Ieri sull’onda della rabbia per i fatti di Legino, il vicepresidente del Campomorone Leoncini aveva dichiarato a caldo: “A Legino non andremo mai più a giocare, scriveremo una lettera alla Federazione per essere maggiormente tutelati”.
Che Legino non sia un campo facile è risaputo, la squadra di Fabio Tobia ha spesso fatto della grinta e dell’aggresività una delle sue armi migliori. E quest’anno sorride anche la classifica per i verdi savonesi. Secondo posto a due punti dall’Albissola, complice la vittoria a tavolino con il Quiliano. Fabio Tobia, da noi interpellato, non ha voluto rispondere alle accuse del Campomorone.
Oggi però a parlare è Marco Pirovano, navigato allenatore dei genovesi, non certo l’ultimo arrivato, uno che di partite ne ha giocate a migliaia e altrettante ne ha vissute dalla panchina:
“Purtroppo le risse o i battibecchi sono cose che possono succedere col clima che si crea –spiega il mister- posso capire che loro in casa cerchino di sfruttare il fattore campo, ma da qui a mettere in scena un tale clima intimidatorio ce ne passa. Non voglio fare il puritano, giocare a Bolzaneto era durissima quando la allenavo io la Bolzanetese, ma mai a questo livello. Ieri purtroppo c’era una terna di ragazzini non in grado di gestire un clima del genere. Oltre all’agonismo, che ci può stare, e al di là degli scontri duri di gioco, non mi capacito del clima intimidatorio che puntualmente a Legino si crea nei confronti di avversari e arbitraggio. Un loro giocatore ha insultato platealmente l’arbitro e non è stato neanche ammonito, gli arbitri hanno paura, noi nel primo tempo abbiamo subito calci e non abbiamo aperto bocca, se ogni domenica il calcio è questo me ne vado per castagne, smetto da domenica prossima”
“Per carità, il nostro Piscitelli ha reagito, ma ha anche un labbro spaccato e 20 giorni di prognosi –continua Pirovano- e poi sono entrate 20 persone negli spogliatoi… Legino è un campo difficile, ostico per tutti, ma con un arbitro con le palle finiscono in 6 e perdono la partita. Continue entrate da codice rosso, arbitro in difficoltà, e lo dice uno che non era un santo quando giocava. Quello che contesto è un clima intimidatorio sistematico, capisco il fattore campo e l’aggressività, ma a Legino si va oltre, è un clima difficile da gestire, in un clima del genere, con tale esasperazione si rischia di trascendere se non si riesce a mantenere la calma, non siamo tutti uguali, ci sono i caratteri più fumantini, sta a noi mantenere la calma, ma il clima è surreale. Ora noi siamo cornuti e mazziati, abbiamo preso botte, Piscitelli ha un dente rotto, prenderà qualche giornata di squalifica… Ripeto capisco il loro agonismo ma fino a un certo punto. E poi vogliono aver ancora ragione loro e si lamentano per le due espulsioni, roba da matti…”
Pirovano chiude poi cosi: “La morale è che in determinati campi la Federazione deve mandare arbitri con una certa esperienza, altrimenti è finita…”












