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Serie A | 23 gennaio 2023, 15:38

SAMPDORIA Il presidente della Sampierdarenese scrive un appello accorato al sindaco Bucci

Roberto Pittaluga, blucerchiato doc, chiede al primo cittadino un intervento ufficiale per salvare la società

SAMPDORIA Il presidente della Sampierdarenese scrive un appello accorato al sindaco Bucci

"Non servirà probabilmente a nulla ma oggi gli ho scritto..."

Questa la premessa della lettera scritta oggi dal presidente della Sampierdarenese, Roberto Pittaluga, sampdoriano doc, al sindaco di Genova Marco Bucci, invitandolo a prendere posizione e a mediare una soluzione per il salvataggio della società blucerchiata.

Ecco le parole di Pittaluga:

Alla cortese attenzione del Sindaco di Genova

Dott. Marco Bucci

Caro Sindaco Le scrivo in qualità di tifoso della Sampdoria e presidente della gloriosa società dilettantistica Sampierdarenese. Negli ultimi anni la mia società ha collaborato con profitto con Lei, con Il Comune, con l’Assessore Piciocchi, con l’ufficio sport e tutti gli uffici tecnici facendo cose importanti e progettandone altre altrettanto importanti, ormai ai nastri di partenza. In questo ho potuto misurare l’attenzione e la voglia di fare cose utili per la cittadinanza che rimarranno nel tempo ad uso della collettività.

Dall’altra parte, da tifoso Sampdoriano, ho vissuto gli ultimi 9 anni in una sorta di rapimento dei sentimenti in cui sono accaduti fatti e circostanze che mi hanno lasciato basito e per le quali mi sono fatto domande a cui non sono riuscito a darmi risposte definitive.

Le farò una breve premessa storica. La Sampdoria, squadra che più genovese non si può, nasce nel 1946 dalla fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese, una sorta di miracolo politico in cui viene abbattuto il conflitto sociale quando la parte operaia della città, la Manchester d’Italia, Sampierdarena si unisce alla borghesia cittadina costituita dai “milionari” dell’Andrea Doria.

Come è facile capire nel nome Sampdoria vive quindi, latente, la figura dell’ammiraglio Andrea Doria, personaggio storico importantissimo e principe della nostra città. Ripercorrendo la sua vita mi piace ricordare la congiura a cui fu sottoposto da parte della famiglia dei Fieschi che alla fine fallì con l’annegamento di Gianluigi Fieschi e la condanna a morte di tutti i congiurati.

Questo momento storico, con un po’ di azzardo ma neanche troppo, mi riporta alla mente i giorni del 2014 quando le famiglie genovesi dei Garrone-Mondini, le più ricche di Genova e tra le più ricche in Italia, hanno deciso di costruire una congiura nei confronti della Sampdoria regalandola ad un pregiudicato privo di qualunque garanzia. La cosa straziante sta nel fatto che mentre la congiura dei Fieschi è miseramente fallita, quella dei Garrone-Mondini sta tragicamente riuscendo senza che la città, nei suoi vertici politici, istituzionali e imprenditoriali, alzi un grido di allarme a tutela di un bene della città.

Veda signor Sindaco, in questi giorni così amari anche per la prematura scomparsa di Gianluca Vialli ma anche nei giorni più lieti del maggio 2021 quando si è festeggiato il trentesimo anniversario della vittoria dello scudetto sampdoriano, si è potuto percepire quanto valore abbia ancora il marchio blucerchiato. Paradossalmente e beffardamente in queste occasioni la Erg ha potuto farsi pubblicità gratuita allorquando le maglie della Sampdoria sono state riproposte da tutti i media nazionali e internazionali e le immagini della stessa città di Genova sono state proposte in tutto il mondo anche grazie alla bella idea del Governatore Toti di proiettare le immagini di Vialli sul palazzo della regione.

Purtroppo però il silenzio della città su quanto sta accadendo richiama alla memoria le parole di un altro grande genovese, sebbene acquisito, come Paolo Mantovani. Il 19 maggio del 1991, alla domanda se lo scudetto era anche della città di Genova, la sua risposta fu tagliente sostenendo che era una vittoria esclusiva della Sampdoria.

In questo oggi rivedo una città che nei suoi salotti buoni, in cui intanto cane non ha mai mangiato cane e dove soprattutto una parte dell’intellighenzia cittadina ha sempre visto di mal occhio le nostre vittorie, trova finalmente l’occasione di una rivincita che, non riuscita nel campo da gioco, riesce attraverso la congiura per taluni e il silenzio omertoso per altri.

Per concludere questo mio accorato appello Le chiedo davvero con il cuore di utilizzare le sue capacità di mediazione e di moral suasion nei confronti di una situazione che non è soltanto sportiva ma anche civica nella tutela di un bene che ha tanto valore per molti genovesi, convocando presso il municipio della città le famiglie che hanno perpetrato questo oltraggio nel tentativo in extremis di scongiurare gli effetti più nefasti.

Penso che gran parte della città gliene sarebbe grata, non ultima Sampierdarena, feudo blucerchiato, con cui non sempre si ha avuto una corrispondenza di amorosi sensi.

In attesa di un gentile riscontro Le rinnovo i complimenti per il lavoro svolto nell’ambito dello sport e la saluto caramente.

ROBERTO PITTALUGA

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