DIECI DOMANDE A MASSIMO RASPA
LA SCHEDA
Nato il: 11.12.78
Allenatore: Begato (Seconda Categoria)
da giocatore ruolo centrocampista: Culmv, Pegliese, Sestrese, Casellese, Ligorna, Mignanego, Lagaccio, Avvisatore, Pegliese, Masone, Valtorbella
1) Che cos’è il calcio per te?
Uno sport che dovrebbe esclusivamente motivo di aggregazione, non ci dovrebbero essere soldi dietro, o quanto meno non dovrebbe girare tutto intorno ai soldi…
2) La squadra più forte in cui hai giocato?
La Sestrese di Sergio Ghilino, Gigi Bodi e Sergio Tanganelli con giocatori del calibro Balboni, Jurman, Sisinni…
3) Il giocatore più forte con cui hai giocato?
Massimo Sisinni, per costanza, dedizione e correttezza e Andrea Meazzi per lo stile.
4) Il compagno a cui sei rimasto più legato?
Stefano Bernini, purtroppo non riusciamo più a frequentarci, ma è rimasto un legame molto forte
5) L’allenatore che ti ha lasciato qualcosa di più?
Gigi Bodi, grandissima professionalità, Roberto Baretto, da lui ho imparato il rispetto per lev regole e l’attacamento alla maglia, e Osvaldo Arecco, grandissimo preparatore
6) A chi ti ispiravi da giocatore e a chi ti ispiri da allenatore?
Da giocatore il mio idolo è sempre stato Roberto Baggio, oggi mi rivedo in Marchisio, quando giocavo il modello era Antonio Conte, che è anche il mio esempio da allenatore
7) Il legame fra soldi e calcio dilettantistico?
Grazie a Baretto ho esordito in prima squadra a 16 anni nella Pegliese dei vari Podestà, Prestia, Celella, Lupo, Meazzi, dall’anno successivo ho iniziato a prendere soldi come rimborso spese… Mi ricordo il mio primo premio partita al ritorno da Asti, me lo diede addirittura capitan Meazzi… Fosse per me il legame dovrebbe essere nullo, però dovrebbero essere rivisti i costi delle iscrizioni ai campionati e degli affitti dei campi. La mia filosofia è riuscire a portare in breve tempo il Begato in Promozione (perchè giocare senza terna arbitrale mi dà fastidio ) e riuscire ad allestire le relative rose per ogni categoria senza alcun rimborso ad ogni livello. Sarà possibile dando motivazioni diverse dal lato economico, ovvero credere nell’appartenenza a un quartiere che si mobiliti nel sociale, nell’attaccamento alla maglia e nella consapevolezza di far parte di un gruppo che nel futuro possa scrivere una storia da far leggere i nipoti.
8) Il modulo che preferisci?
Adotto il 3-5-2 ovviamente ispirato a mister Conte
9) Dove può arrivare il Begato?
Sarebbe bello poter salire di nuovo di categoria, l’unica cosa che conta per me è vincere quindi ci riproveremo anche quest’anno….
10) Il più grande rimpianto della tua carriera calcistica?
Agli infortuni non mi posso appellare perché fortunatamente non ne ho mai avuti, mentre va di moda dire che non si è arrivati per colpa dei problemi fisici… Il rimpianto vero è non essermi impegnato abbastanza; mi sono ritrovato in Serie D a 16, giocando anche in rappresentativa Under 16 con Berrettini allenatore; da lì in poi ho avuto contatti con squadre professionistiche ma non ho forse capito l’importanza di quel momento, mi fossi impegnato di più forse avrei potuto fare il salto di qualità…