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Calcio | 25 ottobre 2018, 16:58

LA STORIA - Ennio Franceschelli, ds della Cella: "Io, sfollato del Ponte Morandi, costretto a entrare in casa come un ladro"

Toscano del Monte Amiata, ma genovese adottivo dal 1973, il dirigente gialloblù racconta la sua storia: "A 71 anni pensavo di averle viste tutte e di essermi sistemato, invece io e mia moglie ora dobbiamo ripartire daccapo"

LA STORIA - Ennio Franceschelli, ds della Cella: "Io, sfollato del Ponte Morandi, costretto a entrare in casa come un ladro"

Lo abbiamo disturbato stamattina, proprio mentre stava facendo il trasloco da Via Porro. Poteva giustamente mandarci a quel paese, visto il momento, invece con la sua solita gentilezza, Ennio Franceschelli ci ha dato appuntamento nel pomeriggio, per questa intervista a cuore aperto.

Ennio, toscano del Monte Amiata, classe 1947, genovese adottivo, è da qualche anno ormai lo storico ds della Cella. Ma in questi giorni con lui non si è potuto parlare di calcio, visto che è uno degli sfollati del Ponte Morandi.

Proprio stamattina lo hanno fatto entrare in casa per un veloce trasloco:

“Purtroppo è un casino -ci racconta con voce emozionata ma grintosa come sempre- io abito in Via Porro 12, proprio sotto il ponte.... Il 14 agosto ero in Toscana, mi ha telefonato mio figlio e mi dice “Babbo, non ti spaventare, ma è crollato il ponte, la casa è sana, ma non ti fanno più entrare...”. Due mesi dopo ci stanno facendo entrare a poco a poco, il rischio di stare là dentro è reale, a un certo punto stamattina i vigili ci hanno fatto andare via perchè i sensori davano qualche segnale... Il Comune ci ha trovato una casa alternativa a San Biagio, ma io e mia moglie abbiamo rifiutato per motivi logistici, e abbiamo preso un appartamento in affitto in Via Caveri, proprio da dove venivo qualche anno fa. Non è stato piacevole andarsene da casa, per ora stiamo in albergo all'Aeroporto, per fortuna ci trattano come un cliente normale, non ti fanno pesare la situazione...”

Ennio racconta ancora con emozione il suo ritorno a Genova ad agosto:

“Sono tornato dalla Toscana, e ho visto qualcosa di impressionante, siamo entrati in casa come fossimo dei ladri, a 71 anni pensavo di aver visto tutto e di essere sistemato e invece devo ripartire daccapo. E' tutto molto strano, non è stata una cosa come il terremoto, una cosa diversa, per fortuna non eravamo in casa, e il ponte non è caduto sulle case, sennò sarebbe stata una strage, o se passava il treno... Dovessi dire la mia, oggi l'amministrazione genovese e ligure ce la sta mettendo tutta, lo sbaglio è stato fatto da Roma, perchè hanno tolto di mezzo Autostrade, che invece avrebbero dovuto intervenire come responsabili... Anche se la responsabilità è di tante persone, saranno poi la magistratura e la Guardia di Finanza a decidere di chi è la colpa, non è il momento di fare chiacchiere e incolpare persone a caso, verrà il giorno dove tutti ne sapremo di più su questa storia”.

Toscano del Monte Amiata, nel 1973 Ennio è venuto a vivere a Genova:

“Mi sento genovese a tutti gli effetti, e ho tanti amici qui che mi hanno dato una mano, a partire dagli amici della Cella, di cui sono il direttore sportivo, fra cui il vicepresidente Cesare Trucco che proprio oggi è qui con me. La squadra ovviamente ora la sto seguendo poco, fra l'altro dal Belvedere dove noi giochiamo vediamo purtroppo ogni giorno il triste spettacolo del ponte...”

Paolo Dellepiane

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