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Terza categoria | 13 dicembre 2025, 23:59

TERZA CATEGORIA Le riflessioni sugli arbitri di Mauro Cinacchio

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del mister dell'Avosso, che fa il paio con lo sfogo del tecnico del Crocefieschi, Bagnasco

TERZA CATEGORIA Le riflessioni sugli arbitri di Mauro Cinacchio

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Ho letto lo sfogo di mister Bagnasco, come non condividere! Già in una “sala stampa” di Settimana Sport avevo avanzato le mie perplessità sui criteri di selezione e di gestione dei giovani arbitri, anche io ho avuto la sensazione che vengano mandati allo sbaraglio, senza una preparazione adeguata. Però ricordo che il pesce puzza sempre dalla testa: c’e’ una struttura che si chiama AIA che li seleziona, li forma, e li designa per le singole partite, anche se sarebbe più consono il condizionale “dovrebbe”. Una struttura che vive isolata in una torre d’avorio, e che, pare ignorare totalmente le reazioni di società e dirigenti. Si dice che “tanto chi perde se la prende sempre con l’arbitro”, ma se la cosa si ripete, forse è il caso di valutare. Anche perché, come dice Bagnasco, le società investiono tempo, risorse umane ed economiche. E passione, soprattutto passione. E meritano rispetto. L’Avosso poi ha avuto l’ardire di commettere un reato di lesa maestà: abbiamo pubblicamente, e per iscritto direttamente a federazione e AIA “denunciato” il comportamento inqualificabile di un dirigente del settore arbitrale, che ci ha fatto passare un allucinante pomeriggio prigionieri di una struttura. Non fatelo mai, apriti cielo, è scattata la punizione. Da quel momento non è solo una questione di rigori, anche se contro ne abbiamo avuti mentre a favore non ne abbiamo più visti (e  le condizioni c’erano). E fin qui nulla di eclatante, però …… mica è finita, la punizione diventa scientifica. Eh si, perché quando un paio di rigori subiti suscitano addirittura l’ilarità degli avversari che ne hanno usufruito, quando in occasione di uno di questi, alla domanda circa quale fallo sia stato sanzionato ci sentiamo rispondere “non lo so, ho sentito il botto”, quando riesci a segnare solo con tiri da lontano, perché appena un tuo giocatore si avvicina pericolosamente alla porta viene “trovato” un fallo o un fuorigioco che vanifica tutto, quando un tuo giocatore viene sanzionato per comportamenti identici che al tuo avversario sono tollerati (a torto o a ragione), quando infine, perla fra le perle, l’arbitro considera in gioco un pallone che non solo è uscito, ma è rientrato dopo avere rimbalzato sulla rete di fondocampo, ed anzi sollecita il tuo avversario, che correttamente  si stava fermando, a proseguire il gioco, beh, non puoi non avere tanti dubbi. E si sa, a pensar male si fa peccato ma …. E poi quando vedi che quest’arbitro, giudicato pessimo da entrambe le panchine (pure quella che ha vinto) la settimana va a dirigere un match importante di una categoria superiore, beh, potrebbe venire il dubbio che abbia eseguito alla perfezione le disposizioni ricevute. Evidentemente i vertici dell’AIA genovese hanno bisogno di interfacciarsi solo con yes man. Bussino ad altra porta.

MAURO CINACCHIO, AVOSSO

 

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