Tutto si può racchiudere in un solo pensiero: da quando la Valponte è amatori, Francesco Pittaluga è il giocatore più presente.
E quindi andiamo a conoscere da vicino una delle colonne della compagine gialloblù.
Francesco 200 presenze con la maglia della Valponte. Quale il ricordo più bello?
«Ricordi belli ne ho tanti ma se devo sceglierne uno in particolare direi la prima qualificazione ai play-off Uisp. E’ stato il primo piccolo traguardo sportivo che abbiamo raggiunto nella stagione 2012-2013, cinque anni dopo la rifondazione».
Ti ricordi come tutto è iniziato e perché con la Valponte?
«E’ iniziato tutto nell’estate 2009, avevo smesso di giocare agonisticamente come tesserato FIGC e mi dedicavo al calcio solo attraverso le classiche partitelle che organizzi tra amici. In una di queste mi trovo a fronteggiare Luca (il nostro presidente) che allora non conoscevo e che ancora oggi a suo dire si “innamorò calcisticamente”. Tramite Andrea, un amico comune che già giocava nella Valponte, inizio la preparazione con la squadra a settembre di quell’anno e da quel momento non mi sono più fermato».
Cosa significa la Valponte per te?
«Per me Valponte significa tante cose. Amicizia, sport, divertimento, impegno, fatica ma soprattutto famiglia».
Che obiettivo ti sei posto per questa stagione?
«L’obiettivo è come sempre quello di divertirsi, provando a replicare la vittoria della stagione scorsa».
Come spiegheresti la Valponte a uno che non la conosce?
«Come ho detto prima la Valponte è una famiglia. Una famiglia che 13 anni fa era costituita da un piccolo gruppo di amici che avevano deciso di iniziare un cammino, accomunati dalla passione per il calcio e dalla voglia di divertirsi insieme. Nel corso degli anni la famiglia è cresciuta e si è allargata, sono nate nuove squadre di calcio e di pallavolo e recentemente sono partiti i progetti subbuteo, footgolf ed esports. Un altro progetto extra sportivo a cui teniamo particolarmente è la collaborazione con l’Associazione “Insieme per caso”, nata con lo scopo di aiutare e sostenere bambini e ragazzi con disabilità e i loro genitori. In conclusione un grande grazie va a Luca, che è un po’ il fratello maggiore di tutti, e senza il quale tutto queste non esisterebbe. Grazie agli altri ragazzi che 13 anni fa lo hanno seguito e fatto nascere questa famiglia gialloblu. Grazie a quelli che ne fanno e ne hanno fatto parte. Grazie Valponte!».
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