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Eccellenza | 05 ottobre 2022, 10:02

LAVAGNESE/ STORIE IN BIANCONERO - TULLIO SEMENZA

LAVAGNESE/ STORIE IN BIANCONERO - TULLIO SEMENZA

Nato a Ne il 16 aprile 1949, legò i momenti migliori della sua carriera agonistica ai colori dell’Unione.

È riconosciuto come uno dei migliori centrocampisti visti al “Riboli” tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta: in grado di disimpegnarsi egregiamente da mezzala nei compiti di regia e a ridosso delle punte come in quelli di copertura in mediana, ebbe più volte chances per spiccare il volo verso palcoscenici maggiori. Aldo Zucchero lo lanciò in Prima Squadra a diciotto anni contro la Sammargheritese, e dopo qualche anno di gavetta, a partire dal campionato 1970-71 divenne titolare inamovibile, in una rosa che assemblava uomini di esperienza come Pattaro e De Mattei ad ottimi giovani come Sirito, Varzi e Marinetti. Giocatore di grande temperamento, temibile di testa a dispetto della non elevata statura, per nulla intimorito dalle “tonnare” dell’area di rigore (foto 3, a sinistra indicato con la freccia dopo un “colpo proibito” al portiere sammargheritese Planezio), da dove, pur di difendere qualche compagno, ne usciva con qualche cartellino, provò senza fortuna l’assalto alla Serie D con il Rapallo Mare Sub (1973). Convocato nella Rappresentativa regionale (foto4, il primo da destra in piedi), tornò nella Lavagnese contribuendo a vincere il campionato di Prima Categoria. Valicò il fiume, prima nelle file del Bacezza e poi a spendere spiccioli di Serie D nell’Entella, prima di riprendere il bianconero in un ambiente depresso dalla retrocessione (1978). Da capitano e sotto la gestione Rota, guidò la Lavagnese al ritorno in Promozione (1981) (foto2, prima dell’ultima partita contro l’Anpi Casassa), e l’anno dopo a sfiorare la Serie D in un duello appassionante con la Busallese. Chiuse con due salvezze tranquille ed il ruolo di chioccia ad un capannello di giovani che si apprestavano ad iniziare un nuovo ciclo.

Appese le scarpe al chiodo, è rimasto nel cuore dei tifosi bianconeri.

Ci ha lasciato prematuramente nel 2009.

Articolo e foto a cura di Gianluigi Raffo

(si ringrazia per la collaborazione l’ex Direttore Sportivo Renzo Bertocchi)

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