Nato e cresciuto a Genova, Mattia Pellegrini è uno di quei giocatori genovesi che hanno trovato fortuna la di là dell'Appennino Ligure e precisamente in Piemonte.
LA SCHEDA
Nato: il 31/08/1983 a Genova
Lavoro: impiegato in una ditta di serigrafia
Ruolo: Attaccante
Squadra: Voghera (1ª categoria)
Squadre precedenti: Sestrese, Libarna, Derthona, Polis, Pontedecimo Polis, Castellazzo, Novese, Villalvernia, Suardi, Valenzana
Mattia, come mai hai deciso di giocare in Piemonte? Più che deciso, ho preso al volo un'occasione capitatami quando avevo 19 anni: la stagione prima ero retrocesso in Eccellenza con la Sestrese e in quell'estate spuntò l'interesse del Libarna e decisi di cambiare aria.
Che differenza c'è tra il calcio genovese/ligure e quello piemontese? Negli ultimi anni la differenza è stata fatta sempre dai giovani: in Piemonte bisognava schierarne 3 in Liguria 2. Oggi invece si equivalgono, anche se in Piemonte, forse, è un po' più tecnico.
Come si vive il calcio in Piemonte? Il calcio è calcio e si vive male dappertutto. Scherzi a parte, ci sono società che sfiorano un'organizzazione e una gestione professionistiche (a volte esagerando) e società che prendono tutto un po' più alla leggera, come le categorie dei dilettanti richiedono. Personalmente mi sono sempre adattato a tutto, quindi non ho mai avuto grossi problemi.
Se dovessi tornare a Genova, dove ti piacerebbe giocare? Nella Samp si può dire? Ma ormai sono troppo vecchio. Diciamo che potrei fare una scelta di cuore e potrei andare a giocare per la squadra del mio quartiere, il Mura Angeli. Se avessi l'opportunità di giocare in categorie superiori, invece, direi senza dubbio la Genova Calcio, società dove ho molti amici anche al di fuori del campo, gli stessi compagni con cui condivido la passione per il Beach Soccer in estate.
A quali ricordi sei più legato nel mondo del calcio? Il primo ricordo è quando esordii a Marassi con la Sestrese nell'anno in cui c'erano i vari Colantuono, Tibaldo Romeo, Palombo, Paoloni, Puppo: un onore allenarsi e giocare (poco) con loro. Poi, un'altra esperienza che mi ha segnato in modo particolare, è l'anno che arrivai alla Polis: per me fu un anno molto prolifico di gol e di amicizie, era un gruppo fantastico ancora prima di essere una squadra con giocatori veri come Giovinazzo, Sisinni, Rizza Bettetto, Spaggiarone, Armanino, Cosenza, Cardinali, Bracaloni.