sempre chiesto informazioni, mi piaceva guardare, leggere, aggiornarmi... Staccarmi dal calcio giocato sarebbe stato traumatico, lo sapevo, quindi mi sono subito creato una second life".

Mario Benzi nasce a Genova il 1° aprile 1962. A Genova ha vissuto 25 anni, prima di trasferirsi per motivi personali a Cassine, paese dei genitori. Oggi vive ad Acqui.

"Ma mi sento genovese a tutti gli effetti, e gli amici veri li ho conosciuti a Genova".

Da giocatore, 10 anni nel settore giovanile della Sampdoria, poi sempre serie D e qualche picco in C fra Pontedecimo, Rapallo, Vado, Imperia, Cairese, Cuneo, Aosta, Bra, Acqui.

La carriera da mister: allenatore-giocatore ad Acqui, poi nell'ordine Albese, Acqui, Bra, Acqui, Fossano, Derthona, Nuova Colligiana, Derthona, Acqui, Cairese, Colline Alfieri, Ovada, Acqui, Cairese.

Cos'è il calcio per Mario Benzi?

"Il calcio è la mia vita, ancora oggi a 59 anni è la mia passione più grande. E' stato un vero e proprio mestiere per qualche anno, nella Serie D di 20 anni fa facevamo cinque allenamenti, avevamo il contratto. Non ho altre passioni oltre al calcio. Nel calcio ho trovato tante amicizie, è stata una palestra vita, ho capito chi è amico, chi è furbo, chi è ruffiano, chi è sincero, all'interno dello spogliatoio si capisce il carattere della persona".

La più grande gioia e la più grande delusione che ti ha dato il calcio?

"Entrambe legate al Derthona. La più grande gioia, quando in Serie D sono arrivato sulla panchina al posto di Tufano con la squadra che aveva dopo 9 partite 3 punti e poi ci siamo salvati direttamente, fu una soddisfazione incredibile. La più grande delusione, oltre ad aver perso qualche spareggio, sempre con il Derthona la finale di Coppa Italia nazionale perduta a Pontassieve con il Ladispoli".

Questo format dell'Eccellenza secondo te può essere riproposto?

"E' un format avvincente, mi piacerebbe ritoccare la formula dell'Eccellenza ligure facendo spareggiare anche la quarta e la quinta. Dopo 30 partite vince la migliore, chi è in testa dopo la 30^ giornata è giusto che vinca, ma se anche in Liguria, come in Piemonte, gli spareggi fossero allargati fino alla quinta, il finale di stagione sarebbe più avvincente. Il format dentro/fuori con un vantaggio in caso di parità a chi è arrivato prima nella regulars season potrebbe coinvolgere più squadre ed evitare partite noiose".

Cosa non ti piace del mondo del calcio?

"C'è poca gente vera, c'è tanta gente finta, c'è poca verità. Vorrei più schiettezza, lealtà e onestà da parte di tutti gli addetti ai lavori. Vedo poca correttezza, tante bugia, tanti voltafaccia, non mi piace chi ti parla alle spalle, chi si prende gioco di qualcuno. Io vorrei essere ricordato come una persona seria a prescindere dal mio valore, poi un palo o una traversa ti cambiano il destino...".

Fammi il nome di qualche collega che stimi:

"Tanti sono gli allenatori bravi... Dico per primo Luca Monteforte a cui mi lega un vincolo amicizia... Poi dico Corrado Schiazza, non lo conoscevo, ci siamo sentiti un paio di volte, ha i capelli bianchi come me, mi sembra una persona genuina, pane al pane, vino al vino. E poi Grandoni, mi ha dato l'impressione di una persona umile e rispettosa nonostante il suo grande passato da professionista".

I giocatori più forti con cui hai giocato e che hai allenato?

"Beh, il compagno più forte Claudio Desolati, ha giocato 10 anni in serie A con la Fiorentina, posso vantarmi di aver giocato con lui a Imperia, lo vedevi di che pasta era fatto... Poi, ho giocato con un certo Fausto Salsano... Fra quelli che ho allenato, dico Alessandro Manetti a Tortona... Per il resto ne ho allenati tanti, troppi, farei un torto a qualcuno. Ne ho avuti tanti a cui dovevi dire poco, perchè sapevano già tutto..."

Nella tua Cairese, i tre davanti sono bravini...

"Diego Alessi lo conosco da vecchia data, da quando era un bambino, Francesco Saviozzi l'ho fatto esordire io da ragazzino, Pastorino ha tante qualità ma potrebbe fare ancora di più se non si accontentasse di essere solo bravo: gli manca una lira per fare 100, se si convince può diventare uno dei 3 top dell'Eccellenza ligure. In generale però mi piace citare tutti i miei giocatori alla Cairese, questa squadra è composta da ragazzi tutti molto professionali e molto seri, hanno tanta qualità e lo dimostra il campo..." 

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