A pochi mesi dai Mondiali di calcio in Qatar, ecco che, ancora una volta, si creano le condizioni per calpestare i più elementari diritti umani. Avanti con lo #sportwashing, con la Lega Serie A che ha deciso che la Supercoppa italiana si svolga in Arabia Saudita per altri 4 anni.
Ancora una volta siamo al fianco di Amnesty International per denunciare queste situazioni, per cui indignarsi soltanto non basta più!
In Arabia Saudita la pena di morte viene usata anche per mettere a tacere dissidenti e manifestanti.
Ma mentre il Regno Saudita diventa sempre più crudele, il resto del mondo sta progressivamente abbandonando questa pratica disumana. Oggi 144 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica, e più della metà degli stati del mondo l’ha abolita definitivamente per ogni reato.
Facciamo nostre le parole del giornalista e carissimo amico Riccardo Cucchi, storica voce della trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto” e presidente della giuria del premio “Sport e diritti umani” di Amnesty International - Italia e Sport4Society, con cui portiamo avanti l’esperienza del network “La partita della Parità e del Rispetto”, ha diffuso questa dichiarazione, che, come UISP, condividiamo integralmente:
“Il rispetto dei diritti umani fa parte dei valori fondanti dello sport. Il denaro non può essere più importante dell’impegno a difenderli. È un grave errore sfruttare il calcio per operazioni di sportwashing utili solo a chi vuole nascondere la violazione dei diritti umani. Il calcio non può certamente cambiare, da solo, il mondo. Ma può impegnarsi a migliorarlo”.