Prima categoria - 22 marzo 2018, 14:32

Gino Mazzier: "Quella volta in cui Grassi si ruppe il braccio e io segnai un gol in rovesciata"

Il difensore della Burlando ripercorre la sua carriera e racconta: "Franco Rotella come un padre, Marco Satta un amico e psicologo, Joscka Bonaldi merita altre categorie, Alessandro Savona un Esempio per tutti noi, Cattardico il più forte di tutti, Cozza e Mastrogiovanni i miei modelli"

Gino Mazzier: "Quella volta in cui Grassi si ruppe il braccio e io segnai un gol in rovesciata"

Gino Mazzier, difensore classe 1994, è uno dei pilastri della Burlando di Silvio Canepa e Joscka Bonaldi. Nella sua carriera non ha vestito molte maglie, fedelissimo prima al Borgoratti e poi al San Bernardino.

Il suo cognome è di origini venete, ma lui è genovese al 100%.

I primi passi calcistici li ha mossi nel G. Mora, poi gli Emiliani con Franco Rotella:

“I primi bei ricordi sono proprio quelli con Rotella, che poi è purtroppo mancato, più che un allenatore era un padre, ho fatto un percorso bellissimo con lui assieme ai miei amici Nicholas Caraglio e Davide Pini”.

Dopo il settore giovanile approda al Borgoratti:

“Con loro ho fatto due anni in Promozione e due anni in Prima. Un bellissimo ambiente, una bellissima famiglia, si mangiava tutti insieme, trascinati dentro e fuori dal campo da capitan Adinolfi. Ricordo l'esordio contro il Baiardo. Come allenatori ho avuto Satta, Aiello, Di Marco, Oliva... Mentre al San Bernardino ho avuto Mangini e Novella”.

Un ricordo di quel periodo?

“Ricordo quando Giampaolo Grassi si era ruppe il braccio, in un Borgoratti-Amici Marassi, io andai a giocare davanti al suo posto e feci gol in rovesciata! Non ne ho segnati tantissimi, quindi quello me lo ricordo bene”.

Descrivi il tuo ruolo:

“Faccio il difensore centrale o il terzino, i miei piedi non consentono altro”.

Il tuo idolo?

“Franz Beckenbauer, anche se l'ho visto solo in videocassetta”.

Il giocatore più forte che hai visto in carriera?

“La persona che mi ha impressionato di più è stato Cristian Cattardico, era bello vederlo giocare”.

Un difensore dei dilettanti che hai preso ad esempio?

“Matteo Cozza, oggi alla Superba, mio compagno al Borgoratti, e Andrea Mastrogiovanni”.

L'allenatore che ti ha dato di più?

“Marco Satta, per il suo modo di allenare, per il suo essere amico e mezzo psicologo...”

Parliamo del magic moment della Burlando:

“Nessuno se lo aspettava, un campionato cosi, noi pensavamo solo alla salvezza, e invece lottiamo per qualcosa di grande, ora siamo li a cercare di rosicchiare qualche punto per arrivare al confronto diretto col Mignanego e giocarci tutto. Noi puntiamo al primo posto, poi almeno faremo i playoff”.

Parlaci del gruppo:

“Innanzitutto Alessandro Savona è un esempio per tutti, un Capitano, un ragazzo d'oro, che dedica tanto al calcio trascurando anche la sua vitac personale, e poi ci sono i “vecchi” come Barbera, Ravera e tanti giovani molto bravi, Drago, un signor centrocampista, Boero, Oppedisano....”

E mister Bonaldi, che mi dici di lui?

Bonaldi, non lo conoscevo, devo dire che è un mister molto valido che non c'entra nulla con la Prima Categoria. Con lui ci alleniamo tre volte settimana, lavoriamo tanto atleticamente e con la palla, è molto divertente allenarsi con lui, ha tutti i numeri per arrivare in alto”.

Chi vincerà il campionato?

“Noi ci puntiamo, ma le più forti sono Marassi e Bargagli. Con il Mignanego all'andata loro sono rimasti in 10 subito, quindi non li posso giudicare, ma non mi sono sembrati all'altezza delle altre nonostante l'attuale primo posto”.

Fammi due nomi di due amici che hai conosciuto grazie al calcio:

“Due su tutti: Enrico Valmati del San Bernardino e Davide Andriello del Torriglia”.

Infine un ringraziamento:

"A mio padre, che mi segue sempre ed è sempre presente ad ogni mia partita".

PDP

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