68 anni il prossimo 18 agosto ma ancora tanta voglia di allenare. Alberto Mariani dopo 11 anni ha lasciato l'Athletic. Ora è il tempo dei bilanci e delle riflessioni su un bel pezzo della sua vita calcistica, ma a breve probabilmente arriverà una nuova chiamata da parte di una società che non se lo lascerà sfuggire. Anche se, forse, in cuor suo, avrebbe voluto chiudere la carriera ad Albaro.
"Sono arrivato nel 14/15 in Promozione -racconta- e dal 18/19 siamo stati satabilmente in Eccellenza. Mi è stato offerto un incarico di direttore tecnico, ma diciamo che sono stati anticipati i tempi perchè ancora un anno o due sul campo li vorrei fare. Ad Albaro c'è un gruppo di giocatori ormai consolidato da anni, uno zoccolo duro che unito alla mia mono gestione forse aveva bisogno di nuovi stimoli. Un po' tutti ne avevamo bisogno, sottoscritto compreso. Per restare ancora tutti insieme la proposta era stata questa, di un incarico dietro la scrivania, ma ho preferito declinare. Stare insieme sempre con stesse persone nel calcio è bello ma è anche difficile al tempo stesso".
"In pratica -continua Mariani- siamo arrivati un po' prima di quanto previsto a una conclusione a cui saremmo arrivati nel medio periodo. Luca Di Pietro stavolta mi ha fregato: avevo detto che avrei smesso quando avesse smesso lui, e invece no. Sono contento che lui vada avanti perchè è l'anima della squadra, giusto che finchè ne ha voglia giochi ancora e sia un punto di riferimento per tutto il gruppo".
La carriera da allenatore di Alberto lo ha visto protagonista a Rapallo in due momenti diversi (D e Promozione), poi a Sestri Levante 5 anni (4 eccellenza e 1 promozione), 4 anni a Lavagna dove ha vinto la Prima, poi ripescato dalla Promozione in Eccellenza, poi vinta l'Eccellenza e salvo in Serie D. Quindi Bogliasco in Promozione (secondo), Novese in serie D, poi Polis, San Cipriano, Campomorone, Camogli e quindi Athletic.
Da giocatore, le sue squadre sono state Sampdoria, Piacenza, Salernitana, Entella, Levanto, Pontedecimo, Baiardo.
E ora? Come si sta da "disoccupati", anche se sicuramente per poco tempo?
"Io sono un allenatore vecchio stampo, che non ama proporsi. In tanti in passato mi hanno chiesto "perchè non ti sei proposto", ma io sono di quei tempi in cui gli allenatori venivano chiamati senza proporsi. Spero che qualcuno abbia voglia di avere un rapporto tecnico con me, come al solito cercherò di puntare sulle persone, sui rapporti, non ho l'età per cercare posti tumultuosi, una volta ero più diplomatico, nel caso arrivassero richieste farò una scelta non tanto di categoria ma di programmi e persone. In Liguria preclusioni non ne puoi avere troppe se vuoi allenare, le squadre sono poche, la Serie D è diventata professionismo puro, che necessita tempo e voglia, l'Eccellenza è la categoria che faccio da tanti anni, la Promozione è una categoria cresciuta negli anni. Da giovane accettai l'offerta della Lavagnese in Prima categoria dopo aver fatto D ed Eccellenza".
"Come mi sento da allenatore libero? Ci si sente bene, ne vengo da una mini vacanza, non mi lamento, in casa oggi qualcuno è più contento, ora vivo il momento molto serenamente, se c'è il mio giocattolo sono contento sennò pazienza, posso stare anche fermo".
Dove ti vedi la prima domenica di settembre?
"Mah, la difficoltà dei primi tempi dopo 30 anni che alleni è abituarsi a fare cose diverse, però se mi chiedi dove mi vedo a settembre ti dico su una panchina, altrimenti andrò in vacanza in Sicilia".
La differenza più grande fra allenare oggi e 30 anni fa?
"Beh, prima c'era più rispetto dei ruoli, per il resto alla domenica il calcio è sempre quello, o ci capisci o non ci capisci, o sai leggere la partita o no. Ma è cambiata la settimana, oggi devi proporre allenamenti innovativi ai ragazzi, aggiornati, moderni sennò fanno fatica a seguirti".