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Calcio | 29 marzo 2021, 10:29

Il silenzio attorno a scuole calcio e settori giovanili. Il pensiero di... Davide Cesaretti

Il responsabile della scuola calcio del Rivasamba: «Un anno difficilissimo ma l’abbiamo affrontato col piglio giusto».

Il silenzio attorno a scuole calcio e settori giovanili. Il pensiero di... Davide Cesaretti

Tre domande per capire come stanno vivendo in questo momento le società liguri per quanto riguarda il settore giovanile e la scuola calcio.

Risponde Davide Cesaretti responsabile della scuola calcio del Rivasamba 

1) Ciao Davide. Come state vivendo questo momento con la vostra scuola calcio / settore giovanile?

Lo stiamo vivendo direi tutto sommato bene nonostante le mille difficoltà. Come scuola calcio non ci siamo saltando due o tre allenamenti perché c’era l’allerta arancione, pioveva tanto e non potevamo mettere a repentaglio la salute dei bambini e dei ragazzi. Siamo contenti e abbiamo avuto un ottimo riscontro. Solo che di scuola calcio abbiamo sui 250 tesserati di cui siamo orgogliosi e di questo ringrazio gli allenatori, gli istruttori che si sono sempre presentati nonostante anche loro mettessero a rischio la loro salute. Un anno difficilissimo ma l’abbiamo affrontato col piglio giusto e speriamo di aver dato un grande servizio ai nostri ragazzi e alle loro famiglie in un periodo che ha “bisogno” di uno sfogo sportivo proprio per i ragazzi. Abbiamo avuto buonissimi riscontri e come detto prima le volte che abbiamo sospeso le attività mi chiamavano e mi scrivevano i ragazzi dicendo mister vogliamo fare allenamento non vogliamo stare a casa. Questo credo sia sintomo della loro voglia, di voler ripartire e speriamo possa arrivare al più presto.  Ci siamo anche “rinnovati” creando l’ accademy per il calcio femminile  che andrà avanti sino a fine giugno per poi riprendere a settembre. In due tornate abbiamo avuto 30 bambine tesserate raggiungendo anche le 50 presenze negli open day e seppur coi limiti dei protocolli siamo riusciti a dargli un buon servizio. Siamo molto contenti di ciò, speriamo di avere sempre più ragazze con noi e poi la prossima stagione vedremo come organizzarci in quest’ottica. Credo sia importante perché abbiamo avuto tante richieste che ci hanno permesso di metterci in ballo anche con il calcio femminile. Diamo la possibilità dal 2016 fino al 2010 e vogliamo partire dal basso proprio per creare un‘ accademy.     

 

2) Un tuo pensiero sul silenzio che ha accompagnato finora questi settori?

 

Non saprei cosa rispondere. Un silenzio che sotto certi aspetti trovo immotivato e non corretto. Avremmo avuto bisogno di aiuti, di sostegno. Abbiamo buoni rapporti con i vari organi e la Figc che stanno facendo del loro meglio ma qualche aiuto dal governo centrale sarebbe dovuto arrivare per tutto e anche per il calcio. Mi rendo conto che il calcio e lo sport forse non siano considerato una priorità ma invece lo sono sotto molti aspetti: salute, anche psicofisica, ci sono molti operatori che ci fanno un affidamento economico e questo non è stato per nulla preso in considerazione quasi per nulla se non in alcuni casi e solo per le prime squadre e non per i settori giovanili. Non lo trovo giusto e spero che tutto questo sia una prova e una lezione per far meglio in futuro.

3) Per la prossima stagione ripartiresti con le fasce di quest’anno? 

 

Si assolutamente ripartirei con le fasce di quest’anno e non cambierei nulla anche per quanto riguarda i fuori quota anche in prima squadra perché se la federazione centrale non capisce questo vuol dire che vivono in un altro mondo. Far slittare ancora dei ragazzi che hanno perso due anni di attività e portarli avanti come se niente fosse accaduto è un insulto alla loro crescita e alle società che hanno investito, che hanno chiesto dei prestiti. Per il settore giovanile puro delle leve ritengo che l’unica modifica debba essere l’aggiunta della leva d’ingresso dei più piccolini nei piccoli amici. Spero sia così altrimenti noi “sul campo” siamo veramente su un pianeta e chi decide su un altro senza accorgersi delle difficoltà che si affrontano e, senza farlo apposto, di rendersi conto del fabbisogno dei ragazzi in un momento difficilissimo. Credo siano loro quelli che in questo periodo abbiamo pagato il dazio maggiore.    

LB

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